Piscine, stagione estiva a rischio
«Stiamo valutando danni e rimborsi»

I gestori alle prese con i piani economici per la riapertura, in attesa delle linee guida sulla sicurezza. Dall’Italcementi a Stezzano e Seriate: «Stiamo valutando i danni subiti e come procedere per i rimborsi».

La dea Federica Pellegrini ha ripreso ad allenarsi, ma i poveri umani quando potranno tornare a fare una nuotata? Data per persa la stagione invernale (con i danni da quantificare per i tre mesi di stop forzato e la grana dei rimborsi per corsi e abbonamenti), i gestori delle piscine puntano tutto sull’estate ormai alle porte. Ma anche qui resta da capire come e quando si potrà riprendere l’attività, e soprattutto se sarà «sostenibile» dal punto di vista economico. «Alcune realtà, soprattutto le più piccole, hanno già deciso di non riaprire.

E anche tra le società più grandi si stanno facendo delle valutazioni», dicono gli addetti ai lavori. In gioco ci sono fatturati fino a 1-2 milioni all’anno, dove la parte del leone la fanno proprio i mesi più caldi. Senza contare i posti di lavoro in bilico (all’Italcementi, ad esempio, con gli stagionali si arriva a 60 persone).

Per chi non ha il mare sotto casa (e col rischio che i confini tra regioni quest’estate rimangano invalicabili) la piscina è l’ultima spiaggia. Dai radar dei decreti, però, finora è scomparsa la regolamentazione dell’attività balneare non agonistica. E anche l’ordinanza del governatore Attilio Fontana (valida fino al 17 maggio) parla genericamente di «consentite attività sportive acquatiche individuali». Ben altra cosa, quindi, dei 2 mila ingressi festivi (meteo permettendo) all’Italcementi o a Stezzano, con la fila per la doccia negli spogliatoi. Scenari da archiviare nella memoria perché impensabili con le nuove misure di sicurezza anti-Covid. «In attesa che arrivino delle linee guida per riaprire delle valutazioni costi-benefici vanno fatte», commenta Milvo Ferrandi, presidente di Bergamo Infrastrutture, società che gestisce il centro sportivo di proprietà di Palafrizzoni.

E la versione non cambia passando da Mario Foti, amministratore unico della società Piscina comunale Stezzano a Matteo Melzi, amministratore della società Acqua 13 (al 100% privata) delle piscine di Seriate. Insomma ci saranno più spese (ad esempio per le sanificazioni più frequenti) con meno entrate, per gli accessi contingentati. Equilibri delicati, per bilanci già difficili da far quadrare in condizioni normali, figuriamoci adesso. «Con la nostra proprietà (il Comune, ndr) e l’assessorato allo Sport andranno valutate le finalità sociali della riapertura», fa presente Ferrandi. E anche Foti non usa giri di parole: «Toccherà all’amministrazione comunale di Stezzano deliberare di aprire anche se in perdita, perché noi, anche se siamo una società partecipata, abbiamo comunque come obiettivo di fare utili o il pareggio». Enti pubblici, però, che già non se la passano bene per le minori entrate causate dall’emergenza sanitaria. Quindi si vedrà.

Intanto le manutenzioni delle aree verdi e degli impianti vanno avanti (i costi fissi ci sono anche se le attività sono ferme). «Ci stiamo portando avanti per farci trovare pronti», conferma Melzi, la cui società ha inaugurato proprio l’estate scorsa le nuove piscine scoperte di Seriate (quelle coperte sono slittate a settembre per il blocco del cantiere causa Covid), con 25 mila ingressi su 90 giorni di attività. Si va in ordine sparso, invece per quanto riguarda i rimborsi delle attività interrotte: c’è chi valuterà caso per caso (Italcementi e Seriate, qui con la possibilità anche di introdurre dei vaucher) e chi invece è più rigido. «I consumatori sostengono che i rimborsi siano dovuti, i pareri legali invece dicono di no perché c’è stata la “causa di forza maggiore”. È un argomento che tratteremo col Comune», annuncia Foti.

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