In classe al 100%, allarme trasporti: «Servono 500 corse in più al giorno»

Grassi (Agenzia Tpl): «Decisione contro ogni logica, impensabile andare oltre il 75%». Scarfone (Atb): «Si aumenti la capacità dei mezzi almeno all’80%». Salerno (Sab): «Preoccupati».

Se va bene, centinaia di studenti saranno lasciati a terra; l’alternativa sarebbe il caos sui mezzi pubblici, ovvero la fotocopia di quello che è successo tra fine settembre e metà ottobre.

Al momento non ci sono ancora direttive ufficiali. Ma se saranno confermate le indicazioni di venerdì pomeriggio sulla ripresa al 100% delle lezioni in presenza anche per le scuole superiori dal 26 aprile, senza rivedere la capienza degli autobus, garantire il servizio del trasporto pubblico locale sarà pressoché impossibile.

Spiazzati dalla decisione

Un «piano b» non esiste, anche perché la notizia annunciata l’altro ieri dal premier Mario Draghi è l’ultima che gli operatori bergamaschi si sarebbero aspettati di ricevere. Un’ipotesi così remota che non era mai stata presa in considerazione neppure al tavolo della Prefettura, dove a metà gennaio si è arrivati allo schema attuale, quello che si propone di reggere fino al 75% di didattica in presenza con il 50% di capienza dei mezzi, attraverso un corposo incremento di corse e lo scaglionamento degli orari di entrata e di uscita dalle scuole. Più di così non si può fare, almeno non con una sola settimana di preavviso. Manca ancora il decreto che metterà nero su bianco le dichiarazioni del premier ed è per questo che anche il prefetto, Enrico Ricci, sta aspettando a convocare di nuovo il tavolo (che sarà probabilmente tra martedì e mercoledì), e provare a trovare una soluzione: «Al momento non abbiamo indicazioni – puntualizza il prefetto –. Quando ci saranno disposizioni scritte, vedremo di fare subito il punto della situazione».

Quel che è certo è che senza la possibilità di far salire sugli autobus più persone, nessuna quadra si potrà mai trovare in pochi giorni: serve riorganizzare un sistema complesso, fatto di orari, corse, autobus aggiuntivi e gare d’appalto per avvalersi dei mezzi privati. Una missione impossibile da compiere in così poco tempo: «È una situazione che va contro ogni logica e che non ci saremmo mai aspettati – ammette Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia provinciale del Trasporto pubblico locale –. Eravamo pronti ad arrivare al 75%, ma andare oltre diventa impensabile: ci sarebbero da recuperare dai privati almeno altri 40-50 autobus, organizzare i turni, reperire le risorse». Alle seimila corse giornaliere attuali, ne servirebbero almeno altre 4-500, da inserire in uno scacchiere già molto complesso. Un ulteriore potenziamento, dopo le 1.300 corse in più messe in campo per il piano attuale, per cui andrebbe trovato almeno un altro mezzo milione di euro in più (solo per le settimane che mancano alla fine della scuola), che si aggiungerebbe ai 7 milioni in più già calcolati per il 2021, rispetto alle previsioni.

Se gli studenti dovranno essere tutti in presenza, margini per un mantenimento di una quota, anche minima, di didattica a distanza non ce ne sarebbero, e in attesa dell’arrivo dei nuovi mezzi (e della loro organizzazione), l’unica soluzione possibile è quella di ritoccare la capienza dei pullman. «Oggi ci sono autobus interurbani e privati che viaggiano con molti posti a sedere vuoti – spiega Grassi –. Una deroga sulla possibilità di utilizzarli tutti potrebbe essere utile, anche se non risolutiva». I bus turistici potrebbero trasportare circa 25 persone in più, mentre quelli interurbani una decina, «e senza alterare le condizioni del distanziamento», puntualizza Grassi. «Viceversa, una deroga che aumenterebbe a priori il carico (senza dunque distinzioni tra passeggeri seduti e in piedi, ndr), ci riporterebbe nella situazione di settembre, e non sarebbe accettabile».

«Serve capienza maggiore»

Parla di buonsenso il direttore generale di Atb, Gianni Scarfone, secondo cui «se la logica è quella di ricreare delle condizioni normali nelle scuole, credo che l’aspettativa sia anche quella di aumentare la capacità degli autobus, almeno all’80%». Anche perché dopo la riapertura completa delle classi, il cronoprogramma del governo per il mese di maggio prevede la ripartenza di altre attività, che porteranno sugli autobus anche altri passeggeri, oltre a quelli delle scuole. «Per questo è improbabile che la capienza sui mezzi resterà al 50% – prosegue Scarfone –. Neanche attivando servizi aggiuntivi, si potrà colmare la differenza tra capacità di trasporto e domanda. I ministeri competenti stanno già ragionando su questo tema, vedremo cosa decideranno».

L’ipotesi di non riuscire a trasportare tutti non è remota: «Ad oggi sarebbe così – dice Roberto Salerno, direttore d’esercizio di Arriva Italia –. Siamo molto preoccupati, perché i tempi sono ridottissimi: negli orari di punta utilizziamo già tutte le nostre risorse e quest’anno abbiamo aggiunto anche mezzi privati. Bisognerà capire se l’Ufficio scolastico provinciale garantirà la ripartizione al 50% sugli ingressi e se saremo in grado di soddisfare tutta la domanda».

Già, la scuola, altro attore protagonista di questa complicata vicenda: dal direttore dell’Agenzia del Tpl arriva anche la proposta di un turno pomeridiano, con lezioni dalle 13 alle 18, che però appare del tutto impraticabile: «Anche noi stiamo aspettando di sapere come sarà organizzata la presenza degli studenti – dice Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale –. Le scuole dovranno senz’altro lavorare per perfezionare il piano organizzativo che già era stato adottato, ma in linea di massima sono pronte. Certo, se sarà confermata la presenza al 100%, non si potrà fare altrimenti, così com’è impossibile pensare a un terzo turno, sia per l’organizzazione dell’orario degli insegnanti, che non possono restare a scuola dalle 8 alle 18, sia per i ragazzi, che tornerebbero a casa alle 8 di sera».

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