Ospedali, con l’estate si torna alla normalità. Ma manca personale

Il Papa Giovanni apre alle visite dei parenti. Asst Bergamo Est: stop ai reparti «rossi». Però servono anestesisti e medici al pronto soccorso.

Ospedali bergamaschi e nuovi contagi Covid: sarà un’estate di ritorno alla normalità, e non è solo un auspicio, ma una conferma di ottimismo che arriva dal costante calo del numero dei ricoverati per Covid e dall’altrettanto progressiva crescita del numero dei vaccinati. È presto però, almeno per il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, parlare di un luglio «Covid free», perché, come spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst «oltre ai pazienti in Malattie infettive abbiamo ancora qualche ricoverato in Terapia intensiva, e in questi casi le degenze sono lunghe, ma l’andamento dei nuovi contagi ci lascia spazio a un ottimismo incoraggiante. Puntiamo per le prossime settimane anche a una ripresa delle visite dei parenti ai ricoverati, dopo aver vagliato un puntuale protocollo: finora gli accessi erano concessi per i genitori di bimbi ricoverati in aree pediatriche e ai mariti delle partorienti, che potevano assistere alla nascita. Se la situazione si confermerà stabile, a breve si potrà riaprire alle visite dei parenti».

Un settembre a pieno ritmo

Intanto, all’Asst Papa Giovanni, si lavora a una progressiva ripresa delle attività di ricovero di pazienti non Covid e alle sessioni chirurgiche per quanto riguarda gli interventi. «La Senologia entro luglio riprende al 100%, abbiamo urgenze che non possono essere trascurate e dobbiamo dare risposte a pazienti che stanno aspettando da tempo. È un settore troppo delicato, qui torniamo da subito ai livelli pre- Covid. Lo stesso varrà, a breve, con una attività che verrà ripristinata ben oltre l’80%, anche per la Cardiochirurgia, la Chirurgia vascolare e pediatrica – continua Fabio Pezzoli – . Per il resto, ci assestiamo su una media del 75% dell’attività ordinaria, tenendo comunque presente che le urgenze e le emergenze non sono mai venute meno. Conserviamo evidentemente l’attenzione per l’area Covid: si continuano a fare i tamponi sui nuovi ingressi anche per altre patologie, e restano i percorsi dedicati per chi risultasse positivo. Le nuove disposizioni regionali hanno indicato il Papa Giovanni come centro per i ricoveri ordinari Covid, mentre per i nuovi casi che necessiteranno di Terapia intensiva l’hub sarà a Brescia. È evidente, comunque, che i casi “storici” Covid che abbiamo in carico resteranno da noi. E questo ci consentirà di essere operativi al massimo anche per quelle altre patologie per le quali siamo punto di riferimento provinciale e regionale. A settembre, comunque, se non ci saranno emergenze di nuovi focolai, contiamo di poter tornare al 100% dell’attività di ricovero e chirurgiche, le attività ambulatoriali, che hanno subito rallentamenti ma non sono mai state interrotte, torneranno a pieno regime. Certo, c’è il problema del personale, abbiamo ancora molti dipendenti impegnati nell’area vaccinale, e la carenza in alcune specialità continua a farsi sentire. Ma siamo ottimisti, vogliamo guardare al futuro con atteggiamento positivo».

I nuovi hub Covid

Lo stesso atteggiamento viene ribadito dall’Asst Bergamo Est. «È in fase di implementazione la procedura introdotta dalla Direzione generale Welfare della Regione per la gestione dei pazienti Covid positivi, che li concentra negli hub. Per l’Asst Bergamo Est il riferimento per i pazienti acuti è l’Asst Papa Giovanni di Bergamo e l’Asst Spedali Civili di Brescia per i pazienti che necessitano di Terapia intensiva – specificano in una nota i vertici dell’Asst Bergamo Est – . Stiamo valutando la risposta della rete in merito a questa organizzazione. Conseguentemente saranno disattivati entro la prima decade di luglio, probabilmente anche prima, i reparti “rossi” (reparti Covid) lasciando operative solo le aree grigie per i pazienti in attesa di esito tampone. A oggi l’area di ricovero Covid all’ospedale di Seriate non registra pazienti. Due ad Alzano e a Piario, uno a Lovere e tre in riabilitazione all’ospedale di Gazzaniga. Uno in Terapia intensiva. Sono numeri incoraggianti, anche grazie agli esiti della vaccinazione. Nel frattempo si registrano criticità legate alla carenza di specialisti: anestesisti in primis e medici da destinare ai pronto soccorso aziendali. La direzione sta esplorando tutte le alternative per far fronte in tempi rapidi a questa problematica ormai strutturale».

