«La cassa in ritardo per 35 mila»
«É grave, così si perdono occupati»

Ancora troppi ritardi nell’erogazione della cassa, in particolare sul fronte dei lavoratori di commercio e servizi.

Lo denunciano i sindacati bergamaschi che rendono noto come siano «almeno 35 mila i lavoratori di commercio e terziario ancora in attesa dei pagamenti dalle Casse e da altri ammortizzatori attivati: in pratica almeno la metà dei lavoratori coinvolti dalle oltre tremila domande presentate dalle aziende dall’inizio dell’emergenza. I settori del terziario pagano quindi pesantemente in questa fase le ricadute dell’epidemia e del lockdown.

Sono in particolare i lavoratori della ristorazione, di mense e scuole, dei settori alberghieri, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle pulizie e della vigilanza, «dove le paghe sono spesso da fame - aggiungono i rappresentanti dei lavoratori - e dove oggi le persone vivono una fase di incertezza e paura dovuta non solo ai ritardi nei pagamenti ma anche al timore di rimanere senza un lavoro».

Fatte queste premesse, e pur considerando la ripresa di molte attività economiche, «potrebbe essere devastante nei prossimi mesi il calo del numero di occupati nel terziario, turismo e dei servizi nella nostra provincia. Già oggi è evidente che i rami del turismo insieme a quello del terziario sono i settori a subire le maggiori ripercussioni della crisi sanitaria ed economica. Tra commercio, servizi, terziario avanzato e turismo – affermano Mario Colleoni, Alberto Citerio e Michele Tamburelli segretari generali di Filcams-Cgil, Fisacat-Cisl e Uiltucs - sono ben più di 100 mila a Bergamo i lavoratori in forza, 54 mila dei quali nel solo commercio. Del totale, più del 70% si trova o ha fatto cassa integrazione o fis, cioè oltre 70mila persone, e di questi la metà hanno subìto questi ritardi».

È necessario intervenire subito affermano i sindacalisti. Un ritardo che riguarda soprattutto la concessione della cassa in deroga: «Continuiamo a ricevere numerose segnalazioni di lavoratori che non hanno ancora ricevuto i soldi della cassa. Basta parole a vuoto, la situazione anche a Bergamo rischia di essere drammatica. È necessario risolvere il problema e per farlo è vitale che le istituzioni, a partire dalla Regione affrontino con serietà il problema e non in modo strumentale».

«È necessario - concludono Colleoni, Citerio e Tamburelli - che si lavori affinché nessuno resti solo. È necessario liberare risorse importanti per aiutare lo sviluppo e sostenere il reddito dei lavoratori e le attività delle imprese, associando alle scelte utili ad affrontare l’emergenza attuale una visione lungimirante che consenta di rendere perenne questa condizione».

Una preoccupazione condivisa anche dalle associazioni di categoria. «Nell’attuale emergenza - spiega Enrico Betti, responsabile Area lavoro di Ascom Bergamo - la cassa in deroga ha mostrato tutti i suoi limiti applicativi, vincolata com’è a 20 accordi regionali la cui disciplina, a volte notevolmente disomogenea, ha comportato non poche problematiche operative».

Ecco perché, secondo Ascom, «le recenti sovrapposizioni di strumenti di sostegno (cigo, deroga e fis ) seppur utili a fronteggiare una situazione di emergenza, hanno posto in risalto le inefficienze di un sistema troppo disomogeneo. Per questi motivi - spiega Betti -non si può non considerare l’eventualità di intervenire in maniera strutturale, immaginando a questo punto per il futuro un ammortizzatore unico per Commercio, Turismo e Servizi, che abbracci le diverse esigenze settoriali e dimensionali e garantisca, a seconda dei contesti, la copertura adeguata per il sostegno delle aziende e dei lavoratori».

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