Job Festival, dal dialogo tra imprese e studenti l’appeal del lavoro futuro

EDIZIONE 2023. Dal 26 aprile al 5 maggio 3.800 colloqui tra 150 aziende orobiche e 711 studenti di nove istituti. «Non solo selezione: momento d’ascolto per le imprese».

La parola d’ordine non è più solo «selezionare», ma soprattutto «comprendere», dove vanno i desiderata professionali degli studenti che saranno i lavoratori di domani. Alla luce di un mondo, quello occupazionale, che sta velocemente mutando, dove non è più solo lo stipendio a fare la differenza, ma sono le motivazioni, l’ambiente in cui si opera e la qualità della vita a pesare sulle scelte dei ragazzi, anche il «Job Festival 2023», promosso da Confindustria Bergamo in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, amplia le sue prospettive, cercando di aiutare le imprese a dotarsi di nuovi strumenti per avere più «appeal» nei confronti dei giovani interlocutori, che nel frattempo sono sempre meno, causa la bassa natalità, e quindi vanno trattati come risorsa preziosa.

Coinvolti oltre 700 studenti

E che sia un appuntamento assolutamente sentito lo dimostrano i numeri di questa edizione, che parlano di 150 aziende bergamasche che hanno dato la loro adesione per i colloqui (quasi il doppio della passata edizione), e ben 711 studenti coinvolti (praticamente triplicati rispetto ai 250 del 2022), articolandosi per la prima volta in sette campus negli Istituti Superiori Archimede, Betty Ambiveri, Majorana, Natta, Paleocapa, Turoldo e Valle Seriana (più uno a distanza), per un numero complessivo di 3.800 colloqui programmati, da mercoledì, 26 aprile, al 5 maggio.

Persico: «Il Job Festival, attraverso il confronto, aiuta i ragazzi a coniugare le loro aspettative con quelle del mondo del lavoro»

Alla presentazione dell’evento venerdì 21 aprile, Gisella Persico, responsabile Orientamento Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, ha spiegato che «questa proposta sta incontrando sempre maggior favore, perché il tema della ricerca lavoro è fondamentale per oggi e per domani. In particolare il nostro Job Festival è importante per i ragazzi perché simula un vero colloquio di lavoro, e quindi diventa bagaglio di esperienza, ed aiuta, attraverso il confronto, a coniugare le loro aspettative con quelle del mondo del lavoro».

Manzoni: «Il 60% di chi lavora negli ultimi anni, è passato attraverso il Job Festival

Marco Manzoni, vice presidente di Confindustria Bergamo con delega Education, ha invece posto l’attenzione sui numeri da record dell’edizione «che testimoniano quanto ormai sia diventato cruciale per le nostre imprese questo appuntamento. Oggi più che mai c’è una grande necessità da parte delle aziende di dotarsi di talenti, una ricerca che diventerà sempre più difficile da gestire nei prossimi anni. Dall’altra parte è crescente anche il gradimento da parte dei ragazzi: dai nostri dati emerge infatti che il 60% di chi lavora negli ultimi anni, è passato attraverso il Job Festival. Il tema dell’attrattività è centrale: ecco perché Confindustria si pone in appoggio alle imprese per come gestire i colloqui».

Ferrari: «Il Job Festival deve diventare una grande occasione per capire meglio i giovani»

Anche per Paolo Ferrari (ceo di Edoomark, impresa sociale del gruppo Sesaab specializzata in progetti educativi per le aziende), «il Job Festival deve diventare una grande occasione per capire meglio i giovani: i colloqui non servono solo per selezionare i candidati, ma per capirli, un momento di ascolto in cui i manager possono dare consigli a ragazzi che a quell’età hanno bisogno di essere indirizzati, cercando di comprendere cosa rappresenti per loro oggi avere un lavoro. E al contempo occorre capire che i giovani devono trovare un ambiente dove potersi esprimere al meglio».

Agnati: «Entrare nelle scuole e parlare con i ragazzi per noi resta vitale, così come è importante cercare di incuriosirli»

Proprio a rappresentare le aziende, Claudia Agnati, responsabile personale del Mollificio S. Ambrogio di Cisano Bergamasco, ha convenuto sull’«importanza di questo evento a cui partecipiamo fin dalla prima edizione. Entrare nelle scuole e parlare con i ragazzi per noi resta vitale, così come è importante cercare di incuriosire i ragazzi, far capire loro che il nostro è un bel lavoro, gratificante e in cui ci sono possibilità di crescita».

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