Manzoni gli bonificò 2.400 euro al mese
Malanchini: prestazioni professionali

Inchiesta Lega. Tra il 2015 e il 2018, il commercialista arrestato versò più di 70 mila euro alla società di consulenza del responsabile degli enti locali del Carroccio. Che non è indagato.

Tra le carte dell’inchiesta sull’immobile della Lombardia Film Commission, nell’ambito della quale sono finiti agli arresti domiciliari i contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, spunta il nome di Giovanni Malanchini, ex sindaco di Spirano, attualmente consigliere regionale con incarico di segretario dell’ufficio di presidenza, dal 2015 responsabile degli enti locali della Lega Nord-Lega Lombarda. E tra i fedelissimi di Salvini.

Malanchini non è indagato. Viene citato nelle informative della Gdf di Milano come destinatario di numerosi bonifici da parte di Manzoni. Operazioni monitorate dall’Uif (Unità d’informazione finanziaria) di Bankitalia, che Malanchini spiega come retribuzioni per «prestazioni professionali effettuate per conto di Manzoni fra il 2015 e il 2018. Prestazioni che rispondono a disciplinari di incarico e per le quali ho emesso fatture elettroniche, verificabili in qualsiasi momento da chi indaga e che forse sono già state verificate, con importi lordi e sulle quali ho pagato le tasse».

Di quali operazioni si tratti, Malanchini preferisce non specificare. «C’è un’indagine in corso - dice -, non vorrei che le mie dichiarazioni si rivelassero inopportune, andando a ledere la possibilità di difesa di persone coinvolte nell’inchiesta. Posso solo dire che da parte mia saprò dare le garanzie di aver operato con la massima correttezza».

Secondo gli investigatori di Bankitalia, l’ex sindaco di Spirano nel 2016 ha percepito da Manzoni 21.960 euro (lordi, come tutte le altre somme) attraverso 11 bonifici, 29.280 euro nel 2017, 21.960 nel 2018. In pratica, circa 2.400 euro (lordi) al mese di entrate. A emettere le fatture la MGF Servizi, impresa individuale intestata a Malanchini e iscritta al registro delle imprese di Bergamo nel marzo 2010. Il domicilio fiscale della società corrisponde a quello dell’abitazione dell’ex sindaco a Spirano. L’attività prevalente, si legge in una visura camerale, è rappresentata da «servizi di consulenza imprenditoriale, amministrativo-gestionale e pianificazione aziendale finalizzata alla ricerca di mercato e allo sviluppo di attività commerciali per le imprese». Attività secondaria: «Commercio all’ingrosso di appendiabiti e accessori per l’abbigliamento». La Uif segnala che le somme bonificate da Manzoni rappresentano l’unico introito per la MGF nel 2017 e la quasi totalità delle entrate per il 2016.

I pm milanesi sono partiti dalla presunta sopravvalutazione dell’immobile di Cormano, pagato dalla Lcf (società a partecipazione pubblica all’epoca presieduta da Di Rubba) il doppio (800 mila euro) del prezzo a cui l’aveva acquistato la società venditrice, l’immobiliare Andromeda, il cui amministratore di fatto sarebbe per l’accusa Michele Scillieri, il terzo commercialista finito ai domiciliari per questa vicenda. Ma le investigazioni non si fermano alla compravendita del capannone. L’ipotesi di fondo che muove gli inquirenti milanesi è quella secondo cui, tramite un vorticoso giro di bonifici che ruotava attorno a una serie di società riconducibili a Manzoni e Di Rubba, si volessero creare fondi non aggredibili dai sequestri della magistratura genovese che indaga sulla sparizione di 49 milioni di euro di rimborsi elettorali - secondo le contestazioni non dovuti - piovuti nelle casse della Lega. C’è però da ribadire che Malanchini non è indagato e questo può significare che la Procura di Milano ha finora ritenuto legittime le operazioni della sua MGF. L’ex sindaco non è mai stato sentito dagli inquirenti, ma si dice pronto a spiegare. «Tutto nasce da un alert di Bankitalia su quelle operazioni - specifica Malanchini -, ma gli alert sono un passo pressoché automatico nei confronti di chi, come me, risulta persona politicamente esposta». In parole povere, l’attenzione della Uif sarebbe particolarmente elevata nei confronti di tutti coloro che rivestono un ruolo pubblico.

«Sono operazioni che risalgono a 5 anni fa - chiosa Malanchini -, dunque oggi dove sarebbe la notizia? Notizia che, guarda caso, è spuntata alla vigilia del voto. Io sono trasparente, agisco nella legalità. Mi spiace che queste notizie lasciate sospese a mezz’aria vadano a gettare ombre sulle persone. E creino fastidi a uno come me, che si sente sereno, ma che intanto è dovuto correre a tranquillizzare sua madre. Non entro nello specifico delle operazioni anche perché non posso dar seguito a informazioni che oggi sono ricostruzioni giornalistiche».

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