Integratori, frutta e acqua: i rimedi delle aziende al caldo

LAVORO. L’obiettivo è migliorare le condizioni nei reparti. In due aziende della Bassa è scattato lo sciopero per le alte temperature.

«Ma che caldo fa» cantava Jovanotti in «Estate 1992», quando, «come ogni caldo agosto», «il lavoro si trasforma in ferie». Non per tutti, a dire la verità, e chi ha trascorso anche solo qualche giorno in fabbrica in quest’ultimo periodo sa bene cosa vuol dire lavorare in produzione con temperature così elevate. Alcune aziende - non da oggi - per ovviare al problema della calura nei reparti, mettono a disposizione dei dipendenti qualche aiuto. Mentre non sembrano aver riscosso successo le misure contenute nel decreto Caldo, che, tra le altre cose, agevolano l’accesso alla cassa integrazione ordinaria per eventi meteo avversi, nello specifico, per le ondate di calore. Si tratta di provvedimenti rivolti in particolare ai settori dell’edilizia e dell’agricoltura in cui gli addetti sono più esposti alla canicola.

Alla popolosa Sanpellegrino di Ruspino, dove si imbottiglia l’omonima acqua, ad esempio, su richiesta del singolo addetto l’azienda fornisce integratori alimentari. E la stessa cosa succede alla Minifaber, società che si occupa della lavorazione di metalli, con sede a Seriate. Alla Heineken di Comun Nuovo, invece, viene offerta frutta fresca, che è notoriamente indicata come un buon rimedio per combattere il caldo.

Nel settore legno, alla Foppapedretti, con le temperature incandescenti toccate lo scorso luglio, i sindacati hanno chiesto all’azienda di distribuire bottigliette di acqua. Richiesta che è stata accolta. C’è da dire che l’azienda bergamasca, scegliendo - storicamente - di rimanere chiusa ad agosto (dall’ultimo sabato di luglio fino e per le successive quattro settimane) ha messo in campo una strategia anti calura.

In edilizia

Poi c’è la situazione del tutto particolare dell’edilizia, che, oltre ad avere a disposizione ammortizzatori sociali dedicati come la Cigo quando il termometro supera i 35 gradi e anche quando la temperatura, pur essendo inferiore, è percepita come elevata, adotta, stando al sindacato, alcuni accorgimenti come l'anticipo o il posticipo dell’inizio dell’orario di lavoro, ad esempio in caso di cantieri stradali.

Le proteste

Ci sono poi due realtà del nostro territorio in cui, proprio in questi giorni, è scattata la protesta per il troppo caldo in reparto. La Rsu Fim, Fiom e Uilm della Exide Technologies di Romano di Lombardia ha indetto otto ore di sciopero per oggi per «le condizioni estreme in cui stiamo lavorando». Una mobilitazione con cui sostanzialmente si ferma la produzione per un’intera giornata. Dal canto suo, l’azienda che produce batterie per auto (circa 550 i lavoratori), interpellata, si dice «sorpresa, perché non ci sono state né avvisaglie, né richieste di incontri: riteniamo quest’iniziativa sbagliata nel merito e non corretta nella modalità di comunicazione». E precisa che in estate attiva «un piano di mitigazione, con la distribuzione di sali minerali a tutte le persone esposte al calore, di acqua minerale fresca nei reparti e, d’accordo con gli Rls, ha frazionato in tre le pause (da 15 minuti l’una, ndr) nei turni maggiormente interessati dalle ondate di caldo». Sempre nella Bassa, alla Same di Treviglio, il 23 agosto la Rsu Fiom ha indetto un’ora e mezza di sciopero per tutti i turni (e ieri per il primo turno), perché «un lavoratore ha accusato un mancamento». L’azienda precisa che per combattere la calura «ai lavoratori vengono dati sali minerali (su prescrizione medica) e nei reparti sono collocati distributori di acqua naturale e gassata e dei raffrescatori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA