
(Foto di Agazzi)
IL BILANCIO. La multiutility ha presentato l’impatto positivo generato tra ordini, occupazione e investimenti. Per Palazzo Frizzoni 3,8 milioni di euro di utili. Mazzoncini: sostenibilità al centro. Carnevali: partner decisivo.
Energia, ma non solo: «Siamo una multiutility e un’azienda di servizi. Soprattutto, però produciamo infrastrutture». Con un forte impatto economico, sociale, culturale, ambientale. Illustrando questi concetti, Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, ha inquadrato lunedì a Bergamo, nella sede di Confindustria al Kilometro Rosso, la presentazione del decimo bilancio di sostenibilità territoriale. Ovvero, il valore generato sul territorio bergamasco nel 2024 dalle attività del gruppo di cui il Comune di Bergamo è azionista.
Si tratta di 268,4 milioni di euro in valore, tra 220 milioni in ordini a fornitori locali (ordini quasi raddoppiati: +89%, a favore di 174 imprese per la maggioranza piccole e micro), impatto occupazionale, sponsorizzazioni, dividendi (3,8 milioni). Ma bisogna aggiungere gli investimenti (42 milioni, +6% sul 2023), lo sviluppo della rete del teleriscaldamento (arrivata a 97 km per servire 40mila abitazioni equivalenti; grazie al collegamento con il termovalorizzatore Rea di Dalmine il 64% del calore distribuito in città deriva da fonti non fossili, si arriverà all’89% entro l’anno), la raccolta differenziata (con Aprica giunta al 77%, in provincia è il 71,5%), il nuovo polo in costruzione in via Zanica, il welfare per il personale e l’azione educativa nelle scuole. È un’azione improntata a un piano industriale che, disegnato fino al 2035, ha messo al centro la sostenibilità, l’economia circolare, l’azione di contrasto al cambiamento climatico. «Nel 2015 – ha aggiunto Mazzoncini – investivamo 8 milioni di euro e distribuivamo 95 milioni». Lo scorso anno, quindi, ha portato a investimenti quintuplicati e a un valore triplicato.
Assieme a Mazzoncini anche Roberto Tasca, presidente di A2A, Stefania Iandolo, vicepresidente di Schneider Electric e stakeholder territoriale, e, per il Comune di Bergamo, la sindaca Elena Carnevali. Proprio la sindaca ha fatto eco a Mazzoncini, che parlava di «Bergamo esempio virtuoso», dicendo di trovare nei dati, lusinghieri, «il senso di una partnership concreta, duratura, strategica, sia per il clima che per il raggiungimento della scala di valore tradottasi nei 270 milioni di “impatto”. Per noi significa anche 3,8 milioni di utili. Quanto al clima, continuiamo l’impegno della Giunta precedente con il Climate City Contract e con l’obiettivo di “neutralità” entro il 2030. È impegnativo ma non utopico. Noi ci crediamo. Il teleriscaldamento destinato alle abitazioni private è la sfida decisiva. Quanto alla raccolta, vogliamo arrivare all’80%. Nella stessa direzione di diminuzione dell’impatto climatico vanno l’e-Brt e i 161 tra scuole e altri edifici pubblici efficientati dal punto di vista energetico». Ambiente, ma anche persone: la sindaca Carnevali ha citato anche l’intervento contro la povertà energetica costituto dal Banco dell’Energia, che ha aiutato 241 famiglie vulnerabili.
A2A vuole guidare i tessuti locali in cui è presente alla più compiuta transizione Esg, una idea di «sostenibilità» che coniughi il lato environmental (ambientale), con il «social» e la «governance». Come dice il presidente Tasca, «quello con Bergamo non è un mero rapporto industriale e commerciale, anche in virtù del taglio ai trasferimenti che dal 2011 ha riguardato tutti i Comuni. Sento troppo spesso che le scelte sulla sostenibilità sono “politiche”. Se non rispettiamo il limite dell’innalzamento delle temperature entro i 2 gradi entro il 2050, gli effetti saranno tangibili per tutti noi: secondo il World Economic Forum, ci saranno minor prodotto interno lordo, quindi minor reddito, e costi diretti potenzialmente sei volte superiori agli investimenti necessari oggi per prevenire il cambiamento climatico.
Non è un problema di ordine politico, ma naturale. A2A ha fatto di questa presa di coscienza un elemento sostanziale del proprio piano industriale. E tutto ciò fa di noi una “life company”. I nostri investimenti e le nostre capacità sono a disposizione delle imprese che seguono la nostra linea di sviluppo. Non per altruismo, ma per conservare le catene di fornitura». Stesso concetto, quest’ultimo, sposato da Schneider Electric (con una sede a Stezzano). Per Stefania Iandolo, «abbiamo integrato la sostenibilità nel nostro Dna, la mettiamo al centro del nostro business e la facciamo diventare un modello di cultura. Accompagnando clienti e fornitori a fare ciò che facciamo noi per primi nel cammino verso la sostenibilità climatica, inserendoli nel nostro piano di decarbonizzazione secondo obiettivi rendicontati trimestralmente e aiutandoli a trovare soluzioni». A proposito di aziende sul territorio, un esempio concreto viene portato in palmo di mano da Mazzoncini: è la startup bergamasca Resilco: «I nostri termovalorizzatori producono ceneri che vorremmo riutilizzare nell’edilizia. Resilco ha inventato un progetto in cui crediamo molto».
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