Il caso del verme nel pesce
L’esperto: «Ecco perchè non è pericoloso»

Paolo Pantini, del Caffi: «È un nematode, parassita comune. Se il pesce è cotto o abbattuto, il verme muore». Il caso sollevato da una donna che se lo era trovato nel piatto.

«Non si tratta di nulla di sconvolgente, né di pericoloso. Il verme trovato dalla signora era un comune nematode del genere anisakis, un parassita dei pesci, in particolare delle rane pescatrici. È dello stesso genere degli ossiuri che solitamente possono colpire i bambini.

La sua eventuale presenza nel pesce crudo venduto in pescheria non è assolutamente sintomo del fatto che il pesce non sia fresco o buono». Parola di Paolo Pantini, conservatore di zoologia degli invertebrati del museo di Scienze naturali Caffi di Bergamo, sul caso della donna che ha lamentato di aver trovato, in una rana pescatrice acquistata alla pescheria dell’Auchan del centro commerciale di Curno, appunto un piccolo verme, e che si è rivolta ai carabinieri del Nas di Brescia. «Il pesce fresco deve essere per legge consumato cotto oppure, se crudo, deve essere per forza abbattuto – prosegue Pantini –: la cottura e l’abbattitura uccidono questi parassiti. L’abbattitura si può effettuare anche nel freezer di casa, tenendo il pesce per almeno 72 ore a meno venti gradi. Nei ristoranti avviene più rapidamente grazie a strumentazioni apposite. Le pescherie non vendono pesce abbattuto, però la legge prevede, e ci sono tanto di cartelli apposti in tutti i punti vendita, che in caso di consumazione cruda, serve che il pesce sia abbattuto. La signora in questione non ha dunque rischiato nulla, visto che il pesce è stato cotto in forno: difficile che possa essere stata male per l’ingerimento di quella che era una larva. Anche se il verme fosse stato vivo, avrebbe dovuto contaminare l’intestino e ci sarebbero voluti ben più giorni». Questi nematodi del genere anisakis vivono nell’intestino di foche, delfini e balene. E vengono quindi poi mangiati dai pesci tramite i crostacei che ingeriscono.

L’eventuale rischio per l’uomo potrebbe insorgere qualora il pesce venisse consumato crudo e non abbattuto, ovvero non congelato a temperature talmente basse da uccidere qualunque genere di organismo presente per natura nei pesci. La donna che ha denunciato l’accaduto aveva cotto il pesce nel forno a 200 gradi centigradi e, dunque, ha in ogni caso ucciso il parassita. Ha poi fatto presente la questione all’Auchan e intende sporgere formale denuncia.

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