In Bergamasca distribuiti bonus per oltre 15 milioni

Carovita. Contributi extra a oltre 17 mila lavoratori perlopiù erogati sotto forma di servizi welfare detassati. Non solo grandi gruppi e banche, anche medie imprese.

Tu chiamale, se vuoi, erogazioni. E l’aggettivo che segue - liberali - dice tutto. Cioè che si tratta di bonus distribuiti dalle aziende ai propri dipendenti senza un accordo sindacale. Una prassi inusuale, che ha cominciato a prendere piede in primavera, per poi conoscere un «boom» nella parte finale di questo 2022. La motivazione è quasi sempre la stessa: offrire un sostegno extra ai lavoratori per far fronte al carovita in un anno che ha visto lievitare il costo delle bollette e dei generi di prima necessità. Fatto sta che, grazie alla tempestiva comunicazione delle singole iniziative da parte delle aziende stesse ai media, facendo un calcolo sommario, nella nostra provincia l’ammontare complessivo di questi contributi supera i 15 milioni di euro e coinvolge oltre 17 mila addetti, tra operai e impiegati.

L’importo riconosciuto dall’azienda ai dipendenti, nella maggior parte dei casi, si presenta sotto forma di buono acquisto, perché ha il vantaggio di essere detassato. Con il decreto Aiuti quater, il governo ha portato la soglia esentasse per i fringe benefit a 3 mila euro fino al 12 gennaio 2023. La somma iniziale ammontava invece a 258,23 euro, già più che raddoppiata dal decreto Aiuti bis, che aveva elevato a 600 euro la soglia di non imponibilità di beni e servizi che rientrano nel welfare aziendale.

I precursori

In Bergamasca, a fare da apripista è stata la Gewiss di Cenate Sotto, riconoscendo un contributo una tantum di 500 euro ai suoi 1.700 dipendenti - circa 800 quelli occupati nella nostra provincia - a fronte dei buoni risultati conseguiti l’anno scorso. A stretto giro, sono seguite le iniziative di Brembo e RadiciGroup contro il carovita. La multinazionale dei sistemi frenanti ha deciso di corrispondere, con la busta paga di maggio, un bonus di mille euro lordi (per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro) agli oltre 4 mila addetti che lavorano nelle sedi italiane, tutte concentrate in Bergamasca, tranne quella di Sellero, in provincia di Brescia. Anche da RadiciGroup mille euro lordi ai 1.500 addetti delle sedi italiane, di cui 1.200 lavorano negli stabilimenti bergamaschi. In questi tre casi, come in altri, la cifra extra è riconosciuta anche ai lavoratori somministrati.

L’eccezione

Nel panorama delle realtà che hanno scelto di allargare i cordoni della borsa a favore dei propri addetti, la Tesmec di Grassobbio è l’eccezione che conferma la regola. Vale a dire che i bonus - 200 euro e ulteriori agevolazioni per i pendolari a maggio, a cui si sommano i mille euro di dicembre - per circa 600 dipendenti (più di 300 nelle sedi orobiche) sono stati concordati con i sindacati.

Non è invece stato frutto di un accordo, anche se i sindacati di categoria lo auspicavano, il riconoscimento della Ferretti, che controlla la Riva di Sarnico, alle maestranze. Ad aprile, il gruppo degli yacht di lusso ha erogato ai suoi 1.600 dipendenti (di cui 143 in forza al cantiere di Sarnico) 700 euro: 500 euro una tantum e 200 euro in buoni carburante. A novembre l’azienda ne ha distribuiti altri mille: 400 una tantum e 600 in buoni acquisto.

L’elenco delle aziende che ha concesso bonus si è infittito negli ultimi mesi dell’anno. Si va da Italcementi, che ha messo a disposizione contributi detassati da mille, 800 e 500 euro in proporzione alla retribuzione (più è alta e più è basso il bonus) rivolti a 700 dipendenti (circa 500 in Bergamasca), a Kiko e Percassi Retail, che hanno destinato mille euro a ciascuno dei circa 6.500 dipendenti (450 nella nostra provincia). Poi ci sono le concessionarie Autotorino e Bonaldi (gruppo Eurocar), Allegrini, Arco Cosmetici, Ar-Tex, Comelit, Covestro, Cugini, Despe, Gf-Elti, Lovato, Montello, Somet, Technix, Telmotor. E ancora: la Fae Technology di Gazzaniga, fresca di quotazione in Borsa (sul mercato Euronext Growth Milan ), ha deciso di assegnare un bonus da 500 euro ai circa 120 lavoratori, stagisti e tirocinanti compresi.

Anche i bancari hanno ricevuto riconoscimenti. Insieme ai sindacati, Banco Bpm (975 dipendenti in Bergamasca), Bper (circa 800 addetti in provincia) e Intesa Sanpaolo (2.500 lavoratori nelle filiali orobiche) hanno firmato un accordo per l’erogazione di un bonus di 500 euro.

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