Anno in chiaroscuro per l’assegno unico:
«C’è chi ci ha perso»

IL PUNTO. Razzino (Consulenti del lavoro): «In alcuni casi si percepisce di meno rispetto agli assegni familiari». Centomila i nuclei interessati in provincia di Bergamo.

A poco più di un anno dall’introduzione, è anche il momento dei bilanci. Le cifre raccontano che oggi l’assegno unico è percepito oggi da 993.555 nuclei familiari in Lombardia, di cui quasi 100mila in Bergamasca: la misura è diventata effettiva dal 1° marzo 2022, quando le erogazioni sono concretamente partite e il vecchio sistema degli assegni familiari è andato in soffitta. «Quando è entrato in vigore l’assegno unico avevamo rilevato alcune criticità, pur all’interno di un passaggio che ampliava la base complessiva dei beneficiari rispetto agli assegni familiari – spiega Marcello Razzino, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Bergamo -: se da un lato c’è una quota di nuclei avvantaggiati in termini di importo, c’è ad esempio una platea che non ha avuto alcun guadagno se non una perdita».

Le simulazioni dell’Ordine

Un anno fa, l’Ordine aveva elaborato alcune simulazioni per individuare il profilo di chi «ci perdeva»: ad esempio, un nucleo formato da genitori coniugati, con marito metalmeccanico con moglie a carico e due figli minori di tre anni (Isee pari a 6.400 euro), «perdeva» 50 euro rispetto a quando percepiva gli assegni familiari. Altro caso: un nucleo composto da marito lavoratore dipendente con moglie a carico e 4 figli minorenni (di cui uno minore di tre anni) e Isee di 24.900 euro, registrava un gap negativo di 264 euro rispetto al precedente regime.

Ci sono stati nuclei che non hanno avuto alcun guadagno se non una perdita dall’introduzione dell’assegno unico

A un anno di distanza, casistiche come queste – le simulazioni proposte dall’Ordine sono molteplici – non sono state «sanate»: «Il vantaggio del passaggio all’assegno unico non hanno favorito tutte le famiglie, perché sono cambiati i parametri Isee – spiega Razzino -. Al netto di alcuni piccoli adeguamenti, per esempio il potenziamento dell’assegno per il coniuge deceduto (a febbraio è stata corretta una possibile interpretazione restrittiva per le famiglie composte da un solo genitore lavoratore perché vedovo, ndr) il principio è rimato il medesimo: gli importi sono stati aumentati per la rivalutazione legata all’inflazione (+8,1%), in maniera analoga a quanto avveniva con gli assegni familiari».

Importo medio: 146 euro a figlio

L’importo medio mensile erogato per ciascun figlio è pari in Lombardia a 146 euro; considerando il numero meglio di figli (basso, per via del lungo inverno demografico), ogni nucleo familiare percepisce in media complessivamente 241 euro: quello lombardo (e bergamasco) è leggermente sotto la media nazionale, pari invece a 157 euro per figlio (e 249 complessivi per nucleo).

«Tra le note positive c’è anche l’inclusione tra i beneficiari dei lavoratori autonomi, prima invece esclusi»

Tra gli aspetti positivi, invece, c’è il senso che sta alla base dell’assegno unico: «L’accorpamento di diverse misure, prima più frammentate, è un principio condivisibile – rileva Razzino -. Tra le note positive c’è anche l’inclusione tra i beneficiari dei lavoratori autonomi, prima invece esclusi». Il meccanismo è andato perfezionandosi nel tempo, anche con qualche ritardatario dell’ultima ora: se infatti in tutta la Lombardia sono state 1.012.400 le domande presentate nel corso del 2022, più altre 38.349 che si sono aggiunte nel corso dei primi cinque mesi del 2023: non solo famiglie che hanno visto nascere il primo figlio quest’anno, ma anche nuclei che prima non ne avevano fatto richiesta. Si stima infatti che poco più di un decimo degli aventi diritto non abbia presentato domanda: «In una prima fase soprattutto – ricorda Razzino -, il meccanismo appariva complicato. Ciò aveva portato alcune famiglie a non richiedere l’assegno unico o a non richiederlo nel modo corretto».

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