
(Foto di Ansa)
LA TESTIMONIANZA. Sette anni fa la Kennew si trovava in quel cantiere e venne scelta per la qualità del lavoro che stava facendo.
Sono passati solo sette anni da quando la scritta «Generali» ha iniziato a fare bella mostra di sé su uno dei complessi architettonici più iconici di Milano. Sette anni esatti e la struttura portante, concepita per vivere insieme al suo palazzo, è improvvisamente collassata su sé stessa, portando quell’insegna, a 192 metri di altezza, a tenere tutti con il fiato sospeso. «I pannelli sono rimasti al loro posto però, li abbiamo posizionati bene», commenta Daniele Botti, titolare della Kennew di Nembro che, a luglio 2018 aveva accettato l’impresa di montare l’insegna. In ogni caso, aggiunge, «l’importante è che nessuno si sia fatto male e che l’area venga messa in sicurezza il prima possibile, perché una caduta da quell’altezza avrebbe avuto un impatto devastante e soprattutto, l’altra metà è agganciata alla medesima struttura, sono due ali gemelle».
La Kennew, 56 dipendenti, non è specializzata in questo tipo di lavori; la commessa per l’insegna «Generali» è arrivata mentre Botti e i suoi stavano lavorando alle coperture della parte bassa della torre uno. «Noi facciamo impianti fotovoltaici e coperture di facciate, hanno visto come lavoravamo e ci hanno proposto di montare la scritta. Un progetto sfidante e interessante, poi cosa sia successo alla struttura che la sosteneva non lo saprei dire».
Fa riflettere, infatti, che nessuno dei singoli pannelli che compongono la scritta si sia minimamente spostato dalla sua posizione, come racconta l’imprenditore bergamasco: «Lì ci sono singoli pannelli di cinque metri di altezza per un metro di larghezza, ognuno leggermente diverso per permettere un incastro ottimale. Li abbiamo montati di notte, in dieci persone con una gru al centro del soffitto che li sosteneva e noi che completavamo l’aggancio delle staffe premontate alla struttura. Un progetto ingegneristico interessante - conclude, - e di grande impatto».
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