Il ricordo del prof: Veronica un vero talento
«Ricorderemo il suo sorriso luminoso»

Per capire il ricordo che una ragazza di 19 anni – sorriso radioso, sguardo dolcissimo, decine di progetti nel cassetto – lascia alla sua comunità, bisogna sentire chi, quegli occhi dolci, li ha visti quasi tutti i giorni.

Dove, se non dietro ai banchi di scuola, seconda casa degli studenti. E per riuscire ad ascoltare il ricordo che il professor Claudio Franchini, docente di Progettazione, costruzioni e impianti all’Antonietti di Iseo, ha della sua alunna Veronica Cadei, servono due telefonate.

La prima s’interrompe. Quasi subito. Franchini cede allo sconforto, le lacrime e i singhiozzi gli impediscono di parlare. La seconda volta, va un filo meglio. «Veronica non era brava, era bravissima – dice il docente di Provaglio d’Iseo (Brescia), che alla 19enne di Villongo ha insegnato per tre anni –. Per dire di quanto era brillante: ogni tanto facevo controllare agli alunni i miei calcoli fatti alla lavagna. Chiedevo loro se ci fossero degli errori. Capitava, essendo io un pasticcione per natura. Veronica li stanava sempre. Alzava la mano e mi spiegava dove avevo sbagliato. Dire che era portata per la matematica è riduttivo, tanto era brava». Una ragazza che amava i numeri, Veronica. Quei numeri che avrebbe voluto continuare ad analizzare, da studentessa iscritta al primo anno della facoltà di Scienze matematiche alla Cattolica di Brescia. Era proprio in ateneo, lunedì, quando ha iniziato a sentirsi poco bene.

«Io le avevo suggerito di scegliere Ingegneria – ricorda Franchini –. Ma lei mi aveva confessato che non se la sentiva di rinunciare a Matematica, sua grande passione. I suoi lavori erano davvero eccellenti: con un piccolo gruppo di compagni, all’interno di un progetto alternanza lavoro aveva elaborato un progetto meraviglioso per realizzare un giardino sensoriale alla Rsa di Marone. Progetto che ora è al vaglio dell’amministrazione comunale. E aveva anche vinto una borsa di studio del collegio geometri di Brescia. Me la ricordo radiosa, mentre ritirava il suo diploma». Le parole del professor Franchini fanno il paio con i ricordi affettuosi che uniscono la provincia bresciana, dove Veronica studiava e continuava a studiare, e quella bergamasca. L’intera famiglia, che vive in via Maroncelli a Villongo, è dilaniata dal dolore.

La mamma Debora, operaia, il papà Paolo, impiegato nel settore della nautica, la sorella minore Nicoletta, la nonna Margherita, le cugine con cui era cresciuta. «Ricorderemo per sempre la sua intraprendenza, il suo impegno e il suo luminoso sorriso» sono le uniche parole che riesce a pronunciare la cugina Giovanna Cadei.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA