Velivolo caduto, il ricordo di Stefano
«Grande passione per il volo sin da bimbo»

Le parole di un cugino: «Una persona sensibile». Lunedì autopsia al Niguarda di Milano, martedì la camera ardente ad Albino.

Chi conosceva il cinquantunenne Stefano Mecca e sua figlia Marzia, di soli 15 anni, fatica ad esprimersi in un momento così drammatico.

Sono passati solo otto giorni dal quel maledetto sabato mattina. Stefano con le figlie Chiara (18 anni), Marzia e Silvia (gemelle quindicenni) era partito con il suo aereo da turismo dall’Aeroclub di Orio, quando un problema tecnico l’ha costretto a rientrare. In una manciata di minuti è successo l’irreparabile: l’aereo si è schiantato contro il terrapieno dell’Asse Interurbano, ha preso fuoco e per Marzia non c’è stato nulla da fare. Venerdì, a sei giorni dalla sciagura, è deceduto anche Stefano.

Sono davvero momenti durissimi per la moglie Francesca Ongaro, l’altro figlio di soli 8 anni e le due sorelle che sono ancora ricoverate al Niguarda di Milano. Le due figlie avevano saputo da pochi giorni della morte della loro amata sorella Marzia e dovranno affrontare, ora, un altro dolore per la morte del padre.

Il cugino Roberto Cugini è coetaneo di Stefano Mecca. «Io sono nato il 23 giugno e lui il 30 - dice -, le nostre mamme sono sorelle e abbiamo passato la gioventù insieme». Stefano è cresciuto a Pradalunga mentre Roberto ad Albino. «Da piccoli giocavamo insieme. La famiglia di Stefano aveva una cascina alla Forcella sopra Pradalunga (località Prati Alti) e spesso andavamo lì». Stefano alle superiori si era iscritto a ragioneria al «Romero» di Albino mentre Roberto al Liceo Scientifico ad Alzano. «Poi abbiamo frequentato Economia e Commercio a Bergamo insieme, ci siamo laureati nello stesso anno, il 1993, e siamo diventati tutti e due commercialisti: tutti e due con lo studio ad Albino, a 200 metri di distanza».

Dopo essersi sposato con Francesca, Stefano si era trasferito a Gazzaniga. «Siamo una famiglia numerosa - sottolinea Roberto - e tutti gli anni organizziamo una cena fra cugini. Quest’anno era Stefano che voleva farsene carico e aveva deciso di portarci a mangiare proprio nella saletta dell’Aeroclub».

La passione per gli aerei Stefano l’aveva sempre avuta. «Quando aveva solo 6-7 anni - ricorda il cugino - li disegnava sempre e poi quando doveva fare il militare aveva fatto domanda per entrare in Accademia Aeronautica, ma non l’avevano preso perché troppo alto (1.94)». «Era una persona determinata - dice con affetto Roberto - e nello stesso tempo sensibile, intelligente, rispettoso e prudente. Ora sarà dura per Francesca e i figli: staremo loro vicini».

Oltre ai tre figli e la moglie, Stefano lascia nel dolore la mamma Nella e i fratelli gemelli Marco e Simonetta. La famiglia Mecca frequentava la parrocchia di Fiorano al Serio. «Purtroppo è una tragedia senza fine - ha detto il parroco don Gimmi Rizzi -, la ferita della famiglia è la ferita di tutta la comunità: abbiamo prosciugato le lacrime e finito le parole. Continueremo a fare rete stando vicino a Francesca e i suoi figli». E ci tiene a esprimere la sua vicinanza anche il sindaco di Pradalunga Natalina Valoti: «Siamo affranti e attoniti per questa grande tragedia». Domani verrà effettuato un accertamento autoptico da parte dell’ospedale Niguarda sulla salma di Stefano, che sarà trasportata poi martedì mattina alla Casa del commiato di Albino, in via Roma 9. La data dei funerali non è stata ancora stabilita.

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