La ricerca bergamasca: «Vaccino dopo il Covid? Prima dose già efficace»

Lo studio: «Risposta anticorpale altissima, a prescindere dal tipo di caso». La ricerca del «Papa Giovanni» pubblicata sul Journal of Medical Virology.

È l’essenza della scienza: tratteggiare un’ipotesi e verificarla. La prima evidenza è che il vaccino funziona, perché gli anticorpi sviluppati sono elevatissimi. La seconda, di evidenza, si lega in maniera stretta a quello che Bergamo ha vissuto un anno fa: per chi ha già fatto il Covid, già una sola dose di vaccino – per quelli che di dosi ne prevedono due e nel caso di studio si parla di Pfizer-BioNTech – attiva una risposta anticorpale molto forte. Questa seconda evidenza non è però un risultato utile ad aumentare un bagaglio di conoscenze scientifiche: è anche un possibile suggerimento concreto e pratico per velocizzare e ampliare la campagna vaccinale.

Uno studio finora unico al mondo

Dall’ospedale «Papa Giovanni» arriva infatti uno studio finora unico al mondo, firmato da Anna Paola Callegaro, Franco Maggiolo, Daniela Borleri, Claudio Farina, Gavino Napolitano, Daniela Valenti e Marco Rizzi e ora pubblicato per il «Journal of Medical Virology», rivista scientifica internazionale. Il campione è rappresentato da due gruppi di operatori sanitari, tutti dell’ospedale cittadino, che hanno ricevuto nei mesi scorsi entrambe le somministrazioni previste dal ciclo di Pfizer: in particolare uno dei due gruppi era composto da 184 persone che avevano già contratto il Covid (anche in forma asintomatica, prevalentemente nella prima ondata ma non solo), mentre l’altro gruppo era formato da operatori senza una pregressa infezione. «I risultati ci hanno stupito, in senso positivo – spiega Anna Paola Callegaro, responsabile della Biobanca e della virologia nell’Unità Smel 1 di Microbiologia e Virologia del Papa Giovanni, tra gli ideatori della ricerca -: si è evidenziato che negli individui che avevano già fatto il Covid la risposta anticorpale dopo la prima dose del vaccino Pfizer era già dieci volte superiore a chi non aveva avuto il Covid e aveva ricevuto la seconda dose».

Lo studio «è nato durante la campagna vaccinale dei dipendenti», prosegue Callegaro, e si è protratto «da fine gennaio a fine febbraio. L’obiettivo era di valutare la risposta anticorpale antispike, quella determinata dal vaccino a mRna come risposta al virus. La nostra ipotesi iniziale era che una pregressa infezione potesse fungere da imprinting immunologico, e dunque che la prima dose di vaccino fosse equiparabile in termini di risposta a un booster, a una “spinta”, per capire se una sola dose fosse paragonabile all’effetto due dosi nelle persone che non avevano avuto il Covid. I risultati, appunto, l’hanno confermata sia nei sintomatici sia negli asintomatici». La ricerca del «Papa Giovanni» fissa punti ulteriori: «La risposta anticorpale è risultata indipendente sia dal tempo trascorso dal momento dell’infezione, perché molti avevano contratto il virus a marzo dello scorso anno, e sia dal fatto che il Covid fosse stato sintomatico o asintomatico», aggiunge Callegaro. Altra nota importante: se è vero che già una dose attiva un numero altissimo di anticorpi, ricevere anche la seconda inoculazione non porta alcuna conseguenza negativa. Anzi: «Semplicemente – specifica Callegaro -, il richiamo non fa altro che aumentare la quantità degli anticorpi, senza controindicazioni per la persona vaccinata».

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