Scuola, più corse di bus
Due fasce per le lezioni

Venerdì vertice in Prefettura in vista della ripresa di gennaio. Possibile anche un ricorso all’offerta privata. La Regione in campo.

Due fasce orarie d’ingresso e due d’uscita delle scuole superiori ben definite, rigide e soprattutto condivise. Più autobus nelle fasce orarie di maggior presenza a bordo di studenti, ricorrendo se necessario anche ai mezzi dei noleggiatori privati che da tempo chiedono di essere coinvolti, ma a condizioni in via di definizione da parte della Regione.

A poco meno di un mese dal ritorno a scuola in presenza, il piano per il trasporto pubblico è in via di definizione. Pezzo dopo pezzo.

Il tavolo

Venerdì in Prefettura è in programma un incontro tra tutti gli attori coinvolti nell’operazione: agenzia di trasporto pubblico, società, amministratori e Ufficio scolastico provinciale. A coordinare il tutto, il prefetto, come indicato nell’ultimo decreto: in realtà a Bergamo il tavolo di confronto è già attivo dal maggio scorso, senza alcuna prescrizione a livello nazionale.

È qui che si sono decise le strategie per il ritorno in classe lo scorso settembre (seppure col fiatone a causa delle tardive indicazioni a livello centrale) ed è qui che venerdì si metterà a punto la strategia complessiva, nero su bianco. Nei giorni scorsi ci sono già stati degli incontri per preparare il terreno e arrivare in via Tasso con qualcosa di più che una semplice bozza di lavoro, considerato che al rendez-vous con la scuola manca appunto meno di un mese e in mezzo ci sono pure le feste natalizie. Venerdì l’obiettivo è uscire con un patto d’impegno reciproco.

Gli orari

Gli ingressi di tutte le scuole superiori saranno modulati su due fasce: 8-10 all’ingresso e 13-14 all’uscita (ma sulla seconda il confronto è ancora aperto). «A settembre molte scuole le avevano rispettate, qualcuna era invece andata in ordine sparso: questa volta servirà il giusto equilibrio tra primo e secondo ingresso, ovvero 50 e 50» spiega Emilio Grassi, direttore dell’agenzia per il trasporto pubblico a distanza.

Anche perché con lezioni in presenza al 75% e capienza dei mezzi che non andrà oltre il 50 - come dice il decreto - l’equilibrio sarà fondamentale.

Il servizio

Ma ancora più importante sarà avere un numero sufficiente di autobus per trasportare gli studenti, stante la capienza dimezzata: «Per questo il rispetto degli orari d’ingresso e d’uscita differenziati diventa basilare: ci permette di spalmare l’utenza» aggiunge Grassi.

A settembre, soprattutto su alcune tratte extraurbane, era però apparso evidente come l’offerta non fosse adeguata al numero di studenti: «Siamo pronti a mettere delle corse in più dove servono» garantiscono dall’agenzia per il Tpl. Sia su linee intere che in determinati tratti o verso i singoli poli scolastici: le modalità sono in via di definizione e da qui al 7 gennaio ci sarà parecchio da studiare. «Fermo restando che serviranno comunque un paio di settimane per entrare davvero a regime perché le attività scolastiche vanno poi ad intrecciarsi con quelle lavorative».

Gli autobus privati

E qui arriviamo alla vexata quaestio dei mezzi privati: nel parco delle aziende che già ora fanno trasporto pubblico locale ce ne 140 disponibili per rafforzare il servizio. Se non bastassero «si potrebbe valutare il ricorso anche a quelli dei noleggiatori privati; lo capiremo elaborando il piano nel dettaglio. Non è assolutamente escluso, tutte le opzioni sono valide» rileva il direttore dell’agenzia.

Tra le altre cose, la Regione sta preparando delle linee guida per l’eventuale affidamento dei trasporti a queste realtà che più volte avevano manifestato la propria disponibilità. Il problema resta comunque quello dei fondi: il costo di un mezzo privato si aggira tra i 300-500 euro al giorno.

Il domino

C’è poi (anzi, prima) un aspetto meramente tecnico: non tutti gli autobus sono adatti al trasporto pubblico locale e ci sono differenze notevoli tra il trasporto urbano (hinterland compreso) e quello extraurbano. Fermate frequenti e ravvicinate incidono molto sulla tipologia del mezzo scelto per questo o quel servizio, senza contare aspetti come il pianale ribassato o l’ampiezza delle porte di salita e discesa.

Anche per questo motivo l’utilizzo dei pullman turistici ha sempre sollevato qualche perplessità: è potenzialmente possibile ma solo in determinate tratte e con certe tipologie, per esempio collegamenti point-to-point senza troppe fermate intermedie, quindi in rinforzo a percorsi ben definiti. Sicuramente non sono adatti ad un trasporto di natura urbana, anche solo per le difficoltà di salita e discesa.

Il loro utilizzo potrebbe però dare il «la» ad un effetto-domino con spostamento di quei mezzi del trasporto extraurbano con caratteristiche più urbane (spazi ampi, porte larghe, pianali bassi) a rinforzo delle linee Atb nell’approssimarsi al capoluogo. I tecnici ci stanno lavorando

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