Regione, confronto nella maggioranza
Gallera rimane al suo posto

Nulla di fatto nel confronto tra i vertici del centrodestra. C’è sempre l’ipotesi di un supercommissario, con l’ex dg Lucchina in pole.

Chi c’era parla di un confronto soft, e non sono frasi fatte. La montagna che partorisce il più classico dei topolini, insomma. Rimpasto no (per ora) ma verifica sì, una sorta di tagliando di metà mandato della Giunta Fontana con tempi e modalità tutti da definire e prospettive che fanno intuire una situazione dal vago sapore gattopardesco. In pratica, ora come ora, difficile che cambi qualcosa, anche perché rimuovere Giulio Gallera dalla poltrona (complessa di suo, esplosiva dal Covid in qua) di assessore alla Sanità rischia di innescare il più classico degli effetti-domino dalle conseguenze imprevedibili.

Per questo la questione rimpasto è stata solo sfiorata nel vertice dove non c’era il governatore Attilio Fontana, il primo a mettersi per traverso di fronte all’ipotesi di sostituire Gallera, perorata da parecchi consiglieri, leghisti in primis, pare. «Io penso solo ai problemi dei lombardi e alla loro cura» taglia corto il governatore in mattinata. Ed è la sola cosa che dice in merito alle tensioni politiche. Matteo Salvini, dal canto suo, è a Milano come (quasi) ogni venerdì: incontra i suoi consiglieri regionali, fa il punto ma se ne guarda bene da mettere piede al vertice né a rimanere col cerino in mano: in tarda mattinata il quadro è così già abbastanza chiaro, il vertice non sarà decisivo né tanto meno importante.

Equilibri sempre più delicati

L’impressione è che la partita vera si giochi su tavoli ben più ristretti ed esclusivi e su equilibri sottilissimi. Sulla gestione della sanità ci sono malumori a carrettate, ma rimuovere Gallera significherebbe ammettere la debacle, e politicamente non è ammissibile per il centrodestra.

Prende quindi sempre più corpo l’ipotesi di «affiancare» (rigorosamente tra virgolette) a Gallera un tecnico, sotto le vesti di supercommissario o di un meno impattante (formalmente) consulente: c’è chi opta per una rosa di nomi e chi per Carlo Lucchina. Ovvero «il» nome: direttore generale della Sanità dell’epoca formigoniana, uno che conosce la macchina come e meglio delle tue tasche. Ma ha un passato che pesa per chi pensava di fare piazza pulita in due mandati a guida leghista e ha già comunque dovuto digerire la sostituzione dell’originario dg della Sanità, Luigi Cajazzo, con un altro formigoniano di stretta osservanza come Marco Trivelli.

Nell’attesa «dovremo rivedere le priorità del programma è anche gli aspetti comunicativi» commenta Roberto Anelli, capogruppo leghista. «Commissari e rimpasti fanno parte di una politica che non è la nostra» aggiunge Daniela Santanché, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia. «I malumori sono normali ma non mettono in discussione la Giunta» le fa eco Massimiliano Salini per Forza Italia, «L’ipotesi di una task force o di un supercommissario verranno approfondite dal tavolo politico nei prossimi mesi» taglia corto il leghista Paolo Grimoldi: «Gallera si è trovato a gestire l’esplosione di una bomba nucleare». Ma una prima cartina al tornasole della tenuta della maggioranza potrebbe esserci presto, già nella seduta di Consiglio di martedì dove l’opposizione potrebbe presentare una mozione di censura sull’assessore. Con il voto segreto se ne potrebbero anche vedere delle belle.

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