Sindrome di Down, Marta va all’Onu
«Rispettare l’unicità di ogni persona»

La 25enne di Brembate terrà un discorso al Palazzo di Vetro nella giornata internazionale del 21 marzo. «Tutti hanno la necessità di imparare, bisogna trovare il modo giusto per ciascuno».

Il discorso deve durare otto minuti. «Per adesso siamo un po’ lunghe, ma ci arriveremo...», sorride mamma Laura Simontacchi. A dire il vero, già poco dopo averla conosciuta verrebbe voglia di non smettere più di ascoltare Marta Sodano, i suoi pensieri splendenti, le parole scelte con una cura al limite della pignoleria. Così, l’impressione è che anche al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, se servisse, le concederanno qualche momento aggiuntivo. Perché è proprio lì, nel cuore dell’Onu e dell’America, che Marta tra una settimana sarà chiamata a tenere il suo discorso.

Appuntamento il 21 marzo

Toccherà infatti a questa venticinquenne, milanese d’origine ma residente a Brembate da una vita, rappresentare il nostro Paese alla Conferenza mondiale promossa a New York in occasione del World Down Syndrome Day, la giornata internazionale dedicata alla sindrome di Down. A indicarla come portavoce italiana è stato il CoorDown, il coordinamento delle associazioni delle persone con sindrome di Down. L’appuntamento internazionale punta a diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza sulla sindrome di Down, per creare una nuova cultura della diversità e per promuovere il rispetto e l’inclusione. La scelta della data, 21/3, non è casuale: la sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, è caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più – tre invece di due – nella coppia cromosomica contrassegnata con il numero 21 all’interno delle cellule.

Il tema scelto per quest’anno è «Leave no one behind in Education», nell’istruzione nessuno deve essere lasciato indietro. Un’idea che Marta condivide, eccome: lei che a scuola si è concentrata sugli studi sociali, prima a Trezzo sull’Adda e poi all’Einaudi di Dalmine, ha un consiglio per chiunque affronti il compito di insegnante o educatore: «Non esistono concetti facili o difficili, bisogno solo trovare il modo giusto per spiegarli a ciascuno. Tutti hanno la necessità di imparare e capire. È facile dire che lo studente non capisce, se tu non spieghi».

La prima a intervenire

Ci sarà anche questo nel suo discorso, che sarà centrato sull’esperienza scolastica e formativa, sugli aspetti positivi e negativi, sull’esito che questo percorso ha avuto. L’intervento - sarà la prima a parlare dopo i saluti istituzionali - verrà trasmesso in streaming in tutto il mondo sulla piattaforma online webtv.un.org: Marta dovrebbe avvicinarsi al microfono intorno alle 10 del mattino, ora di New York, quindi circa alle 4 italiane. «Sono un po’ emozionata, ma anche tranquilla perché so che l’importante non sono io, è il messaggio», dice la giovane.

Dal 2017 (prima con un tirocinio, ma ora, da qualche settimana, come dipendente a tempo indeterminato), la ragazza lavora alla Comac di Bonate Sotto, con la mansione di videoterminalista. Sul volo per gli Stati Uniti, insieme ai genitori e alla zia, con lei ci saranno uno dei titolari della ditta, Giorgio Donadoni, la responsabile delle risorse umane, Giuliana Rossini, e la collega Sabina Sala, che ha fatto inizialmente da «tutor» a Marta, nel tempo è diventata un’amica e ormai quasi una «seconda mamma».

A dimostrazione che questa è anche, e soprattutto, una storia di inclusione. «Quando ho spiegato a Marta che aveva la sindrome di Down - racconta mamma Laura - le ho detto: la vita è tua. Puoi scegliere di fare la vittima, di arrabbiarti con il mondo, allontanando le persone, o accettarti per quella che sei, sapendo cogliere il buono e le opportunità che si presentano». Per dare forma a queste parole, Laura sceglie la parabola evangelica dei talenti: «Sono davvero fiera di Marta, per come ha messo in pratica quei concetti».

Passaporto «speciale»

Tanto che ora ci si ritrova a preparare i bagagli per New York. «Per noi è un modo anche di restituire all’associazione (l’Agpd, Associazione genitori e persone con sindrome di Down, che ha candidato la venticinquenne per la Conferenza, dopo averne apprezzate in altre occasioni le abilità oratorie, ndr) quello che Marta ha ricevuto in questi anni, in termini di percorsi per l’autonomia - osserva Laura -. Non è una figura eroica, sta restituendo quello che le è stato permesso di ottenere e raggiungere».

L’abbraccio della Bergamasca alla concittadina pronta a brillare oltreoceano è passato anche dalla Questura: qui, grazie alla disponibilità del questore Girolamo Fabiano e dei suoi collaboratori, Marta ha potuto ricevere il passaporto in un incontro speciale, dedicato proprio a lei.

Perché in fondo, Marta lo sa bene, la chiave è «rispettare e comprendere le persone nella loro unicità». Quelli passati ad ascoltarla saranno otto minuti ben spesi.

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