In Bergamasca Pos in (quasi) tutti i negozi: «La sfida ora è azzerare le commissioni»

CONFCOMMERCIO. In provincia oltre 71mila dispositivi. Punte del 100% nel turismo, ristorazione e abbigliamento. Nel 2024 in Italia il 43% delle transazioni è avvenuto in digitale, mentre quelle in contanti si sono fermate al 41%.

In Bergamasca ci sono più di 71mila Pos. A dirlo è Confcommercio Bergamo che basa la sua analisi sui dati del sistema dei pagamenti della Banca d’Italia. Una nota dell’associazione parla di una cifra compresa tra i 71 e i 72mila terminali per i pagamenti elettronici nella nostra provincia: numeri in aumento rispetto agli scorsi anni nonostante le chiusure degli esercizi commerciali bergamaschi, definite «rilevanti» da Confcommercio. In percentuale, il 98% delle imprese del commercio ha un Pos, con punte del 100% nei settori del turismo, della ristorazione, dell’abbigliamento e delle calzature. Restano invece dei refrattari - il Pos è obbligatorio dal 2015, le sanzioni sono state approvate nel 2022 - tra gli edicolanti, i bar e i rivenditori al dettaglio nelle aree pubbliche.

Se la partita per l’adozione dei pagamenti elettronici è vinta, resta da giocare quella per l’azzeramento delle commissioni. «I pagamenti digitali rendono gli incassi più sicuri e tracciati, ma il passaggio dal contante alle nuove forme d’incasso porterà tra i 250 e i 300 milioni di euro dalle casse dei commercianti a quelle delle banche», spiega Oscar Fusini, direttore di

Confcommercio Bergamo, che aggiunge: «Si tratta di cifre enormi, specie in un momento di crisi dei consumi come quello che stiamo vivendo: c’è il rischio che le commissioni affondino ancora di più il commercio». Proprio per ridurre - anzi, azzerare - le commissioni sui pagamenti digitali, Confcommercio Bergamo e Intesa Sanpaolo hanno stipulato a fine giugno un protocollo di intesa che rende gratuiti i micropagamenti effettuati presso gli esercenti associati. L’iniziativa offre anche soluzioni finanziarie dedicate, servizi di consulenza e iniziative congiunte sul territorio: l’obiettivo è favorire la diffusione dei pagamenti digitali e soddisfare le esigenze degli esercenti più piccoli. «L’accordo accompagna le imprese nella digitalizzazione e nella sostenibilità, leve decisive per la competitività», ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli a seguito della firma dell’accordo. «L’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti tramite Pos, la facilità di accesso al credito e il miliardo di euro di stimoli allo sviluppo messo a disposizione delle attività associate in Lombardia sono strumenti fondamentali per migliorare il business e incrementare la competitività», ha aggiunto Daniele Pastore, direttore regionale Lombardia nord della divisione «Banca dei territori» di Intesa Sanpaolo. L’adozione dei Pos e l’azzeramento delle commissioni sono ancor più importanti di fronte all’impennata dei pagamenti digitali degli ultimi anni.

L’osservatorio «Innovative Payments» del Politecnico di Milano stima che nel 2024 il 43% delle transazioni è avvenuto in digitale, mentre quelle in contanti si sono fermate al 41%. È la prima volta che Bancomat e carte di credito superano i liquidi, in Italia. Anche gli esercenti si stanno aggiornando: i Pos tradizionali scendono al 54% del totale, salgono i Pos mobile (28%), gli smart Pos (14%) e i Pos software (4%), che contengono anche software per il marketing e l’organizzazione aziendale. In Italia, tra il 2023 e il 2024 si è verificata una crescita del 3,2% dei dispositivi elettronici per i pagamenti: dai 3.632.978 di fine 2023 si è passati ai 3.749.542 di fine 2024. All’entrata in vigore dell’obbligo di legge, invece, i Pos erano meno di due milioni, poco più della metà di quelli attuali.

In calo carte di credito e di debito

Diminuiscono, invece, le carte di credito e di debito, che però avevano vissuto una rapida galoppata sul finire della scorsa decade. Per quanto riguarda le prime, al picco di 14,6 milioni di fine 2023 ha fatto seguito una flessione annua pari al 5,4%: oggi, in Italia ne circolano 13,8 milioni. Dal 2019, la riduzione complessiva è stata di 1,5 milioni di unità. Nel settore del debito, la riduzione annua è del 3,8%, con una perdita di due milioni e mezzo di carte. La tendenza di lungo periodo, però, resta positiva: dal 2019 a oggi sono state emesse 7,6 milioni di carte di debito - il 13,4% in più rispetto al periodo pre-pandemico. Bene anche le prepagate, uniche carte a non diminuire rispetto all’anno scorso: solo nel 2024, sono cresciute di 433mila unita, per un totale di 33,63 milioni. Negli ultimi cinque anni, il loro numero è aumentato di ben 4,7 milioni.

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