Restrizioni e crisi incidono sul Natale
Il 38% dei bergamaschi non farà i regali

Cesti di prodotti gastronomici, giocattoli, libri e vestiti: sono i regali che i bergamaschi si ritroveranno sotto l’albero nelle festività segnate dalla pandemia, ma saranno in parecchi a rimanere senza pacchi da scartare, dal momento che il 38% dei consumatori orobici quest’anno non acquisterà doni per parenti e amici.

È uno dei dati raccolti dalla ricerca Ascom-Format Research sui regali di Natale realizzata su un campione rappresentativo di cittadini nel periodo di zona rossa, tra divieti, confusione e paura di sanzioni. E proprio la pandemia ha sconvolto i piani dei bergamaschi, perché se il 62% non rinuncerà al rituale scambio dei cadeaux, ben il 38% lascerà i propri cari a mani vuote: «Un dato che colpisce, soprattutto perché più della metà di loro, il 53,2%, fino all’anno scorso era un habitué dello shopping natalizio, emerge quindi un raddoppio di bergamaschi che rinunciano ai regali, conseguenza di pandemia e restrizioni», dichiara il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini.

Perché sarà sì un Natale all’ingrasso - il 68% lascerà sotto il vischio prodotti alimentari- ma non certo in termini economici: «Quest’anno la spesa media scende sensibilmente, 174 euro, ben il 5,9% in meno rispetto al 2019 (185 euro) e la spesa da destinare alle strenne natalizie sarà di circa 194,2 milioni di euro contro i 206 milioni di un anno fa», continua Fusini. Tant’è che il sacrificio dei bergamaschi è motivato da scelte di risparmio (28%), mancanza di occasioni per lo scambio dei regali per il Natale a distanza (25,6%) e peggioramento della condizione economica per l’emergenza sanitaria (18,1%).

La pandemia ha influito anche sulla scelta dei regali, privilegiando forme di intrattenimento «da lockdown» (+10,5% di abbonamenti a piattaforme streaming, +7,2% di voucher da usare «quando si potrà»), con un crollo del -25,9% per concerti ed eventi.

Ma da dove arrivano giochi (51,2%), libri (47,2%) e capi d’abbigliamento (45%) che riceveranno i più fortunati? Dal mondo etereo di Internet, dal momento che, al «basta il pensiero» i congiunti hanno aggiunto il «basta un click»: «Un po’ per comodità (66,5%), per varietà dei prodotti (57%) e per convenienza (55,8%), il 64,4% dei consumatori bergamaschi si affida all’online per almeno un regalo – rivela Fusini – ma c’è anche in questo caso lo zampino del Covid, dato che il 36,7% dichiara di essere spinto all’e-commerce dalla chiusura dei negozi e il 27,4% dalla paura di accedervi».

Il 53,3% si è buttato nella grande distribuzione, solo il 39,5% si è rivolto ai punti vendita tradizionali e, con una nuova zona rossa, oltre il 75% ricorrerà all’e-commerce: «Così si uccide il commercio tradizionale, nei negozi della nostra provincia non ci sono assembramenti» tuona il direttore di Ascom. «Peccato che la piattaforma per il cashback non stia funzionando, tutti hanno aspettato a spendere e ora se chiudono i negozi è già finito il tempo degli acquisti», dichiara rammaricato Fusini.

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