L’allarme dei ristoratori
«Non troviamo personale»

La lamentela quotidiana che esprimono ristoratori e albergatori è la mancanza di leve nuove, di giovani cuochi e camerieri che amino il lavoro e siano preparati per svolgere un proprio ruolo nel mondo dell’accoglienza, un settore sempre più strategico per l’economia provinciale e nazionale.

Il problema è nazionale ma ha risvolti negativi anche nella Bergamasca. «La ristorazione è traino dell’occupazione, anche d’estate, ma il problema è che non si trovano collaboratori validi in cucina e in sala», si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio stampa della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi. Secondo l’Ascom sarebbero almeno 5 mila i posti di lavoro liberi in alberghi e ristoranti di città e provincia, considerando soprattutto i periodi di picco stagionale. «Nel mese di giugno – scrive la Fipe –  sono stati creati oltre 100 mila posti di lavoro, ma per un’attività su quattro non si trova personale. I dati Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese parlano chiaro: a trainare la domanda di assunzioni è la filiera turistica e il ruolo di primo piano spetta alla ristorazione. Il fatto più preoccupante è che in un caso su quattro le imprese hanno difficoltà a trovare figure professionali adeguate al profilo richiesto, soprattutto tra il personale di sala».

Questa, purtroppo, è la drammatica realtà che viene confermata anche a Bergamo e provincia dagli addetti ai lavori. La lamentela quotidiana che esprimono ristoratori e albergatori è la mancanza di leve nuove, di giovani cuochi e camerieri che amino il lavoro e siano preparati per svolgere un proprio ruolo nel mondo dell’accoglienza, un settore sempre più strategico per l’economia provinciale e nazionale. Ne è ben conscio Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Bergamo e del Gruppo albergatori:«La situazione è preoccupante – afferma – e le scuole alberghiere non sempre preparano personale specializzato per le esigenze del settore. Sarebbe necessario cercare più collaborazione con le associazioni di categorie per un’efficace alternanza scuola-lavoro. A loro la parte teorica e a noi quella pratica, ma per ora purtroppo non c’è dialogo». «Sto cercando da tempo un braccio destro in sala a cui dare responsabilità e pagarlo come un professionista merita – afferma Oscar Mazzoleni, titolare del ristorante-bistrot “Al Carroponte” di via De Amicis in città –ma non trovo nessuno che voglia lavorare, che voglia mettersi in gioco e ami questo mestiere bellissimo anche se di grandi sacrifici. La ristorazione è davvero in pericolo e allo stato attuale se ne accorgono in pochi».

Norberto Maffioli, noto chef, titolare della trattoria Da Norberto a Albegno di Treviolo racconta:«Da mesi cerco un aiuto fisso in cucina. Ho provato diversi giovani diplomati all’Alberghiero ma non ho ancora trovato nessuno: o se ne vanno loro perché ritengono il lavoro troppo pesante oppure li lascio a casa io perché non sanno fare quasi niente. È desolante».

Vista la scarsa disponibilità dei giovani diplomati italiani, ecco allora che può lavorare sempre più intensamente un’ organizzazione come quella messa in piedi alcuni anni fa da Ivar Foglieni, fondatore del ristorante «Giopì e Margì», per anni presidente dell’Associazione Cuochi di Bergamo e della Lombardia. Si chiama «Europe 3000» ed ha lo scopo di agevolare lo scambio di giovani studenti di scuola alberghiera, offrendo loro la possibilità di stage di tre o sei mesi all’estero. «Solo questa estate – afferma Alessandra Organista, direttore di Europe 3000 – con la nostra organizzazione abbiamo collocato e assistito in ristoranti e alberghi di mezza Italia qualcosa come 400 ragazzi, cuochi, camerieri e personale d’albergo. Provengono soprattutto da Paesi nord-europei, tra cui Slovacchia, Lettonia, Finlandia, Polonia. L’obiettivo è anche di insegnare a questi giovani la conoscenza dei prodotti alimentari italiani, sperando che, una volta tornati nei loro Paesi, continuino a usarli e pubblicizzarli». È ormai assodato e condiviso che il turismo dovrebbe essere la prima voce per l’economia nazionale. Alcuni politici pare l’abbiano capito. Imprenditori italiani e stranieri sono invogliati a investire sulle coste, sui laghi e sulle montagne, luoghi di eccezionale attrattiva che solo noi abbiamo così belli, vari e ricchi di storia, arte e enogastronomia. Un vero Paradiso terrestre, ma può essere un harakiri per l’Italia il fatto che i giovani non siano preparati e non abbiamo voglia di sacrificarsi.

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