«Siate speranza per chi incontrerete
voi che diventate preti nella pandemia»

Ordinazione sacerdotale in Cattedrale per don Omar Caldara, don Giovanni Milesi e don Mattia Monguzzi. Il vescovo Francesco Beschi: il Covid ci ha limitato, ma abbiamo speranza di superare queste limitazioni.

«Diventate preti nella pandemia. Il vostro “Eccomi” alla chiamata esprime una risposta di responsabilità per una missione fra il popolo di Dio. Siate sempre consapevoli della grazia del Signore e del suo rimanere con voi tutti i giorni, in ogni istante della vostra vita». Con queste parole, sabato pomeriggio (29 maggio) in Cattedrale, il vescovo Francesco Beschi si è rivolto ai tre diaconi durante la solenne Concelebrazione eucaristica con la loro ordinazione sacerdotale. Questi i loro nomi e le parrocchie di provenienza: don Omar Caldara, 27 anni, di Villongo San Filastro; don Giovanni Milesi, 26 anni, di Fuipiano al Brembo (frazione di San Giovanni Bianco), dove la gioia è stata ancora più grande, perché l’ultima ordinazione risale a 120 anni fa; don Mattia Monguzzi, 28 anni, di Scanzo.

A causa delle restrizioni anti-Covid, anche quest’anno è stato soppresso il corteo processionale dalla Curia alla Cattedrale. Il primo momento intenso del rito è avvenuto con la presentazione e l’elezione dei tre ordinandi. Don Gustavo Bergamelli, rettore del Seminario, li ha chiamati per nome e loro hanno risposto «Eccomi!», segno della disponibilità ad accogliere il dono del sacerdozio. Questo momento è stato ripreso da monsignor Beschi nell’omelia. «Siete stati chiamati per nome per una chiamata particolare, quella di Dio. Penso a quando una persona nasce, ma ancor prima viene scelto il suo nome, che è come un appello unico nella vita. Il rettore, a nome di chi vi ha accompagnato, vi ha chiamati per nome e avete sentito risuonare la chiamata di Dio. Con la chiamata per nome avviene sempre una trasformazione, come se in quel nome l’individuo diventasse persona riconosciuta, con una visione della storia e del mondo».

Il vescovo ha ricordato le restrizioni anti-Covid ancora in atto. «Il nome dice il vostro volto e non c’è mascherina che tenga. La Chiesa per nome vi espone a una risposta, a un “Eccomi”. Diventerete sempre più preti al servizio del popolo di Dio nella misura in cui la vostra risposta diventa responsabilità. Diventate preti durante la pandemia. In altri anni, questa Cattedrale sarebbe stata piena di gente. La pandemia ci ha limitato, ma abbiamo speranza di superare le limitazioni». Rivolgendosi ancora ai tre ordinandi, monsignor Beschi ha rilevato che, durante il loro sacerdozio, incontreranno gioie, ma anche difficoltà, solitudine, tentazioni di rassegnarsi, limiti personali. Ma tutto ciò non deve spaventare. «Nel Vangelo odierno della solennità della Santissima Trinità — ha detto il vescovo — Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto, dona la sua grazia agli apostoli e affida una consegna, cioè diffondere la stessa missione che il Padre gli ha affidato. Ma Gesù Cristo dice loro: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Queste parole il Signore le ripete anche a voi. Il Crocifisso Risorto è con voi tutti i giorni, con una presenza totale, in ogni istante della vostra vita, nella vostra missione. E Cristo dice agli apostoli che il Padre gli ha dato ogni potere, cioè il suo amore totale».

Dopo l’omelia, gli ordinandi si sono disposti davanti al vescovo per le interrogazione sui loro impegni (esercitare per sempre il ministero sacerdotale, predicare la Parola di Dio, insegnare la fede cattolica, celebrare i Sacramenti, pregare assiduamente, consacrare la vita per la salvezza degli uomini), promettendo «filiale rispetto e obbedienza» a lui e ai successori. Gli ordinandi si sono poi prostrati a terra, mentre l’assemblea intonava le Litanie dei Santi. Poi il vescovo ha imposto le mani sul loro capo, segno della trasmissione dello Spirito, e recitato la preghiera di ordinazione. Sono seguite la vestizione degli abiti sacerdotali (stola e casula) e l’unzione delle mani con il sacro Crisma. Quindi il vescovo ha messo il calice con il vino e la patena con il pane nelle loro mani, segno della centralità dell’Eucaristia. Fra i concelebranti c’era il vicario generale monsignor Davide Pelucchi. Prima della benedizione, il vescovo ha ringraziato il Seminario, le famiglie e le parrocchie. Poi l’augurio ai tre sacerdoti novelli, che oggi celebrano la prima Messa nelle parrocchie di provenienza: «La gioia che abbiamo condiviso diventi speranza per coloro che incontrerete sul vostro cammino».

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