Seriate, l’esplosione per una fuga di gas
Morto Lorenzo, 27 anni, abitava lì da 3 giorni

Il violento scoppio a Seriate è costato la vita a Lorenzo Giannini: aveva 27 anni. Ferita lieve una vicina di casa, illeso un altro. Ingenti i danni all’edificio: è stato dichiarato inagibile.

Quell’appartamento l’aveva acquistato alla fine dell’anno scorso e lo stava allestendo di fino, curando con grande attenzione ogni dettaglio. Ma da tre giorni, forse per sentirlo più suo in questo periodo di isolamento forzato per tutti, si era già trasferito lì, al primo piano di una palazzina di via Dante a Seriate. E fa niente se ancora mancavano alcuni mobili e pure il letto: per Lorenzo Giannini, 27 anni, un materasso per terra era più che sufficiente per dormire in quella che considerava la sua casa e che, conclusa l’emergenza per il coronavirus, avrebbe finito di arredare.

Ma i sogni di questo giovane seriatese, operaio in cassa integrazione, si sono interrotti bruscamente alle 8,30 di lunedì 16 marzo: se l’è portato via uno scoppio potente, sentito a chilometri e chilometri di distanza – complice anche l’assenza del traffico di queste giornate – e che ha danneggiato, sventrandola, la palazzina di via Dante. La deflagrazione ha scosso l’intero centro abitato di Seriate – siamo a poche decine di metri dalla chiesa parrocchiale – e non solo per il rumore. L’onda d’urto ha scaraventato detriti un po’ dappertutto, danneggiando anche gli edifici di fronte alla casa interessata dallo scoppio. All’origine – hanno ricostruito i vigili del fuoco e i carabinieri – una fuga di gas: il metano ha saturato l’appartamento di Lorenzo, quello centrale dei tre della palazzina, e forse per un innesco accidentale – il giovane potrebbe aver acceso una luce dopo essersi alzato, anche se resta per ora solo un’ipotesi – si è scatenata l’esplosione. Distrutti vetri e infissi, scoperchiato il tetto della palazzina, danneggiati anche i locali al pianterreno, che ospita un negozio di parrucchiere e altre attività commerciali che ieri erano chiuse, come previsto dalla normativa per contrastare il coronavirus.

E forse è stato un bene: in strada non c’era pressoché nessuno. Né auto né pedoni. Pezzi di legno, calcinacci e tegole sono letteralmente volate ovunque, senza colpire nessuno. I danni alla palazzina – che è stata dichiarata inagibile – sono ingenti. L’onda d’urto ha danneggiato anche gli edifici attorno.

Nell’edificio c’erano in tutto tre persone, in altrettanti appartamenti: Lorenzo Giannini era in quello centrale. Nella casa di sinistra c’era una donna di 49 anni, V. N., che ha riportato una ferita a una spalla. Soccorsa dal personale del 118, è stata trasferita con l’elicottero all’ospedale Niguarda di Milano. Una scelta dovuta alla necessità di non gravare sul Pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e sulle altre strutture sanitarie bergamasche, al centro dell’emergenza coronavirus. La quarantanovenne, di origine romena, non è grave. L’appartamento di destra è invece abitato da una coppia: la donna era uscita attorno alle 7,30 per andare al lavoro. Era rimasto a casa il marito, che si trovava nell’appartamento con il loro cane. L’uomo e l’animale non hanno riportato ferite nello scoppio. Fatti evacuare dai vigili del fuoco, si sono poi trasferiti da alcuni parenti.

Niente da fare, invece, purtroppo per il ventisettenne: il suo corpo senza vita è stato trovato nell’appartamento dove abitava da tre giorni, morto a seguito del violento scoppio e dell’incendio che ha causato la deflagrazione. Il 118 non ha potuto far altro che constatare il decesso di Lorenzo Giannini. I carabinieri della locale tenenza hanno avviato gli accertamenti per ricostruire cause e dinamica dei fatti. È escluso il gesto estremo: si sarebbe trattato di un evento accidentale.

Scattato l’allarme, il dispiegamento di forze è stato consistente. Il comando provinciale dei vigili del fuoco ha inviato un’autobotte e un’autoscala della centrale di Bergamo, supportate dai nuclei regionali lombardi dei Sapr, acronimo di «Sistemi aeromobili pilotaggio remoto», dell’Usar, l’«Urban search and rescue», e del Niat, il «Nucleo investigativo antincendi territoriale». Sono stati proprio i vigili del fuoco a estrarre dalla palazzina la donna ferita, poi affidata alle cure del 118.

Il gas potrebbe essere fuoriuscito da una caldaia difettosa e aver saturato il locale rapidamente: un testimone ha riferito agli inquirenti di aver sentito odore di metano fin dalle 7,30, un’ora prima dello scoppio costato la vita a Lorenzo Giannini. Informati del dramma, in via Dante sono arrivati i genitori e il fratello minore del giovane. La palazzina è inaccessibile e dovrà essere completamente ristrutturata.

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