Casa, tassi e inflazione gelano il mercato: famiglie alle strette anche sui mutui

ITALIA. Primi segnali già dalla fine dello scorso anno: l’inflazione alle stelle ha eroso i risparmi e, sommata all’aumento del costo delle rate, ha mandato a picco la richiesta di mutui, facendo diminuire anche le compravendite.

Si raffredda il rapporto tra gli italiani e la casa. Colpa dell’aumento dei tassi di interesse che pesa inevitabilmente sul mercato immobiliare. Da tradizionale investimento privilegiato per gran parte delle famiglie, il mattone si sta progressivamente trasformando in un miraggio. I primi segnali sono evidenti già dalla fine dello scorso anno: l’inflazione alle stelle ha eroso i risparmi e, sommata all’aumento del costo delle rate, ha mandato a picco la richiesta di mutui, facendo diminuire anche le compravendite.

I dati

Secondo i dati pubblicati dall’Istat, nell’intero 2022 il mercato immobiliare ha in realtà retto bene, registrando una crescita del 2,7% rispetto all’anno precedente. Il numero di atti notarili e traslativi ha superato il milione. Ma a guardare bene sono stati solo i primi due trimestri a trainare l’espansione, con aumenti rispettivamente del 10,1% e del 6,4% rispetto agli stessi periodi del 2021. Gli ultimi due trimestri dell’anno, al contrario, hanno segnato un calo dell’1% tra luglio e settembre e del 3,5% tra ottobre e dicembre.

La tendenza è stata anticipata con ancora più evidenza dall’andamento dei mutui, dei finanziamenti e delle altre obbligazioni di ipoteca immobiliare. Il calo ha riguardato anche l’anno nel suo complesso ed è stato pari al 5,6%. Come nel caso delle compravendite, a pesare sono state prevalentemente le contrazioni registrate nel terzo trimestre (pari a -7,4%) e soprattutto nel quarto (pari addirittura a -17,2%), tali da far girare in negativo il dato cumulato del 2022. Nessun ambito del territorio italiano è stato risparmiato, con contrazioni ovunque a due cifre e più accentuate al Centro, con -22,7%, e al Nord-est, con -20,8%. Nella seconda parte dello scorso anno, le famiglie italiane si sono trovate vittime di una doppia stretta, che stenta ancora ad allentarsi e che ancora condiziona le scelte di consumo e a raggera tutta l’economia. Da una parte l’inflazione galoppante, tassa occulta sui salari, dall’altra la politica monetaria restrittiva della Bce che, proprio per arginare l’aumento dei prezzi, ha alzato i tassi, ridotto la liquidità e portato ad un generale rialzo del costo di ogni tipo di prestito, a breve e a lungo termine.

La casa resta una priorità

Un rapporto di Nomisma ha evidenziato che la casa rimane ancora una priorità per gli italiani, ma per molte fasce di popolazione l’acquisto di un immobile è ormai inaccessibile e l’affitto rimane l’unica soluzione. Anche in questo caso però gli ostacoli non mancano. Le famiglie devono fare i conti con le conseguenze della diffusione su larga scala del business delle locazioni brevi che restringe il mercato e fa impennare i prezzi.

Secondo l’indagine, il 7,5% del campione preso in esame dichiara di non avere i requisiti per l’accesso al credito, ma la percentuale si impenna al 21,1%, un valore quasi triplo rispetto alla media, tra i nuclei famigliari numerosi. Percentuali più alte rispetto alla media si registrano anche per le famiglie con figli piccoli (13,1%) e persone sole under 45 (10,7%).

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