Referendum a prova di coronavirus
Oggi seggi aperti dalle 7 alle 23

Oggi e domani alle urne per il taglio dei parlamentari. Rinunciano 10 presidenti e 22 scrutatori. Il 63% degli elettori ha già ritirato il talloncino del nuovo seggio ma si può prendere direttamente in loco.

Oggi (dalle 7 alle 23) e domani (dalle 7 alle 15) si vota per il Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. In attesa di vedere l’impatto sulla partecipazione, l’«effetto Covid» si è già fatto sentire su presidenti di seggio (10 rinunce su 105) e scrutatori (22 su 420). Una defezione nella maggior parte dei casi motivata da «problemi di salute». Veri o presunti ora sarà la Corte d’Appello a verificare.

I votanti

Ieri intanto, a Palafrizzoni, la maratona per trovare i supplenti, mentre era in corso l’allestimento dei seggi. «Siamo pronti», annuncia l’ assessore all’Anagrafe Giacomo Angeloni, invitando comunque ad avere pazienza. Facile, infatti, che le operazioni di voto vadano per le lunghe, viste le norme di sicurezza da rispettare. Anche se l’esito sarà valido indipendentemente dall’affluenza (non serve il quorum) le premesse sembrano migliori che altrove: il 63% dei 37 mila elettori che hanno cambiato sede di voto (per disposizione del Comune, in modo da non intaccare le scuole) ha già ritirato il talloncino per la tessera elettorale, segno della volontà di partecipare. Chi non avesse ancora recuperato l’etichetta, potrà farlo oggi e domani direttamente al nuovo seggio. L’altra metà di elettori (in totale sono circa 80 mila) continuerà a votare nelle solite sedi.

La sicurezza

A Bergamo (se paragonata ai numeri di altre città) non si è verificata una vera e propria fuga degli scrutatori, ma la rinuncia all’incarico all’ultimo, soprattutto tra i presidenti, ha portato il Comune a correre ai ripari, attingendo i sostituti dalle liste elettorali e tra i dipendenti comunali. Per un compenso che va dai 104 euro per lo scrutatore ai 130 euro per il presidente (innalzato a 135 e 195 euro per i seggi «volanti» Covid), molti non hanno voluto correre il rischio. Anche se le disposizioni di sicurezza sono ferree. Obbligo di mascherina sempre (ogni componente di seggio ne ha ricevute 12) e di guanti (ne sono stati distribuiti otto paia a testa) solo durante la verifica dei documenti di identità e della scheda elettorale. I dispositivi sono stati consegnati dalla Prefettura, «ma non erano abbastanza, per cui altri li abbiamo dovuti comprare noi», fanno sapere dal Comune, senza però voler montare la polemica. Che invece solleva il capogruppo della Lega in Regione Roberto Anelli: «Per i seggi elettorali negli ospedali con più di 100 posti letto, lo Stato avrebbe dovuto inviare guanti, mascherine e tutti gli altri Dispositivi di protezione individuale previsti dalle normative per il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Tutto il materiale avrebbe dovuto essere distribuito dal ministero degli Interni ma non è mai giunto a destinazione e così “mamma Regione” si è mossa immediatamente per risolvere anche questo disagio causato dal Governo». Per quanto riguarda i seggi volanti Covid - quelli che raccoglieranno a domicilio i voti di chi è risultato positivo (per ora solo tre le richieste arrivate in città) - le misure saranno ancora più stringenti, con l’obbligo di indossare la «tuta di sicurezza» da sostituire ogni volta che si cambia casa. Distanziamento, igienizzazione e obbligo di mascherina varranno ovviamente anche per gli elettori.

L’esito

Lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi. L’esito, se a livello nazionale sarà un banco di prova per il governo (le forze di maggioranza si sono schierate per il Sì), anche a livello locale potrà essere un test politico. Il sindaco Giorgio Gori (che andrà a votare domani mattina al museo Caffi in Città Alta) e (quasi) tutta la sua Giunta sostengono il «No», prendendo quindi una posizione diversa dallo stato maggiore del Pd. In città prevarranno i favorevoli o i contrari?.

© RIPRODUZIONE RISERVATA