Bianchi, la produzione di biciclette torna tutta a Treviglio

Si tratta di un progetto da 40 milioni di euro che farà tornare la produzione nello stabilimento storico. Ora era concentrata in Cina e a Taiwan e l’obiettivo sarà di mille bici al giorno, contro le 250 di oggi.

Quando si dice portarsi avanti. Oggi la Fiv E. Bianchi sta già pianificando la produzione del 2025, «costretta» dal fatto che le consegne da parte dei fornitori ormai sono a 900 giorni. Ecco perché l’investimento - di oltre 40 milioni - presentato giovedì alla stampa è innanzitutto un’operazione di «reshoring», termine inglese per indicare chi, dopo aver affidato all’estero parte dell’attività produttiva, decide di riportarla nel Paese di origine. Che, nel caso dello storico marchio di biciclette, significa «rinnovare la collaborazione con la comunità trevigliese», per dirla con le parole dell’amministratore delegato, Fabrizio Scalzotto. «Siamo sostanzialmente alle nozze d’oro», dato che l’azienda, controllata dalla svedese Cycleurope Ab, è presente a Treviglio dal 1970.

Operazione reshoring Il 75% della produzione oggi proviene da Cina e Taiwan e l’obiettivo è riportare in quello che sarà il nuovo stabilimento, in primis (nel 2023), l’alto di gamma, ovvero la produzione di telai in carbonio, abbandonata nei primi anni Ottanta, quando i telai erano in acciaio. E in seguito concentrarsi su selle, ruote, manubri e altri componenti, per «tornare ad essere uno dei leader mondiali nel settore», spiega Scalzotto. I lavori per la nuova casa delle bici sono partiti a novembre e il primo intervento, che si dovrebbe concludere entro l’estate dell’anno prossimo, prevede la demolizione dei capannoni ad oggi inutilizzati per ricavarne nuovi spazi coperti per un totale di 17 mila metri quadrati destinati alla produzione.

L’obiettivo è portare la capacità produttiva a 1.000 bici per turno dalle attuali 250. In quest’area sarà ricavato anche un museo, con l’intento di aprirlo al pubblico. Del resto le immagini dell’Istituto Luce identificano la Fiv E. Bianchi con i grandi campioni del ciclismo, Fausto Coppi su tutti. L’operazione strizza l’occhio anche alla sostenibilità ambientale: sotto lo stabile correranno infatti 80 chilometri di tubi destinati al riscaldamento a pavimento, uno dei primi esempi nella nostra provincia applicato ad uno stabilimento. In più saranno installati pannelli fotovoltaici. La corsa continua con il rifacimento della zona che adesso ospita la produzione: qui saranno ricavati magazzini e, più in generale, spazi dedicati alla logistica, per un totale di 13 mila metri quadrati. Ingegneri aerospaziali cercansi In questo contesto di rigenerazione industriale scandita dalla classica tonalità «celeste Bianchi» si inserisce anche il progetto dell’Academy: sei mesi di stage rivolti a universitari - come studenti di ingegneria aerospaziale, ma non solo - e liceali per formare i futuri dipendenti.

L’innovazione è una componente fondamentale per l’azienda fondata da un Edoardo Bianchi appena ventenne nel 1885 in un piccolo negozio di via Nirone a Milano: la linea lunga un chilometro «con una capacità produttiva elevatissima» si ispira agli impianti dell’automotive, in particolare a quelli di derivazione delle moto, ed è stata realizzata appositamente per l’azienda bergamasca. Accanto alle bici muscolari sta prendendo sempre più piede il mercato delle e-bike: «Ormai rappresentano il 50% del nostro fatturato», precisa Scalzotto. Un record, se si pensa che «la produzione di biciclette elettriche è stata avviata tre anni fa, nel 2018, e che gli italiani sono arrivati per ultimi in un mercato che è prevalentemente appannaggio dei tedeschi». In quanto a giro d’affari, «quest’ anno è prevista la chiusura sopra i 100 milioni», continua l’a.d., in crescita di circa il 30% rispetto al 2021. «Far crescere e sviluppare le aziende è la sfida che mi appassiona più di ogni altra e oggi ne abbracciamo una nuova: realizzare con Bianchi uno degli stabilimenti di produzione di biciclette più avanzati al mondo», sottolinea in una nota Salvatore Grimaldi, presidente e proprietario dell’azienda. E ancora: «Ci sentiamo orgogliosi di aver scelto Treviglio come base per questo rinnovamento e per il nostro futuro.

Treviglio sarà la casa non solo di uno stabilimento avanzato e di design, ma di un’azienda leader, ambiziosa e con una visione globale». In un quadro di rinnovamento complessivo, non poteva mancare un risvolto occupazionale: il nuovo stabilimento occuperà oltre 250 addetti. Oggi alla Fiv E. Bianchi lavorano circa 180 persone: 130 con contratto a tempo indeterminato e una cinquantina di lavoratori somministrati. Proprio ai dipendenti è riservata una particolare attenzione nella realizzazione di una parte ricreativa, dato che l’azienda, di norma, è il luogo dove si trascorre più tempo.

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