Foglieni abbandona, per Confindustria una presidente donna

La corsa Giovanna Ricuperati resta l’unica candidata. «Alcune delle grandi aziende hanno individuato lei come miglior interprete di visioni e progettualità».

«Faccio un passo indietro per amore di Confindustria ma soprattutto perché in questo momento così critico per le imprese serve un’associazione unita e un presidente con un mandato forte». Olivo Foglieni, numero uno del Gruppo Fecs di Verdellino (oltre 350 milioni di fatturato, 400 addetti), in corsa per la presidenza di Confindustria Bergamo, si fa da parte lasciando così campo libero a Giovanna Ricuperati, l’altro nome su cui in queste settimane stava convergendo il sostegno degli associati che il 10 giugno dovranno eleggere il successore di Stefano Scaglia. Tra i due, come era emerso negli ultimi giorni, c’era un sostanziale testa a testa. Dunque, a meno di sorprese dell’ultima ora, all’esame del Consiglio generale del 21 aprile sarà presentato un candidato unico, come da tradizione.

La decisione di Foglieni, dopo l’incontro di lunedì con i saggi, i tre past president Alberto Barcella, Carlo Mazzoleni ed Ercole Galizzi. Una notte per riflettere e poi la scelta che lancia verso il traguardo finale una donna per la presidenza di Confindustria Bergamo. Una prima assoluta nella storia dell’associazione orobica che riunisce 1.200 imprese con 83.600 addetti. Una prima assoluta sarebbe anche un presidente senza alle spalle un’azienda manifatturiera ma di servizi: Recuperati è infatti ceo di Multiconsult, società che si occupa di comunicazione, marketing e internazionalizzazione. Se i saggi la ufficializzeranno il 21 aprile in Consiglio generale.

«I saggi mi hanno riferito - spiega Foglieni - che alcune grosse aziende hanno individuato in Giovanna Ricuperati la portavoce migliore di alcune visioni strategiche, di alcune progettualità». «A questo punto - prosegue - pur sapendo di poter contare anch’io su un ampio sostegno da parte dei colleghi imprenditori, preferisco farmi da parte anche per non alimentare inutili spaccature. Del resto, a chi mi avrebbe voluto presidente, avevo dato la disponibilità ad assumere l’incarico solo a fronte di un forte consenso». La sua, precisa, non è una resa. « Non sono certo tipo da fuggire le sfide e la mia storia imprenditoriale lo dimostra ma in questo momento deve prevalere il senso di responsabilità da parte di tutti. Il presidente deve avere mano libera, deve avere il consenso di tutti visti i mesi difficili che si prospettano per la nostra economia. Deve avere inoltre la giusta serenità per prendere decisioni importanti e il tempo necessario da dedicare alla funzione che deve svolgere. Non dimentichiamo che il presidente di Confindustria è chiamato a dare più che ricevere».

Ai suoi sostenitori Foglieni esprime «il ringraziamento per la fiducia nei miei confronti che hanno espresso ai saggi».  A Giovanna Recuperati, a cui riconosce di essere «un’antagonista valida», fa «i migliori auguri perché possa essere un presidente con un consenso ampio così da essere la voce di tutti, di comprendere al meglio le esigenze del nostro manifatturiero». Una sottolineatura che riporta in luce uno dei punti deboli attribuiti alla candidata in pectore, imprenditrice di successo ma non espressione di quel mondo industriale «del fare» che in Confindustria Bergamo continua a essere maggioranza. «Se i grandi gruppi hanno indicato lei significa che la considerano in grado di rappresentarli al meglio, non sta a me fare il giudice. Non posso che augurale il meglio, la preparazione c’è ».

A Giovanna Recuperati, a cui riconosce di essere «un’antagonista valida», fa «i migliori auguri perché possa essere un presidente con un consenso ampio così da essere la voce di tutti, di comprendere al meglio le esigenze del nostro manifatturiero».

Nessuna possibilità di vedere il nome di Olivo Foglieni nella squadra del prossimo presidente.«Ho già fatto il vice per due mandati, il terzo mandato non è previsto. Non mi è stato proposto niente, non voglio niente, questo lo dico anche per fugare eventuali chiacchiere intorno alla decisione di farmi da parte».

Il passo indietro non è premessa di un divorzio dall’associazione. «Tutt’altro. Confindustria è la casa degli industriali manifatturieri, sarà sempre la mia casa. Per quanto possibile darò il mio contributo sulle questioni di mia competenza, dall’energia, all’ambiente, alla sicurezza. Ho fatto sette anni di vicepresidenza, ho sempre svolto con convinzione i compiti che mi erano stati assegnati. Ora, dopo aver preso questa decisione, potrò tornare a dedicarmi a tempo pieno alla mia azienda che resta la mia priorità».

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