«I tassi scenderanno, si tornerà a investire. Favorite le imprese con lo sguardo lungo»

L’ANNO CHE VERRÀ . Dossena (UniBg e Avm Gestioni): alimentare, farmaceutica e robotica umanoide tra i settori più promettenti. Puntare su una formazione aperta, non solo specifica, che permetta di adeguarsi ai cambiamenti.

«Il rallentamento dei tassi previsto nella seconda parte del 2024 darà nuovo vigore agli investimenti in equity, che permetteranno alle imprese di alleggerire i loro conti economici, ma soprattutto di rimettere sul tavolo iniziative e progetti di sviluppo che costano molto e non possono essere finanziate a debito». È la previsione di Giovanna Dossena, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università di Bergamo e ceo di Avm Gestioni.

Professoressa Dossena, vuol dire che l’equity farà sempre più da leva allo sviluppo delle imprese?

«Constato un progressivo avvicinamento di equity e finanziamenti a debito. Molte società che fanno equity si occupano anche di fondi di debito, senza contare che istituzioni finanziare tradizionali come le banche collaborano per costruire operazioni che consentano a ciascuno di portare il capitale più idoneo per uno specifico progetto. Si parla, infatti, di private capital, cioè della convergenza di capitali di natura diversa su operazioni congiunte, in modo da rendere possibili progetti che altrimenti non lo sarebbero».

Una sorta di finanza su misura, nell’interesse delle imprese?

«Proprio così. C’è sempre più attenzione, anche da parte delle istituzioni, verso le iniziative delle imprese, e non solo verso le startup. Vedo diffondersi un concetto ancor più positivo dell’unicorno (imprese con una valutazione di almeno un miliardo di dollari, ndr): quello della società longeva. Si cerca, cioè, di individuare e sostenere aziende che hanno un modello di business in grado di continuare a generare ricchezza e valore aggiunto nel lungo periodo. Questo è un tema a me molto caro: la sostenibilità, la capacità di generare valore nel lungo termine. Poi lo si può declinare nell’ambiente, nella green economy, nell’economia circolare, nella formazione, ma con uno sguardo lungo».

Quali saranno i settori più promettenti nel lungo termine?

«I cosiddetti “life essentials”, essenziali per la vita, come l’alimentare, la farmaceutica, la nutraceutica. Anche digitalizzazione e cybersecurity avranno molto peso perché giocheranno un ruolo sempre più importante nelle nostre vite. Per esempio, dall’osservatorio di Avm Gestioni, che fa investimenti in robotica, si vede il fiorire di una miriade di business che non riguardano solo la robotica tradizionale, ma anche la nuova robotica umanoide, che lavora insieme all’uomo per favorire le sue attività, aumentarne le performance e sostituirlo nelle attività più pericolose. Sono imprese che coprono un vuoto di offerta, che non guardano al rendimento immediato, e che di solito sono dotate di un team entusiasta, affiatato e capace di adattarsi all’evoluzione dei bisogni».

È una questione di motivazione o di formazione?

«La formazione fa senz’altro la differenza, non solo come strumento per il cambiamento, ma anche come target di investimento, interessante proprio per la sua utilità nel favorire le diverse transizioni in atto. Una formazione non solo specifica, ma aperta, per permettere alle persone e alle attività di evolvere e di restare in gioco al cambiare del contesto. Questo ci porta a un altro tema che mi sta molto a cuore: riportare equilibrio e dignità nel mondo lavoro».

Si spieghi meglio.

«Ci sono tante professioni ritenute minori che hanno, invece, un’enorme rilevanza nello sviluppo del valore aggiunto del sistema economico e sociale nel suo complesso. È importante offrire formazione anche a tutte quelle persone che non hanno più le abilità per sostenere la transizione digitale, magari traghettandole verso altri settori dove sono più importanti capacità artigiane, manuali o artistiche. All’Università di Bergamo abbiamo avuto la bellissima esperienza di un master universitario per i caregiver, ma altri corsi interessanti saranno presentati quest’anno, sempre nell’ottica di formulare proposte più allineate alle esigenze emergenti. Allo stesso modo Avm Gestioni quest’anno lancerà un fondo impact, che punta a generare ricadute ambientali o sociali positive, oltre che un rendimento finanziario per gli azionisti».

Quale sarà il target di questo nuovo fondo?

«Ci dedicheremo soprattutto alle realtà che si occupano di formazione, di economia circolare, di valorizzazione delle risorse e del capitale umano. L’economia non può prescindere dall’uomo. Proprio per questo speriamo di avere l’appoggio delle istituzioni e degli investitori istituzionali, perché è molto importante dare un esempio di capitale paziente, con uno scopo alto e un’aspettativa di rendimento a lungo termine»

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