Riforma sanitaria, in arrivo sei ospedali e 20 Case di comunità

In settimana un incontro sindaci-Regione per definire la mappa degli interventi per il 2022. A Bergamo una struttura anche in via Ghirardelli.

Tempi strettissimi: le tappe per «dare corpo» alle nuove strutture previste dalla legge sociosanitaria regionale 187 appena approvata dal Consiglio regionale sono incalzanti, secondo quanto ha annunciato Letizia Moratti vicepresidente e assessore regionale al Welfare della Lombardia. Previsti in tutta la regione 203 Case della comunità (strutture di coordinamento per la presa in carico dei malati cronici, e anche poliambulatori territoriali in cui opereranno team multidisciplinari di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri di comunità e assistenti sociali) e 60 ospedali di comunità (strutture sanitarie con 20 posti letto, fino a un massimo di 40, destinati a pazienti con degenze di breve durata e per interventi a bassa intensità clinica, a gestione prevalentemente infermieristica): entro questa settimana – viene dato per probabile, da fonti attendibili, per il 9 dicembre, giovedì, un incontro tra i vertici della Regione e i sindaci lombardi - si dovrà definire la «mappa» dei luoghi individuati per la realizzazione delle prime Case e ospedali di comunità.

L’obiettivo annunciato dall’assessore Moratti è di riuscire ad attivare già entro la fine del 2021 l’apertura di due case e un ospedale di comunità per ogni provincia, ma le «tappe di avanzamento lavori» sono accelerate anche perché entro il 2022 si punta a effettuare il 40% del totale tra Case e ospedali di comunità, il successivo 30% entro il 2023 e il restante 30% entro il 2024. I distretti invece, che oggi sono 27 e che secondo la riforma dovrebbero essere i «poli di coordinamento» territoriali delle varie Asst, diventando sedi della valutazione del bisogno locale, della programmazione territoriale e dell’integrazione dei professionisti sanitari, nonché la sede privilegiata del rapporto con i sindaci del territorio, dovranno essere uno ogni 100 mila abitanti (uno ogni 20 mila nelle aree montane), e ne sono previsti almeno 100, da realizzare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, mentre saranno 101 in totale le Cot, Centrali operative territoriali (con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con quelli sanitari, una sorta di interfaccia tra ospedali e la rete di emergenza-urgenza, dovranno integrarsi anche con le attività sociali e attivare il potenziamento di tutte le attività di telemedicina), che verranno realizzate entro 6 mesi dall’istituzione dei distretti.

La tappa più urgente, al momento, è quella di completare e definire la mappatura delle sedi per le prime Case e e ospedali di comunità , dislocati in strutture o già in disponibilità del servizio sanitario regionale o individuati dagli enti locali. Entro dicembre, infatti, ha spiegato Letizia Moratti, «si concluderanno i progetti di fattibilità tecnica ed economica per gli immobili del sistema sanitario regionale». E nei giorni scorsi, non a caso, una circolare firma da Letizia Moratti e dal presidente Attilio Fontana è stata inviata ai capigruppo di maggioranza e agli assessori e capi delegazione della Giunta: un ringraziamento per il lavoro fatto per l’approvazione della legge ma anche un «vademecum» operativo per visualizzare lo stato dell’arte dell’attuazione della riforma. In allegato, infatti, è stata inviata una bozza della mappatura delle prime nuove strutture da realizzare per il 2022.

Per le tre Asst bergamasche sono previste in totale 20 Case e sei ospedali di comunità. Per l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono 6 le Case della comunità tra spoke e hub e un ospedale di comunità: nulla di invariato rispetto a una prima bozza che la Giunta aveva approvato ad ottobre come attuazione della prima fase del Pnrr. Queste sei Case della comunità sono previste a Bergamo (in via Borgo Palazzo, in via Garibaldi ovvero all’ex Matteo Rota e in via Ghirardelli, zona stadio), a Zogno (piazza Belotti), a Sant’Omobono Terme (in via Vanoncini), a Villa d’Almè (in via Roma), mentre l’ospedale di comunità è previsto a San Giovanni Bianco, nell’ospedale già esistente.

Per l’Asst Bergamo Ovest sono 4 le Case e tre gli ospedali di comunità previsti (e qui rispetto alla delibera di ottobre, c’è un ospedale di comunità in più, a Treviglio): le Case di comunità, secondo la bozza distribuita, vengono realizzate a Treviglio (via Matteotti), Martinengo (piazza Maggiore), a Dalmine (via Betelli) e a Ponte San Pietro (piazza Libertà), mentre gli ospedali di comunità sono a Ponte San Pietro e a Martinengo (entrambi nella stessa sede delle Case) e a Treviglio, (nella sede dell’attuale ospedale). Per l’Asst Bergamo Est la bozza parla di 10 Case e 2 ospedali di comunità (rispetto alla delibera di ottobre ci sono 7 Case e un ospedale in più, individuato a Gazzaniga). Le Case di comunità sono a Seriate (via Marconi), Lovere (piazzale Bonomelli), Albino, (via Sant’Anna), Clusone (via Somvico), Sarnico (via Faccanoni), Grumello del monte (via Nembrini), Vilminore di Scalve (via Polini), Calcinate (piazzale ospedale), Gazzaniga (via Manzoni), Alzano Lombardo (via Paleocapa), e gli ospedali a Calcinate e Gazzaniga (entrambi nella sedi delle strutture sanitarie già esistenti).

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