La meccanica made in Bergamo spinge sul podio il razzo Skyward

Aerospace. Persico Marine, Sgl Carbon, Omc, Officine Cannarozzi, Gfm, Milani Mec e Inoxriva sono le aziende che hanno collaborato con gli studenti del Politecnico di Milano.

Cercavano qualità, precisione, tecnologia, e le hanno trovate nella meccanica bergamasca, con grandi risultati: S kyward Experimental Rocketry, associazione di studenti del Politecnico di Milano impegnata nella progettazione, produzione e test di razzi ad uso civile, è da poco tornata vincitrice della competizione europea EuRoC - European Rocketry Challenge, in Portogallo, perché su un totale di 25 team partecipanti il loro razzo, Pyxis, è quello che si è avvicinato con maggiore precisione alla quota fissata di 3000 metri (toccando i 3006 metri) prima di atterrare al suolo accompagnato da due paracadute. Una medaglia d’oro dal sapore bergamasco, visto che a supportare i ragazzi nella realizzazione della struttura e delle parti meccaniche del razzo ci sono quattro aziende della provincia: Persico Marine, Officina Cannarozzi di Osio Sotto, Gfm di Nembro e Milani Mec di Fara Olivana, Sgl Carbon, Omc, e Inoxriva.

«Mentre cercavamo aziende che potessero aiutarci nel nostro lavoro – raccontano gli studenti di Ingegneria Aerospaziale Matteo Colombo, 24 anni, ed Edoardo Nistri, 21 anni, responsabili del reparto di strutture del team Skyward – ci siamo imbattuti in alcune realtà della bergamasca davvero interessanti, certamente molto diverse tra loro ma dove abbiamo trovato disponibilità e una capacità di raccogliere con molta precisione le nostre richieste, spesso inconsuete per loro e per il settore industriale in cui operano».

È il caso, tra le altre, di Officina Cannarozzi di Osio Sotto, che per l’occasione si è letteralmente spostata dalla terra al cielo: da quarantasei anni realizza stampi per i vasi e i contenitori destinati alla coltivazione indoor e outdoor prodotti da Arca, ma non ha rinunciato alla sfida spaziale e ha realizzato gli stampi in alluminio necessari per produrre l’ogiva (la “punta” del razzo), il cono di coda e un cilindro che unisce le due parti della fusoliera del razzo, alto due metri e mezzo per 15 centimetri di diametro. «Per noi è stata un’avventura curiosa e stimolante, siamo riusciti ad adattarci rapidamente e le nostre competenze sono cresciute – spiega il proprietario Adriano Cannarozzi –. Da 10-15 anni sappiamo che il mercato è cambiato, per cui non produciamo più solo stampi per vasi ma anche, tra gli altri, per il settore automotive e medicale, ed effettuiamo lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi a disegno. Siamo stati molto contenti di supportare i ragazzi: anche io ho studiato al Politecnico, per cui è stata anche una questione di affetto».

Gfm di Nembro si è occupata di particolari meccanici montati sul razzo, come gli aerofreni e il supporto metallico che contiene l’elettronica, mentre Milani Mec di Fara Olivana del payload (la struttura che, in una missione spaziale vera, è costituita dal satellite portato dal razzo fino alla quota fissata). PersicoMarine, invece, per il secondo anno consecutivo ha messo a disposizione materiali, know-how e alcuni spazi all’interno dei quali gli studenti hanno potuto procedere alle fasi di laminazione dei componenti in composito. Una collaborazione, quella con gli studenti, a cui Pierino Persico tiene molto. Oltre alle parti meccaniche, anche l’innovativo sistema di antenne che trasmette a terra i dati della telemetria è stato sviluppato in collaborazione con una società bergamasca, la Polomarconi.it.

«Abbiamo cercato con attenzione le aziende con cui collaborare – concludono Colombo e Nistri – e le abbiamo trovate a Bergamo: il loro supporto è stato determinante per permetterci di salire sul gradino più alto del podio».

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