Dai funghi i colori per tessuti: è la scommessa eco di Albini

La collaborazione. BGreen Technologies è la start-up nata al Km Rosso che estrae pigmenti dalle muffe, offrendo tinte naturali per il cotone.

Chi l’avrebbe mai detto che dalle muffe si possono estrarre i colori per tingere i capi d’abbigliamento. Il nome corretto è funghi filamentosi e, nonostante l’aspetto non propriamente gradevole, sono validi alleati sul fronte della sostenibilità. Lo sanno bene Albini_next - l’innovation hub del Cotonificio Albini - e la start-up BGreen Technologies, entrambe con sede al Parco scientifico e tecnologico Kilometro Rosso, che hanno stretto una partnership in chiave «green».

BGreen Technologies ha depositato un brevetto di processo per l’innovativo metodo di coltivazione fungina: le ricerche hanno portato all’identificazione di diversi colori, che vanno dai rossi ai gialli, fino al verde. La vera sfida è verificare la resistenza alla luce di questi colori naturali, per evitare che scoloriscano ed è per questo che vengono condotti appositi test

BGreen Technologies, nata a fine 2019, opera nel settore delle biotecnologie industriali e, riguardo al progetto specifico, «dai funghi filamentosi coltivati in laboratorio viene stimolata la produzione di pigmenti che possono essere utilizzati per la colorazione di diversi tipi di fibre, tra cui il cotone, che è tra le più difficili da tingere senza ricorrere a solventi e mordenti», come spiega Raffaele Cavaliere, direttore scientifico di BGreen Technologies (amministratore delegato è Ugo Ghilardi, che è anche ceo di Itema, mentre il figlio Giacomo è direttore operativo). Solventi e mordenti - questi ultimi sono molecole a base di metalli, tipo alluminio e rame, che agevolano il contatto tra fibra e pigmento, conferendo brillantezza ai colori - non sono validi alleati né dell’uomo, né della natura. Mentre i funghi filamentosi consentono una colorazione naturale e «a soli tre giorni dalla fermentazione riusciamo a ottenere il pigmento».

Allo stato dell’arte, il progetto è in fase sperimentale, limitandosi alla produzione di pigmenti in scala di laboratorio. Ma «le prospettive sono quelle di sviluppare la produzione in vere e proprie bioraffinerie», precisa Cavaliere. BGreen Technologies ha depositato un brevetto di processo per l’innovativo metodo di coltivazione fungina: le ricerche hanno portato all’identificazione di diversi colori, che vanno dai rossi ai gialli, fino al verde. La vera sfida è verificare la resistenza alla luce di questi colori naturali, per evitare che scoloriscano ed è per questo che vengono condotti appositi test.

Albini_next recupera i coloranti fungini con l’obiettivo di sviluppare un nuovo processo di tintura tessile che prevede l’utilizzo di questi coloranti a sostituzione dei prodotti derivati dalle fonti fossili solitamente utilizzate. Stefano Albini, presidente del Cotonificio Albini, sottolinea proprio il fatto che «attualmente siamo in una fase di valutazione delle performance». Precisando che «noi abbiamo già esperienza con altri microorganismi». La strada all’insegna dell’economia circolare sembra ormai un percorso obbligato, dato che «i nostri clienti ci chiedono in ogni ambito del processo tessile di essere più rispettosi dell’ambiente». E la collaborazione avviata con la giovane start-up rappresenta «un’evoluzione importantissima nel nostro settore». Non è un caso che sia nata al Kilometro Rosso,con Albini_next, «sinonimo di “open innovation” - sottolinea il presidente - per scambiare esperienze e guardare a tutti gli ambiti dell’innovazione».

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