Buoni fruttiferi prescritti, multa alle Poste. Numerosi i bergamaschi coinvolti

Il caso. Ci sono sicuramente numerosi bergamaschi coinvolti nel caso della «prescrizione» dei buoni fruttiferi emessi da Poste Italiane. L’autorità per la concorrenza del Mercato ha concluso il procedimento promosso da diverse associazioni tra cui Adiconsum. Al termine dell’istruttoria, l’Antitrust ha rinvenuto pratiche commerciali scorrette e multato Poste per 1,4 milioni di euro.

L’Antitrust ha accertato che, riguardo ai titoli cartacei caduti in prescrizione almeno negli ultimi cinque anni, Poste ha omesso di informare preventivamente, e in maniera adeguata, i titolari di buoni prossimi alla scadenza del termine di prescrizione, causando il danno economico e il mancato rimborso dei relativi importi.

La normativa prevede, infatti, che i diritti dei titolari dei buoni fruttiferi postali si prescrivano dopo dieci anni dalla data di scadenza del buono, con la conseguenza che né il capitale né gli interessi siano più esigibili. AGCM stima che tra il 2018 e il 24 marzo 2022 i buoni andati in prescrizione potrebbero arrivare a 1.500.000 euro.

L’Autorità, quindi, ha ritenuto che questa condotta «violi i doveri di diligenza professionale ragionevolmente esigibile da Poste in base ai principi generali di correttezza e di buona fede e che sia idonea ad alterare il comportamento economico del consumatore in relazione all’esercizio dei diritti di credito relativi ai buoni».

«Anche a Bergamo, per l’esperienza del nostro sportello, sono stati numerosi i casi di cui ci siamo occupati – dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Questo pronunciamento apre nuove opportunità. D’altronde ai clienti delle Poste questi prodotti venivano proposti come investimento sicuro liquidabile in caso di necessità, i cui rendimenti erano superiori al conto corrente, oppure come forma di risparmio per i figli o nipoti. Poi, i clienti abitudinari di tali investimenti hanno sempre sottoscritto buoni ventennali o trentennali e non essendo stata specificata altra scadenza erano convinti di aver formalizzato il solito investimento. Li hanno messi nel cassetto e rispolverati dopo vent’anni per scoprire che non solo erano scaduti, ma che erano anche prescritti. In molti casi lo hanno scoperto gli eredi, facendo passare le carte per la successione. Sui documenti, infatti, non erano indicate le scadenze dei buoni fruttiferi, collocati senza consegnare il prospetto informativo, e si sono ritrovati dei titoli a 7 anni inducendoli in errore. Nel caso di buoni caduti in prescrizione nell’ultimo quinquennio, Poste non ha provveduto ad informare i clienti dell’imminente scadenza e del conseguente mancato rimborso dei titoli, nonostante i numerosissimi reclami ricevuti in tal senso».

«La sanzione rappresenta un’importante vittoria per i consumatori, ma non basta: ora riteniamo che Poste Italiane debba rimborsare in modo automatico tutti i buoni fruttiferi agli utenti danneggiati dalla mancanza di informazioni, anche per evitare, alla luce del provvedimento dell’Antitrust, una valanga di cause risarcitorie da parte degli aventi diritto».

Adiconsum ha chiesto a Poste Italiane un incontro urgente al fine di trovare una risoluzione conciliativa alla vicenda. Intanto, invita i consumatori interessati a rivolgersi all’ufficio di via Carnovali, o nelle sedi Cisl di tutta la provincia, per inviare una diffida e richiedere alle Poste il rimborso. In particolare, possono agire tutti coloro che, in occasione della sottoscrizione dei Buoni, non abbiano ricevuto idonea informativa in ordine alla data di scadenza e/o alla data di prescrizione dei titoli, e alle conseguenze giuridiche derivanti dallo spirare dei predetti termini, o abbiano ricevuto tali informazioni con una formulazione non chiara.

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