Avanzano i brevetti «made in Bergamo». Indietro quelli green - L’analisi

La tendenza.2021 anno record con 143 idee registrate. Meccanica e nanotecnologie ok, sostenibilità a rilento. Mazzoleni: i numeri confermano la vitalità delle imprese.

Anche in piena pandemia la «fabbrica delle idee» bergamasche non si è mai fermata. Anzi proprio gli ultimi anni sono stati i più fecondi sul fronte dei brevetti, come fa sapere la Camera di commercio prendendo spunto dai dati dell’Ufficio Brevetti Europeo. L’anno che ha registrato la migliore performance è proprio il 2021 (l’ultimo di cui si possiedono dati disponibili) con 143 brevetti, mentre il punto minimo si era toccato nel 2015 arrivando solo a quota 82. Dal 2008 all’anno scorso, gli inventori bergamaschi hanno comunque ottenuto ben 1.655 brevetti, con una media sicuramente accettabile, e la quota di brevetti bergamaschi sul totale regionale che oscilla tra i valori dell’8% nel 2018 (il più basso) e del 12% nel 2013 (il più alto).

Per quanto riguarda invece i settori di applicazione, i brevetti bergamaschi evidenziano una chiara preponderanza verso le Tecniche industriali e trasporti (49%) seguiti dalla Meccanica (19%)

Tornando al dato più recente, per quanto concerne le tipologie degli inventori bergamaschi nel 2021, si tratta di imprese nel 92% dei casi e soggetti privati per l’8%. Rispetto alla Lombardia, mancano praticamente gli enti di ricerca, che a livello regionale erodono la quota dei privati.

I settori

Per quanto riguarda invece i settori di applicazione, i brevetti bergamaschi evidenziano una chiara preponderanza verso le Tecniche industriali e trasporti (49%) seguiti dalla Meccanica (19%): dati che rispecchiano abbastanza la composizione del tessuto produttivo locale. Significativo anche il dato relativo ai brevetti appartenenti alle «Necessità umane» (16%), che comprendono, tra le altre, tutte le innovazioni del comparto biomedicale.

Il tema innovazione

Un segno di vitalità e innovatività del tessuto imprenditoriale orobico lo si riscontra analizzando i brevetti riferiti alle aree più innovative, in particolare nanotecnologie, fotonico, biotecnologie industriali, materiale avanzato, micro e nanoelettronica, tecnologie di produzione avanzate. I brevetti bergamaschi riferiti a queste attività ammontano infatti al 24% del totale, percentuale simile a quella lombarda (23%), mentre la media nazionale è inferiore (20%).

Bergamo non eccelle invece sotto il profilo delle tecnologie green, dove risulta fanalino di coda rispetto al contesto regionale e italiano. Solo il 3% dei suoi brevetti riguarda infatti questo campo, contro il 4% lombardo e il 5% nazionale.

«Anche dai numeri dei brevetti europei si ha un’ulteriore conferma della vitalità e dell’innovatività del territorio bergamasco e in particolare delle sue imprese, a cui è riconducibile la quasi totalità dei brevetti – commenta il presidente della Camera di commercio di Bergamo Carlo Mazzoleni –. L’ente camerale, da parte sua, è fortemente impegnata nel sensibilizzare le imprese, soprattutto di minore dimensione, sull’importanza di proteggere la proprietà intellettuale a sostegno dell’innovazione tecnologica».

Continuano ad essere numerose su questo fronte le attività messe in campo dalla Camera di commercio (tramite la sua azienda speciale Bergamo Sviluppo) in ambito di tutela della proprietà industriale, che contribuiscono a sostenere il processo di innovazione e di tutela del know-how e che trova conforto nella tendenza all’aumento dei brevetti europei. In particolare l’ufficio Marchi e brevetti, che opera anche come Patent Information Point, fornisce un servizio di informazione, formazione e accompagnamento per rispondere alle esigenze di imprese e inventori, in stretta collaborazione con l’Università di Bergamo.

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