Pizzaiolo di Torre de’ Busi rapinato e ucciso a Marsiglia, aveva 41 anni

Gesuel Mandaglio, 41 anni, originario di Calolziocorte, è stato accoltellato la notte del 28 novembre mentre stava tornando a casa dal lavoro. La sorella: «L’assassino senza pietà, ha infierito più volte. Ma non è stato ancora trovato». La famiglia negli ultimi anni si è trasferita a Torre de’ Busi.

Profondo cordoglio nelle comunità di Calolziocorte e Torre de’ Busi per la morte di Gesuel Mandaglio, 41 anni, assassinato con diverse coltellate a Marsiglia, in quella che pare una rapina finita in tragedia, mentre stava tornando a casa, dopo aver terminato il turno di lavoro come pizzaiolo in un ristorante della città francese. L’omicidio nella serata dello scorso 28 novembre, ma solo nelle ultime ore la notizia si è diffusa nelle due comunità, accolta con grande dolore della famiglia e dai tanti amici che l’avevano conosciuto e frequentato per tanti anni.

La famiglia Mandaglio, originaria della Calabria, era arrivata nella frazione Rossino nella zona de la Ca’ ed è molto conosciuta. Negli ultimi anni si è trasferita a Torre de’ Busi, nella frazione San Gottardo, dove abitano i genitori, il fratello Cristian e le sorelle Francesca e Valentina.

La famiglia di Gesuel è stata avvisata dell’accaduto dai carabinieri della stazione di Calolziocorte e si è chiusa nel dolore per piangere la tragica morte del loro congiunto. Proprio nei giorni scorsi il fratello e le due sorelle, nell’apprendere la tragica notizia, hanno raggiunto la città francese per vedere il loro fratello e «per stare tutti insieme per l’ultima volta», come riferisce, sconvolta dal dolore, la sorella Valentina, la più piccola della famiglia.

Un omicidio ancora senza un colpevole su cui le forze dell’ordine della città francese stanno cercando di fare luce. La salma, sottoposta ad autopsia, rientrerà in Italia martedì. Il giorno dopo, alle 10, nella chiesa di San Gottardo, frazione di Torre de’ Busi, sarà celebrato il funerale. Gesuel era molto conosciuto nella Valle San Martino. Aveva frequentato la scuola elementare della frazione Rossino e poi la media «Alessandro Manzoni» di via Nullo. Da giovanissimo, tra l’altro, si era dedicato alla pratica sportiva della boxe con la società Frimas, come ricorda uno dei titolari, Bruno Frigerio: «Per circa tre anni, dal 1999 al 2002, è stato tesserato con noi per la categoria welter e aveva disputato sei incontri. Un bravo ragazzo che ricordo con tanto affetto e sono vicino ai suoi famigliari in questo momento terribile».

Luca Marasco, campione calolziese di pugilato, ne conserva nella memoria un’immagine molto nitida. «Quanto accaduto a Gesuel mi lascia senza parole – dice –. Una tragedia assurda, che però mi fa tornare alla mente tanti bei ricordi di lui». E racconta: «Con la famiglia e gli amici era molto generoso e protettivo, era un ragazzo dal cuore d’oro. L’ho conosciuto che eravamo entrambi molto giovani: io ancora con il motorino, lui già con la patente e per questo mi dava passaggi per andare a ballare in discoteca». Era stato Marasco ad avvicinare Mandaglio al mondo dei guantoni e del ring. «È venuto in palestra e si è innamorato della boxe – dice l’atleta –. È entrato a far parte della grande famiglia creata dalla Frimas con Bruno Frigerio e aveva disputato anche una decina di incontri come super welter. Lui, Frigerio e io abbiamo girato per l’Italia e ricordo una volta, a Genova lui perse e volle subito andare a comprarsi degli occhiali da sole per nascondere l’occhio nero che aveva rimediato. Ci siamo fatti un sacco di risate, ci siamo divertiti. Non doveva finire così». Anche Adriano Monastra, pugile e allenatore ha bei ricordi legati al tempo passato in palestra: «Me lo ricordo quando ci si allenava ancora a Cisano, con la Fimas. Non era un atleta costante, ma si divertiva e la palestra gli aveva fatto bene».

Da tanti anni oramai si era trasferito all’estero dove aveva trovato occupazione per il suo lavoro di pizzaiolo. «Mio fratello – ricorda la sorella Valentina – ha lavorato e vissuto per oltre 10 anni in Inghilterra, facendo il pizzaiolo. Da tre anni si era trasferito a Marsiglia e, nonostante le difficoltà della pandemia era riuscito a trovare lavoro e a sistemarsi. La sera del 28 novembre, uscendo dal lavoro, è stato derubato e accoltellato più volte, senza alcuna pietà e questo ci fa tantissima rabbia soprattutto perché le indagini sono ancora aperte e l’assassino non è stato ancora trovato. Gesuel amava tantissimo viaggiare e imparare le lingue. Parlava perfettamente l’inglese, il francese, lo spagnolo e il portoghese. Eravamo quattro fratelli molto legati e sapevamo di poter contare sempre nell’aiuto reciproco. Ogni tanto tornava a farci visita ed era sempre bellissimo riunirci tutti insieme alla stessa tavola».

«Vogliamo riportalo a casa e riservargli un funerale dignitoso – prosegue la sorella –. In famiglia stiamo cercando di farci forza uno con l’altra, per riuscire ad affrontare uniti questa tragedia».

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