«Tavolini e dehors per bar e ristoranti
Suolo pubblico gratis, strade chiuse»

«Dobbiamo immaginare una Bergamo con tanti tavolini e dehors». Il sindaco Giorgio Gori guarda alle prossime fasi della Fase 2: «Vogliamo sostenere uno dei settori più colpiti, come bar e ristoranti offrendo gratuitamente il suolo pubblico» spiega. «Permettere cioè l’utilizzo di piazze o pezzi di strada da chiudere temporaneamente e posizionare così dei tavolini».

Del resto, osserva l’assessore alla Mobilità, Stefano Zenoni «se c’è un momento nel quale si può pensare a rinunciare a posti auto sulla strada è questo». Nel senso che «c’è comunanza di intenti con i commercianti e gli operatori della ristorazione: prima la preoccupazione loro era magari quella di avere le auto a pochi passi dai locali, ora visto le forti riduzioni di capienza per la normativa sul distanziamento l’esigenza primaria è lo spazio».

«Entro poche settimane»

E c’è un solo modo per trovarlo: «Alcune strade e piazze potrebbero avere una versione diurna e una serale in base alle esigenze dei negozi che hanno bisogno di passaggio e di bar e ristoranti che potranno allestire spazi esterni» prosegue il sindaco.

La zona è facilmente individuabile: «Sicuramente quella del cosiddetto Sentierone allungato è la più adatta» rileva Zenoni. Quindi da via Tasso fino all’inizio di via XX Settembre, senza dimenticare che tra gli obiettivi di mandato c’era anche la pedonalizzazione di piazza Matteotti. «Diciamo che questa potrebbe essere l’occasione per provare sul campo qualche sperimentazione» conclude l’assessore.

Ma in tempi rapidi: «Per le prime settimane di giugno» secondo Zenoni. E Gori approva. «Questione di settimane, ma bisogna fare in fretta». E snellire la burocrazia: «Anci ha portato all’attenzione del governo la necessità di sveltire queste politiche di occupazione di suolo pubblico. La scelta spetta a loro. Siamo in attesa» anche dell’esito del confronto con gli operatori del settore sulla questione tavoli in strada: «I primi contatti informali sono stati positivi». Intanto «abbiamo già deciso di non far pagare la tassa di occupazione del suolo pubblico, a condizione che il decreto che stiamo tutti attendendo ci consenta di coprire le mancate entrate. Ma siamo fiduciosi».

Il bando per i monopattini

Alle porte bussa anche la questione ciclabilità, sulla quale si vorrebbero interventi veloci e a breve termine. «Stiamo aspettando che il governo sdogani alcune soluzioni di ciclabilità leggera» spiega Zenoni. E per leggera si intende «senza necessità di opere edili, ormai patrimonio consolidato in molti Paesi europei».

Tipo «la doppia linea di stop per bici e auto ai semafori con una piccola corsia che permetta alle prime di superare la coda a destra, o normare finalmente il controsenso con un intervento di sola segnaletica per fare qualche esempio». Nell’attesa del governo il solo intervento possibile è quello fatto a Milano in corso Buenos Aires e Porta Venezia «ma occorre avere una sede stradale di una larghezza adeguata e una certa continuità». A Bergamo la situazione è più dura: «Gli uffici stanno facendo una ricognizione, ma mi attendo una lista corta». Ergo, qualcosina in via Camozzi, Frizzoni, viale Papa Giovanni «ma con interventi di sola segnaletica e potenzialmente reversibili»: chiamiamole ciclabili light, sperando che il decreto sia particolarmente innovativo e ci consenta di fare interventi che ora non sono permessi dal Codice».

Chiusura sul capitolo sharing: «Temo che quello delle auto sia messo peggio del trasporto pubblico locale in questo momento» spiega l’assessore. Nel senso che ci sono riserve sul salire su un veicolo condiviso. Ma a breve ci potrebbe essere il bando di gara per i monopattini elettrici: «Il mercato c’è e l’interesse pure. Qui abbiamo spazi di manovra».

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