Il turismo è ripartito: bene il Sebino e la Valle Imagna. Crescita in città da maggio

A chilometro zero, o quasi, e più duraturo. Il turismo in Bergamasca mostra segnali di ripartenza.

Quella dei trolley che solcano i marciapiedi ed entrano in hotel e bed & breakfast, quella degli zaini in spalla tra valli e laghi. C’è un cauto ottimismo, che di questi tempi non è poco, nella fotografia del settore sui primi sei mesi di questo 2021. Perché se gli arrivi - cioè i turisti effettivamente giunti in provincia di Bergamo - sono calati lievemente rispetto al primo semestre 2020, scendendo a 195.100 contro 199.392 (-2,2%), le presenze (cioè il numero di notti trascorse nelle strutture ricettive) hanno fatto un balzo in avanti del 15%, salendo a 453.400 contro le 394.143 dello stesso periodo dello scorso anno.

Sono i dati principali presentati dall’Osservatorio turistico della Provincia di Bergamo e da Visit Bergamo, in collaborazione con l’agenzia di ricerca InTwig, su quel che è accaduto tra gennaio e giugno 2021. Ma è soprattutto nel bimestre maggio-giugno 2021, la prima finestra di «nuova libertà» dopo la terza ondata del virus, che le cifre raccontano fiducia: sono sostanzialmente triplicati sia gli arrivi (96.800, +231% rispetto ai 29.246 dello stesso periodo del 2020) sia le presenze (214.900, +205,1% rispetto alle 70.425 del 2020) nelle strutture bergamasche.

«I dati sono davvero incoraggianti e prospettano un trend positivo per tutta l’estate – sottolinea Claudio Bolandrini, consigliere provinciale con delega al Turismo -. il territorio bergamasco sta mostrando appieno le sue capacità di resilienza e di ripresa». Per Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, la prima fotografia sul 2021 è «positiva, dopo un disastroso 2020. Avevamo prospettato una ripresa del turismo nell’estate 2021 e questi due mesi ce ne danno il segno, anche se confidiamo in numeri in ulteriore e rapida crescita per luglio e agosto. La ripresa del turismo è favorita ovviamente dalla ripartenza delle attività dell’aeroporto di Orio al Serio». Tra l’altro, il sistema-turismo s’è dotato ora di una nuova piattaforma per monitorare in tempo reale le tendenze su arrivi e presenze: «Grazie allo splendido lavoro fatto con la Provincia di Bergamo e con il supporto tecnico di Intwig – riassume Christophe Sanchez, amministratore delegato di Visit Bergamo –, possiamo misurare l’andamento turistico con una cadenza trimestrale e non dobbiamo più attendere oltre un anno per conoscere la salute del comparto».

La mole dei dati restituisce uno spaccato approfondito. Ovviamente il turismo «interno» resta il tratto caratterizzante di questa fase, alla luce di una coda d’inverno, di una primavera e di un inizio estate segnati dall’intreccio tra recrudescenza del virus e lockdown praticamente mondiale. L’82,9% dei turisti del primo semestre 2021 è stato rappresentato da italiani, con una durata media del soggiorno di 2,3 notti, mentre l’altro 17,1% è costituito da stranieri che sono rimasti in Bergamasca mediamente per 2,6 notti. Nel 2020, invece, la quota di stranieri era stata più elevata, al 34,7%, ma la permanenza più breve (1,9 notti in media). Quasi tre quarti degli arrivi, il 72,3%, dato in linea col 2020, tra gennaio e giugno s’è concentrato nelle strutture alberghiere, mentre il 27,5% ha avuto come «base» la rete dell’extra-alberghiero (alloggi in affito, B&B, agriturismi per esempio).

Il «caso» città

Complessivamente, i primi sei mesi del 2020 hanno visto la crescita più rilevante degli arrivi in Valle Imagna (5.500 arrivi, +61,2%), nell’Alto Sebino (9.000 arrivi, +58,5% sullo stesso periodo del 2020), nel Basso Sebino (10.000 arrivi, +36,6%), poi tra Isola (19.700 arrivi, +32,4%), pianura (16.000 arrivi, +32,3%) e Val Cavallina (4.200 arrivi, +32,6%), e solo lievemente in Valle Seriana (28.600 arrivi, +9,6%); in calo, invece, la città (39.800 arrivi, -28,3%), la Valle Brembana (11.100 arrivi, -18,2%) e l’hinterland (51.200 arrivi, -11,3%). Ma il caso della città (e, analogamente, anche dell’hinterland) è peculiare: se il bilancio complessivo dei primi sei mesi è negativo, maggio e giugno hanno invece mostrato un boom che pare beneaugurante per l’estate. Negli ultimi due mesi del primo semestre, appunto, i turisti arrivati in città sono stati 22.200, addirittura il 521,2% in più (cioè più che sestuplicati) dei 3.574 che si erano contati nello stesso periodo del 2020. In coincidenza con la ripresa del turismo internazionale, è questo il dato che pare leggersi in filigrana, la città è tornata gettonatissima. E bene ha fatto anche l’hinterland: a fronte di un semestre complessivamente in contrazione, gli arrivi di maggio-giugno 2021 sono stati 25.000, il 284,3% in più dei 6.505 di maggio-giugno 2020.

Il confronto col pre-Covid

Rispetto al pre-Covid, ovviamente la situazione è ancora aspra. Nei primi sei mesi del 2019 gli arrivi turistici in Bergamasca erano stati 227.063: e rispetto a quel periodo, il calo dei primi sei mesi del 2021 è stato del 57,4%. Lo spicchio di Bergamasca che sembra aver reagito meglio è il Basso Sebino: addirittura, ed è l’unica area orobica dove ciò accade, a maggio-giugno 2021 le presenze (cioè le notti trascorse dai turisti) sono aumentate del 3,5% rispetto agli stessi mesi del 2019, quando il virus era inimmaginabile.

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