Interventi in Gavazzeni

Il problema del personale che scarseggia è diffuso, sia perché molta parte dei dipendenti è impegnata nella campagna vaccinale, sia perché per tanti è arrivato il momento delle meritate ferie (dopo oltre un anno di pandemia gli organici sono provati e affaticati), sia per il riavvio dei concorsi e per le scelte individuali che portano diverse figure professionali a scegliere altri fronti lavorativi: tutto questo, in vista della ripresa dopo lo «stress-test» della pandemia, rallenta un po’ il ritorno delle altre attività a pieno regime. « Da diversi giorni Humanitas Gavazzeni è senza casi di contagio Covid: le nuove disposizioni regionali, inoltre, ci permettono di riattivare ampie aree di ricovero per altre attività, visto che i ricoveri ordinari Covid vengono ora concentrati al Papa Giovanni e i casi di Terapia intensiva dirottati a Brescia – spiega Massimo Castoldi, direttore sanitario di Humanitas Gavazzeni e Castelli – . Questo ci consente di ripristinare l’attività ordinaria, conservando otto postazioni “grigie” in pronto soccorso per i nuovi ingressi da investigare in caso di positività e un box di Terapia intensiva da tenere comunque dedicato a casi di persone che, ricoverate per altri motivi, risultassero infette da Sars-Cov2. Sui ricoveri non Covid siamo ormai alla quasi normalità, pur avendo un reparto di Medicina in Castelli ancora chiuso e almeno 50 letti non attivati nell’area chirurgica in Gavazzeni. Ma questa limitazione è legata soprattutto alla carenza di personale. Per l’attività chirurgica ormai su 13 sessioni di sala operatoria ne abbiamo attivate 11 e contiamo di poter recuperare le liste d’attesa, piuttosto lunghe, per ricoveri e interventi chirurgici di diverse specialità. Entro settembre, se, come speriamo, non avremo un’ondata di ritorno di altri contagi, puntiamo a tornare ai regimi precedenti. E di poter coprire il 100% del budget regionale previsto per quest’anno».

«Si deve vaccinare»

Al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, intanto, come aggiunge Fabio Pezzoli, si punta per alcune specialità, nell’autunno, ad arrivare a superare il budget regionale, coprendo il 105% di quanto previsto: «Conterà molto la situazione dei contagi, ma vogliamo essere ottimisti. Senza dubbio – aggiunge il direttore sanitario dell’ospedale di Bergamo – giocherà anche la disponibilità di personale. Diversi dipendenti sono ancora impegnati nelle campagne vaccinali e sull’autunno dobbiamo comunque tenerci pronti, in caso di necessità organizzative per i richiami. Ora è molto importante che si vaccini il maggior numero di persone possibile. Il rischio della carenza di dosi potrebbe farci arrivare a una copertura ampia solo a settembre. E purtroppo, sono proprio le fasce d’età più a rischio, over 50 e 60, a far segnare battute d’arresto». Si marcia a passi svelti verso una ripresa delle attività anche negli Iob, Istituti ospedalieri bergamaschi-Gruppo San Donato (i Policlinici di Ponte San Pietro e il San Marco di Zingonia).

Iob, sprint da metà agosto

«Gli Iob in questa fase pre-estiva hanno cautamente ripreso le attività ordinarie programmate in regime di ricovero – hanno fatto sapere dagli Iob – .Contestualmente stanno pianificando un importante impegno a partire da metà agosto, quando è prevista la ripresa dell’attività a pieno regime, dopo il necessario riposo della pausa estiva del personale sanitario. Al momento, peraltro, parte del personale medico e infermieristico dei due Policlinici è ancora fortemente impegnato nella campagna vaccinale di massa».

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