Imprese attive in calo: -2,6% su base annua. Male le costruzioni

SECONDO TRIMESTRE. Ora sono poco più di 83 mila. In equilibrio il saldo iscrizioni-cessazioni. Le perdite gravi si registrano nell’edilizia e nel commercio, servizi indenni. Forte flessione delle realtà straniere.

Il secondo trimestre dell’anno, a livello di imprese nate e cessate, vede praticamente un nulla di fatto in Bergamasca, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Bergamo, su dati Infocamere. A fine giugno infatti erano 92.401 sedi di imprese registrate in provincia di Bergamo, con un aumento delle iscrizioni e delle cessazioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente che in pratica si annullavano a vicenda: le iscrizioni sono 1.202 (in diminuzione del -5,5% su base annua) e le cessazioni complessive - che comprendono quelle d’ufficio e non d’ufficio - sono 1.256. Alla fine il saldo complessivo iscrizioni-cessazioni è lievissimo, risultando negativo solo di 54 unità.

C’è però un dato, quello delle imprese attive, che deve far riflettere: risultano infatti 83.072, con un calo del 2,6% su base annua e 2.214 posizioni in meno rispetto allo stesso trimestre del 2022. E se il tasso di turnover lordo , pari a 2,7%, quello netto , pari a -0,1%, rivela una dinamica demografica provinciale in lieve peggioramento, caratterizzata da un tasso di mortalità di poco superiore rispetto a quello di natalità.

I settori

Perdono aziende praticamente tutti i settori economici rispetto allo stesso periodo 2022. In particolare l’edilizia perde il 5% delle sue realtà (sono 16.891 pari al 20,3% del totale delle imprese attive), seguita dal commercio con un -4,7% (17.923 imprese pari a 21,6%), la manifattura con un -3,4% (10.365 attività pari al 12,5%) e l’agricoltura con un -1,7% (4.858 realtà pari al 5,8%). Chi esce praticamente indenne da questo ridimensionamento sono i servizi (-0,1% che 32.947 attività rappresentano anche il 39,7% delle imprese attive totali).

A livello di classe giuridica l’impresa individuale (42.499 pari al 51,2% delle imprese attive totali) resta la forma giuridica maggiormente diffusa. A seguire le società di capitali (26.346 pari al 31,7%), le società di persone (12.417 pari a 14,9%) e le altre forme giuridiche (1.810 pari a 2,2%).

In calo anche le realtà «rosa»

Particolare non da poco, si registra una netta flessione delle imprese straniere che sono 8.991, pari al 10,8% del totale e che rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, registrano una variazione tendenziale negativa pari a -7,6%. In calo anche le imprese femminili (-1,4% su base annua) che toccano quota 17.275 e rappresentano il 20,8% delle imprese totale. Meno significativo il calo (-1%) delle imprese giovanili, che sono 7.122 e rappresentano l’8,6% delle imprese totali.

Anche sul fronte Artigianato le imprese attive perdono quota, con un calo di 1.376 posizioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, e una variazione tendenziale pari a -4,6%. Anche qui sono le costruzioni a lasciare sul campo più perdite (-827 imprese pari a -6,1% su base annua), seguita dalla manifattura artigiana (-338, il 5,2% su base annua).

«Per il quarto trimestre consecutivo - commenta il segretario generale della Camera di commercio Maria Paola Esposito -, il totale delle imprese attive è in diminuzione, mentre prosegue la tendenza decennale di calo delle iscrizioni registrate nel secondo trimestre. Tuttavia le cessazioni non d’ufficio sono in calo. È un segnale di resilienza delle imprese bergamasche in un quadro economico segnato da inflazione, rialzo dei tassi d’interesse e rallentamento della congiuntura».

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