Vandali scatenati nella Bergamasca
Quasi mille denunce in meno di 3 mesi

Fino a giugno gli episodi si erano dimezzati. Alcuni sindaci chiudono parchi e piazze durante la notte. De Luca (Anci): «Pronti a provvedimenti. Leggi blande».

«Il problema, spesso, è che si tratta di ragazzini. Che vengono convocati in comune con le famiglie per una strigliata e i cui comportamenti non vengono spesso mai riferiti più di tanto perché le leggi non tutelano gli enti pubblici e questo potrebbe incentivare altri loro coetanei a comportarsi allo stesso modo, potendo contare su una sorta di impunità». Il sindaco di Azzano San Paolo, Lucio De Luca, che è anche il vicepresidente regionale dell’Anci, fa il punto su un fenomeno che sta preoccupando tanti suoi colleghi bergamaschi un po’ di tutta la provincia: i danneggiamenti di strutture pubbliche da parte di giovanissimi, spesso residenti, altre volte villeggianti. Che, organizzati in gruppetti, stanno vivendo questa estate del post lockdown come una sorta di sfogo scriteriato ai danni di panchine, muri, giochi nei parchi, tra danni e rifiuti abbandonati un po’ dappertutto. Tanto che diversi sindaci stanno pensando – o lo hanno già fatto – di correre ai ripari, chiudendo nelle ore serali parchi e piazze di ritrovo.

Anche i dati delle denunce raccolte dalle forze dell’ordine in tutta la provincia confermano il trend: tra febbraio e giugno di quest’anno erano stati denunciati 849 episodi di danneggiamenti. Praticamente la metà dello stesso periodo dell’anno prima, quando il periodo di lockdown non era nemmeno immaginabile e i casi erano stati 1.652. Quest’anno, da giugno a ieri le denunce sono risalite a 922, praticamente in linea con l’anno scorso (quando erano state 980). Del resto le cronache delle ultime settimane forniscono uno spaccato dettagliato del fenomeno. E nessuna zona della provincia ne sembra esente. Per citare alcuni casi recenti, a Villa di Serio è finito nel mirino il parco Watermelon, situato vicino all’area naturalistica del fiume e pensato proprio a misura di giovani: sono state danneggiate tre panchine ed è stata scardinata la porta di un magazzino. A Luzzana è finito nel mirino dei vandali il parco del Gigante: devastate alcune strutture e gettati rifiuti a casaccio, con il sindaco Ivan Beluzzi costretto a firmare un’ordinanza per limitare accessi e attività nell’area.

E ci sono casi in cui i danni sono ingenti, come a Berbenno, dove il centro ricreativo di Ravagna è stato oggetto di vandalismi da parte di giovani che, dopo avervi bivaccato, hanno distrutto sedie, tavoli, materiali e serrature delle porte, per un danno stimato in 10 mila euro. Non contenti, i vandali hanno raggiunto la piazza del paese, dove si sono accaniti contro le auto parcheggiate, forando le gomme, smontando la calotta delle ruote, i tergicristallo e rompendo le serrature delle macchine. Danni anche a Songavzzo nella zona della panchina gigante, a Onore dove sono stati presi di mira alcuni muri – imbrattati – e i parchi giochi, a Dossena l’auto del car sharing, alla quale sono stati distrutti i finestrini, ad Ascensione di Costa Serina i giochi del parco.

E poi Scanzorosciate, dove la devastazione dei bagni dell’area feste ha spinto il sindaco Davide Casati a scrivere un post amareggiato su Facebook: «Sono “nostri” ragazzi e ragazze, giovani che vivono nel nostro Comune o comunque nei paesi limitrofi. Sono compagnie di giovani dai 16 ai 21 anni. Oltre che a condannarli per quello che hanno fatto, mi chiedo il perché si comportino così», chiedendo la collaborazione di tutti. Amarezza anche a Cisano, dove alcuni ragazzini si sono introdotti nelle scuole per scassinare le macchinette del caffè.

«Per il momento come Anci non abbiamo segnalazioni specifiche – aggiunge Lucio De Luca –, ma qualora si presentasse una recrudescenza del fenomeno siamo pronti a intervenire con azioni mirate. Ad Azzano sono anni che registriamo questo genere di fenomeni: episodi riconducibili a piccoli gruppi di ragazzi, spesso subito identificati e quasi sempre gli stessi che in certi casi abbiamo anche ripreso tramite le famiglie o convocati direttamente in municipio. Fatti ai quali non si dà mai particolare rilievo perché da un lato si vuole comunque tutelare il minore e dall’altro si cerca di evitare emulazioni spinte anche da coetanei che, vedendo che i provvedimenti per chi si comporta in questo modo sono blandi, potrebbero sentirsi spinti a fare altrettanto. Nella fase successiva al lockdown noi abbiamo registrato anche un incremento dell’abbandono di rifiuti: carte, lattine e quant’altro gettato un po’ ovunque e senza alcun rispetto. In questo caso si tratta di giovani, ma non solo»

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