Capodanno nella Bergamasca, tavoli esauriti. Ma c’è anche chi resta chiuso

FESTEGGIAMENTI. Menu da 50 euro in su, o si può optare per la semplice pizza. Scelta controcorrente di «Giopì e Margì»: «Stiamo con le nostre famiglie».

Ostriche, crudità di mare e caviale, ma anche i piatti tipici bergamaschi accompagnati da bollicine made in Bergamo, oppure la pur semplice ma immancabile pizza. Sono tanti i menu proposti per festeggiare l’arrivo del 2026 in Bergamasca, dai 50 euro a salire: ce n’è insomma per tutte le tasche, dalle formule più elaborate a soluzioni più light non solo per la pancia ma anche per il portafoglio. Una cosa è certa: dal locale sotto casa ai ristoranti stellati quasi tutti propongono, dopo la fetta di panettone, il tradizionale cotechino con le lenticchie come benaugurante per l’anno che verrà.

Sold out in città

In città praticamente tutti i locali contano di finire sold out e molti hanno esaurito anzitempo i tavoli a disposizione. Ma c’è anche una mosca bianca che va in controtendenza: il ristorante Ol Giopì e la Margì di Bergamo, che per la prima volta nella sua storia ha deciso di tenere chiuso la notte di Capodanno. Niente cenone e annessi festeggiamenti, quindi, «ma più tempo per stare con le proprie famiglie e con gli amici – fanno presente Alioscha e Darwin Foglieni –. Dopo un anno di duro lavoro, ci è sembrato il giusto premio per i nostri dipendenti: una forma di welfare molto gradita. Dopo una quarantina di veglioni vissuti al ristorante, peraltro sempre pieno con tanto di lista d’attesa – aggiunge Darwin Foglieni –, anche per noi sarà strano trascorrere la serata dell’ultimo per la prima volta tranquilli a casa».

«Tanti stranieri»

Il gruppo Da Mimmo ha fatto l’en plein «con un ottimo riscontro in tutte le nostre location – fa presente Robi Amaddeo –. Abbiamo ricevuto prenotazioni da famiglie, gruppi di amici, coppie e tanti stranieri che festeggiano insieme a noi il nuovo anno immersi nella convivialità». Full anche Il Baretto di San Vigilio e La Ripa in Città Alta «con la particolarità di avere tante prenotazioni internazionali, grazie ai numerosi turisti presenti in città – fa presente Beppe Acquaroli –. Abbiamo molti tavoli da due che ricordano un po’ San Valentino: tutti brinderemo al 2026 in terrazza godendoci luci e panorama».

Tra Città Alta e il centro

«L’Alimentari» in Piazza Vecchia propone due turni in base all’orario di arrivo: il primo dalle 19,30 alle 22, mentre il secondo dalle 22,15 in poi, per accontentare le diverse esigenze dei commensali, molti dei quali hanno chiesto di mangiare all’esterno. Fornelli accesi anche al ristorante Roof Garden, pronto ad accogliere i bergamaschi «ma anche tanti visitatori e turisti che hanno scelto di trascorrere a Bergamo la notte di Capodanno – commenta il direttore Beniamino Tomasoni –. Ai piatti dello chef Giampietro Semperboni abbiniamo il panorama di Città Alta, che si può quasi toccare con mano». Da Nasti offre piatti alla carta o in alternativa l’immancabile pizza, mentre il ristorante Al Sorriso di Curno permette agli ospiti di scegliere tra menu ristorante e pizza, entrambi accompagnati da musica e lotteria.

Sul lago

Sono poi molti i bergamaschi che scelgono di spostarsi, anche solo di pochi chilometri, per visitare una località turistica orobica. «Abbiamo raccolto da tempo numerose prenotazioni per il cenone di Capodanno che vede presenti molti bergamaschi, insieme a visitatori delle province vicine e agli immancabili turisti internazionali che pernottano sul lago – aggiunge Franco Plebani del ristorante Al Tram di Sarnico –. Al menu fisso abbiniamo le nostre bollicine metodo classico del Calepino, rigorosamente bergamasche».

In montagna

Anche la montagna mantiene il suo fascino e molti festeggeranno l’arrivo del 2026 in agriturismo, come conferma Giovanni Ruggeri, che gestisce l’azienda agricola «Casa Martina» di Zogno: «Abbiamo lavorato molto bene durante le festività e anche a Capodanno registriamo il tutto esaurito con richieste molto superiori rispetto ai tavoli disponibili, in particolare dai milanesi, che apprezzano i nostri prodotti tipici». Allo scoccare della mezzanotte salteranno migliaia di tappi «meglio se di bollicine bergamasche – fa presente il viticoltore Emanuele Medolago Albani –. Il vino orobico piace sempre di più ai turisti e abbiamo ottimi riscontri anche dall’estero, dove in tanti pasteggeranno festeggiando l’arrivo del 2026 con le etichette prodotte nella nostra provincia».

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