Calano le vendite delle verdure in busta
Export al palo e meno consumi

Confagricoltura: chiuderemo l’anno con un calo del 20%, anche lo smart working ci penalizza. L’assessore Rolfi: no al divieto delle vendite promozionali.

«Un attacco sconsiderato ai prodotti ortofrutticoli di quarta e quinta gamma», cioè le insalate già lavate e le zuppe e altri semilavorati cotti. L’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi non usa mezzi termini a proposito del disegno di legge «Green New Deal e la transizione ecologica del Paese», che all’articolo 94 prevede dal 1o gennaio 2022 il divieto per la grande distribuzione di effettuare vendite promozionali sui prodotti di quarta e quinta gamma se non a ridosso della scadenza.

«Questa proposta è un attacco alle grandi aziende dell’ortofrutta, specialmente nella Bassa Bresciana e Bergamasca, così come in provincia di Mantova e Cremona - aggiunge l’assessore -. I prodotti di quarta e quinta gamma sono sicuri e sostenibili a 360 gradi: frutta e verdura pronte al consumo favoriscono la riduzione degli scarti e consentono un risparmio idrico del 1.000 per cento grazie al lavaggio industriale rispetto a quello domestico».

Il tema plastica è di quelli che scottano, ma Rolfi sottolinea che «gran parte delle confezioni di quarta e quinta gamma sono già riciclabili e molte già realizzate con plastica riciclata. Questi prodotti, inoltre, stanno contribuendo al consumo diffuso di frutta e verdura fresche, mettendole facilmente e rapidamente a disposizione dei consumatori che magari non hanno tempo di recarsi ogni giorno al mercato. Con grandi vantaggi per tutta la filiera».

Nella Bergamasca la quarta gamma al campo vale 64 milioni di euro per 43 mila tonnellate, «cifre che si moltiplicano esponenzialmente se si passa al prodotto finito», rimarca il direttore di Coldiretti Bergamo, Gianfranco Drigo: «C’è probabilmente un’incomprensione di fondo, perché è sbagliato considerare inquinanti quarta e quinta gamma. Sul packaging è in atto una forte innovazione: già si usano plastiche riciclate e riciclabili, ora si sta lavorando su materiali completamente biodegradabili».

Il disegno di legge darebbe il colpo di grazia a un settore che già sta soffrendo per effetto della pandemia. Dal lockdown i consumi di insalate già lavate e imbustate e di zuppe e altri prodotti pronti hanno subito una brusca frenata per vari motivi: i lunghi mesi di chiusura del settore Ho.re.ca. (ristoranti e mense), l’aumento dell’invenduto che ha spinto i distributori a ridurre ordini e assortimenti per evitare perdite, il maggior tempo passato in casa da chi fa smart working, ma anche il calo dell’export. «Al campo la riduzione degli approvvigionamenti a inizio pandemia è arrivata anche al 50% e, anche se ora i consumi stanno risalendo, non siamo ancora ai livelli pre-Covid. Chiuderemo l’anno con un calo di almeno il 20%», spiega il direttore di Confagricoltura Bergamo, Aldo Marcassoli, che ritiene sbagliate le motivazioni alla base del disegno di legge: «Il settore viene ritenuto inquinante, in realtà fa uso di materiali riciclabili e riduce il consumo casalingo di acqua».

Sulle offerte l’assessore Rolfi sostiene che «togliendo il tasso promozionale, che è in media del 20%, avremo un sensibile aumento dei prezzi e una minore visibilità del prodotto sugli scaffali e sui volantini. Chiederemo un impegno al ministro Teresa Bellanova e ai parlamentari lombardi per la modifica dell’articolo - conclude - e porteremo il tema anche all’attenzione della conferenza Stato-Regioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA