Industria, crescita zero ma più ordini

CONGIUNTURA. Nel primo trimestre la produzione si arresta dopo due anni e mezzo di sviluppo continuo. Ma le commesse aumentano e l’occupazione è in rialzo. Per l’artigianato prosegue l’andamento positivo.

Un trimestre stabile e non più «di corsa» per l’industria: a Bergamo dopo due anni e mezzo di crescita ininterrotta, rallenta infatti il trend positivo della produzione manifatturiera dell’industria bergamasca con una variazione congiunturale che risulta nulla per le imprese industriali con almeno 10 addetti, mentre continua a crescere invece quella delle imprese artigiane con un incremento trimestrale del +1,1%.

Nonostante questa stagnazione, ci sono comunque elementi di positività per il futuro: se infatti la variazione della produzione su base annua pari al +2,3%, segna un rallentamento rispetto alla crescita evidenziata nel 2022 (incremento medio del +5,7%) e facendo il confronto col trimestre precedente, la variazione congiunturale risulta quindi nulla; sul fronte ordini, occupazione e anche «sentiment» degli imprenditori, le notizie sono più rassicuranti.

A differenza della produzione infatti, il fatturato continua a crescere anche su base congiunturale (+1,6%), sulla scorta dell’aumento significativo che ancora caratterizza i prezzi dei prodotti finiti praticati dalle imprese (+3,4%). Va però sottolineato come l’incremento dei listini stia comunque rallentando, con una variazione che si è fortemente ridotta nel corso dell’ultimo anno, in maniera analoga a quanto avviene sul fronte dei costi, dove l’incremento dei prezzi degli input produttivi ha registrato nell’ultimo trimestre una variazione congiunturale del +3% (era il +15,8% a inizio 2022). Altro segnale positivo arriva dagli ordinativi, che dopo un anno stazionario registrano in questo trimestre un incremento congiunturale importante, +4,8%, in particolare per l’export.

Inoltre la battuta d’arresto della produzione non sembra influenzare le aspettative degli imprenditori, che confermano il livello di fiducia registrato lo scorso trimestre: il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione resta così positivo per produzione (+4), domanda estera (+6) e occupazione (+9). E a proposito di occupazione, il numero di addetti dell’industria torna in territorio positivo (+0,9%), dopo il calo di fine 2022 (-0,4%): si tratta di un buon segnale anche se è una dinamica normale, per la chiusura dei contratti annuali a dicembre e la loro riapertura a gennaio.

Meccanica al primo posto

Tornando alle valutazioni complessive, il presidente della Camera di commercio Carlo Mazzoleni, parla di produzione industriale «che tocca la crescita zero sia in Lombardia che a Bergamo. Ciononostante, il fatturato e gli ordini, spinti soprattutto dalla domanda estera, continuano a crescere e le aspettative delle imprese rimangono positive. Inoltre l’artigianato mostra una buona performance, con una produzione lievemente maggiore rispetto alla Lombardia». A livello settoriale la meccanica registra la crescita più significativa della media. Maggiori difficoltà si riscontrano in settori energivori, come la siderurgia e la chimica, e nel tessile, che si conferma il settore più in ritardo tra quelli del comparto moda nel percorso di recupero post-Covid.

Infine resta rosea la situazione dell’artigianato, dove la produzione continua a crescere sia nel confronto su base annua (+5,5%, in linea con quanto registrato a fine 2022) sia rispetto al trimestre precedente (+1,1% dopo il +1,5% della scorsa rilevazione), con una crescita occupazionale (+1%) e aspettative di ulteriore miglioramento tra gli imprenditori.

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