Reddito di cittadinanza, in Bergamasca
il 22% non si presenta ai colloqui di lavoro

Un convocato su cinque dai Centri per l’impiego della provincia di Bergamo a gennaio rischia la sospensione temporanea della card.

L’sms di chiamata al lavoro arriva puntuale, come l’accredito dei 780 euro sulla card ricaricabile. Non puntuali invece sono i 636 cittadini – il 22% sul totale dei primi convocati – che in provincia di Bergamo ricevono il reddito di cittadinanza e non si sono presentati all’appuntamento con i navigator nei dieci Centri per l’impiego sparsi in ogni angolo della provincia. 172 hanno dato una motivazione plausibile e quindi sono stati classificati con «giustificato motivo» e verranno richiamati, 171 figurano alla voce «mancato recapito», 309 invece quelli «senza giustificato motivo».

Tutti, in un modo o nell’altro, sfuggono al percorso di inserimento lavorativo che dovrebbe essere il cuore della misura varata dal fu governo gialloverde e confermata dall’attuale esecutivo giallorosso. Cosa rischiano? Sicuramente la disattivazione temporanea della card. E in caso di assenza reiterata la sospensione definitiva. Se ne riparlerà a gennaio, quando dovrebbero arrivare direttive più precise a livello nazionale. «Per ora stiamo tollerando chi non si presenta – spiega Elisabetta Donati, responsabile del coordinamento dei Centri per l’impiego in provincia –. Ma indagheremo a fondo i motivi di non presentazione. I navigator sono già istruiti su questo fronte: annotano tutti i passaggi e tutte le giustificazioni vengono verificate puntualmente».

Non si è presentato il 22%, dicevamo, sul totale di 2.854 percettori già presi in carico dai Centri per l’impiego. Come si può capire da questi numeri, la misura di sostegno è stratificata su più livelli, soprattutto nella fase operativa, di più complicata gestione. Alla base della piramide ci sono le «domande accolte» comunicate ogni mese da Inps. A fine novembre in provincia di Bergamo erano 7.247 (dati Inps al 6 dicembre 2019), mentre quelle respinte 5.075, quasi il 40% del totale. Poi vengono le effettive prese in carico dei Centri per l’impiego: per ora siamo a 1.561 «patti per il lavoro» sottoscritti in provincia di Bergamo e 1.363 percettori alla seconda convocazione con i navigator, quella decisiva.

L’INFOGRAFICA

Numeri da record rispetto ad altre province: il segnale che anche l’ennesima novità partorita dalla politica si è inserita in una macchina abituata a viaggiare ad alti regimi. Dopo Jobs Act, apprendistato, Rei - tutte misure avviate e poi corrette o superate - i dipendenti dei Centri per l’impiego della provincia di Bergamo ormai sono pronti a tutto. E anche nel caso del reddito di cittadinanza hanno organizzato tutte le fasi per non farsi trovare impreparati all’ondata di domande arrivate negli ultimi mesi.

Le convocazioni sono partite ad agosto, prima ancora dell’arrivo dei navigator, a una velocità perfino troppo elevata rispetto all’andamento delle norme applicative nazionali. La circolare applicativa sugli sgravi dedicati alle aziende, per dire, è arrivata solo a novembre. Lo scarto più preoccupante però riguarda il rapporto con i Servizi sociali dei Comuni, gli altri protagonisti della partita.

Se la ricognizione lavorativa è già a buon punto, quella «sociale» si concluderà solo a gennaio. E a quel punto si potrà capire quali percettori possono avere un futuro in azienda oppure devono essere presi in carico dagli enti locali. «Noi crediamo nel superamento della fase matematico algebrica. L’ultima cosa che vogliamo fare è classificare una persona sulla base di lavoro/non lavoro, creando un rimpallo tra i Centri per l’impiego e i Servizi sociali – continua Elisabetta Donati –. Noi qui stiamo conoscendo persone, famiglie, non numeri. Non vediamo l’ora di ricostruire il quadro completo insieme ai Servizi sociali, favorendo un’osmosi tra questi due mondi che non si sono quasi mai parlati. Siamo pronti a ricevere suggerimenti e indicazioni, perché è difficile che all’interno di un gruppo famigliare non ci sia un componente che possa essere investito di un percorso verso l’inserimento lavorativo. Noi siamo consulenti di questo percorso. E in quest’ottica ben vengano i navigator, che ci stanno dando una mano. La sostanza è che dove non ci sono impedimenti di tipo sociale io ti devo trovare un lavoro».

Le intenzioni lodevoli si scontrano con la realtà di una normativa che cambia di continuo e con i limiti di un sistema che necessita di più personale. «Già il fatto di avere nei nostri uffici questi giovani è un bel passo in avanti – commenta Silvano Gherardi, dirigente del settore Sviluppo della Provincia –, tra poco spero di essere qui a commentare le 100 nuove assunzioni nei Centri per l’impiego della provincia di Bergamo, come previsto dal concorso regionale che verrà pubblicato a gennaio». Gherardi è soddisfatto dei risultati ottenuti finora. «Diamo atto che la collaborazione con i navigator di Anpal ci ha portato ad avere dati tra i più performanti a livello nazionale sulla prima fase del reddito di cittadinanza. Una sfida che è stata raccolta con entusiasmo anche dai nostri addetti. Però ribadisco che l’assunzione di 100 nuovi dipendenti per noi sarà la vera svolta. Perché la provincia di Bergamo è quella con più sedi sparse su tutto il territorio, molto complesso da gestire. Tutto sta procedendo per il meglio, ma abbiamo bisogno di nuove forze».

Nelle due pagine pubblicate su «L’Eco di Bergamo» di martedì 31 dicembre anche il racconto di una giornata da navigator, a fianco di due giovani consulenti che ogni giorno incontrano i beneficiari del reddito di cittadinanza e cercano di trovare loro un futuro lavorativo.

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