Rischio varianti Covid: crescono i casi con mutazioni non identificate, ora sono 9

Variante indiana: a Bergamo 4 contagiati. Due già negativizzati. In Lombardia 81 infettati dalla «Delta». La mappatura di Ats Bergamo.

In Gran Bretagna la variante inglese fa paura: l’annunciato e promesso «liberi tutti» da fine giugno slitta di almeno un mese, per evitare che la cancellazione delle restrizioni possa dare benzina al virus mutato, vanificando la campagna vaccinale. Una variante, quella denominata Delta, che risulta avere l’80% in più della diffusività di quella inglese (ormai predominante), che a sua volta aveva il 50% in più del virus originario. In Lombardia, è stato spiegato dalla Regione, la situazione della variante inglese è sotto controllo, la si considera temibile, ma al momento non ci sarebbero condizioni di elevata preoccupazione; stando a quanto dichiarato dalla vicepresidente e assessore al Welfare lombardo Letizia Moratti, la «Delta», è stata riscontrata su 81 cittadini: a maggio nell’1,2% circa delle 5.841 genotipizzazioni effettuate, a giugno nell’1,1% del totale sino a ora esaminato di 786 genotipizzazioni.

In Bergamasca, esclusi i casi che erano stati individuati a maggio con l’arrivo di cittadini di origine indiana (ma con passaporto italiano o doppio passaporto) con un volo dal subcontinente sbarcato a Orio al Serio, attualmente i positivi con variante indiana sono 2, fino a martedì 15 giugno in realtà erano 4 (una coppia, marito e moglie, indiani, residenti nella zona Est della Bergamasca proprio ieri è risultata finalmente negativa: il loro caso, tenuto sotto controllo dall’Ats, non ha permesso comunque di risalire al «link» di contagio). Dei due casi attualmente positivi, entrambi residenti nella Bassa, uno è cittadino pakistano, l’altro è un bergamasco (per il primo il contagio è collegato a un focolaio nel Bresciano, per il secondo non è stata chiarita l’origine). «L’attenzione sui casi di variante indiana è massima: si lavora a ricostruire anche i contatti delle persone individuate come positive con questo tipo di mutazione, per la quale, va ricordato, la quarantena si protrae finché non si arriva a una negativizzazione netta – rimarca Lucia Antonioli, alla guida del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo – . I casi dei due coniugi sono ora negativi e non ci sono stati altri contagiati; per gli altri due stiamo testando i contatti avuti, anche nelle loro situazioni abitative, come nei condomini in cui dimora uno dei due positivi, per verificare eventuali altre infezioni. Attualmente gli esami non segnalano altre positività alla “Delta”, ma è anche vero che per alcune persone individuate come contatti dei due infettati gli esiti non ci sono ancora. Nella Bergamasca la maggior parte dei nuovi positivi riguarda la variante inglese. Una variante che ormai ha soppiantato completamente l’originaria, isolata allo scoppio della pandemia. Per il momento, pur in una situazione di particolare attenzione, per l’indiana non ci sono allarmi impellenti». Anche perché, come è stato ribadito anche dalla Regione Lombardia, i contagi tipizzati di «Delta» fanno segnare un leggero calo in giugno. E quindi un ruolo importante lo giocano i vaccini, con una campagna che si cerca di mantenere il più stringente possibile.

«Analisi inglesi confermano che la copertura vaccinale ha un’ottima efficacia anche contro questa variante – ha dichiarato l’assessore Moratti – . Se si è vaccinati anche la variante indiana, come tutte le altre, dovrebbe essere sotto controllo. Da dicembre a oggi abbiamo effettuato 16.638 genotipizzazioni e abbiamo riscontrato che la variante inglese (Alpha) con il 68% è, a oggi, quella prevalente in Lombardia seguita da quella brasiliana (Gamma), 1,1%, e dalla sudafricana (Beta), 0,3%».

Oltre a quella indiana, i contagi legati ad altre varianti finora identificate in Lombardia sono 11.373 per quanto riguarda quella inglese, 383 per la brasiliana e 79 per la sudafricana. Ce ne sono poi 786 relativi a varianti «non Voc (Variant of concern)», cioè non significative dato che non mostrano aumento della trasmissibilità. Degli 81 casi di variante indiana finora rilevati in Lombardia, due sono stati identificati ad aprile, 70 nel mese di maggio e 9 al 14 giugno. In questo mese quindi, la tendenza risulterrebbe in calo; inoltre è ancora più significativa la scarsa percentuale della cosiddetta variante «Delta» sul totale delle genotipizzazioni, che è stata dell’1,20% in maggio e finora dell’1,15% a giugno.

In Bergamasca, i numeri che fornisce l’Ats di Bergamo indicano che da gennaio a oggi sono state effettuate 949 genotipizzazioni su tamponi positivi: «Di questi 819 sono di variante inglese – rimarca Lucia Antonioli – , 54 nigeriane (e la Bergamasca ha di questa tipologia di variante un numero più elevato di altre zone lombarde, ma questa mutazione non sembra creare problemi), un caso di variante sudafricana, due di brasiliana e attualmente appunto due di indiana. A oggi, dei 79 casi positivi che sono ancora in quarantena e che sono stati sottoposti a tipizzazione, 66 sono di variante inglese, uno di inglese denominata 48k, giudicata «non Voc», uno di nigeriana, due appunto quelle indiane. Nove casi, infine, sono varianti non ancora determinate. Per questo tipo di mutazioni attualmente ancora non definite, per le quali va completato un sequenziamento più dettagliato, stiamo riscontrando un aumento. A dimostrazione del fatto che questo virus continua a circolare e quindi a mutare: l'importanza delle vaccinazioni, quindi, sta proprio in questo, perché più persone si vaccinano, minore è il margine di circolazione del virus. E con una circolazione del virus molto più limitata, si possono isolare più facilmente i casi di nuove varianti e intervenire rapidamente per scongiurare focolai».

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