L’industria orobica rallenta ancora. Tengono artigianato e occupazione

LA CONGIUNTURA. Nel terzo trimestre registrato un calo del 2,8% per il manifatturiero industriale. Mazzoleni: «La frenata della Germania si avverte, più esposte le nostre imprese medio-grandi».

Le dinamiche negative del commercio mondiale e il peggioramento della situazione geopolitica internazionale condizionano l’andamento del manifatturiero bergamasco, che in questo momento viaggia a due velocità: l’industria rallenta ancora, l’artigianato tiene.

Secondo i dati Istat elaborati dalla Camera di commercio di Bergamo relativi al terzo trimestre 2023 le imprese industriali orobiche registrano una variazione del -2,8% rispetto allo stesso periodo 2022, mentre le artigiane si fermano al -0,1%. Lo scostamento tra i due comparti è ancora più evidente nel confronto con il secondo trimestre di quest’anno: l’industria incassa il terzo segno negativo consecutivo (-0,4%), mentre l’artigianato recupera (+0,3%) dopo la frenata di aprile-giugno.

L’altra differenza evidente fra i due comparti è che nell’industria gli ordini sono stabili (+0,1%) a fronte di aspettative che, invece, peggiorano toccando i minimi degli ultimi tre anni; nell’artigianato, invece, le commesse sono in ripresa (+2,6%) e anche le previsioni migliorano per la maggior parte delle variabili, pur restando in area negativa.

Contrariamente alla produzione, nell’industria il fatturato del terzo trimestre è in lieve aumento rispetto al periodo aprile-giugno (+0,2%) anche per effetto dell’aumento dei prezzi dei prodotti finiti (+1,4% da +0,9% del secondo trimestre). Stessa dinamica mostrano i prezzi delle materie prime, saliti dal +1,1% al +1,3% probabilmente per i rincari di petrolio e gas, nonostante restino decisamente più bassi che a inizio anno.

A livello settoriale restano di segno positivo i prodotti alimentari, la meccanica e i mezzi di trasporto, mentre le perdite più pesanti si registrano nella carta-stampa, nel tessile e nella siderurgia.

I dati occupazionali

Tiene l’occupazione: nell’industria il numero di addetti è rimasto invariato tra inizio e fine trimestre, anche in virtù della costante difficoltà di reperimento del personale, ma va detto che è cresciuto il numero di imprese che ha utilizzato la cassa integrazione (8,5%). Se le previsioni sulla domanda non dovessero migliorare, non sono da escludere ricadute: già ora il saldo tra le previsioni di aumento e diminuzione del personale è per la prima volta negativo (-2) dopo 11 trimestri. I livelli occupazionali tengono anche nell’artigianato: +0,3% dopo il -0,3% del trimestre precedente.

Il commento della Camera di Commercio

«Rispetto a un anno fa - commenta il presidente della Camera di commercio di Bergamo, Carlo Mazzoleni - le tensioni del mercato energetico si sono ridimensionate e ci si attende una decelerazione dell’inflazione guidata dai settori manifatturieri energivori e maggiormente esposti alla concorrenza. Le economie della zona euro sono in rallentamento e la Germania, importante partner commerciale del nostro territorio, è in recessione. Questo spiega la flessione della produzione industriale, che tocca specialmente le imprese medio-grandi, più esposte al rallentamento della domanda internazionale».

I dati della Lombardia

Il resto della Lombardia si posiziona meglio di Bergamo su base annua (-1,5%), mentre registra una flessione congiunturale più marcata (-0,7%) nel settore industriale; l’artigianato, invece, resiste anche a livello regionale (+0,2% congiunturale). Sono soprattutto gli ordini interni lombardi a soffrire per la contrazione dei consumi dovuta all’inflazione e al caro-tassi, con un calo significativo per l’industria (-1,4% congiunturale) e più contenuto per l’artigianato (-0,3%). Gli ordini esteri, invece, indietreggiano in misura meno significativa rispetto al trimestre precedente (-0,3% l’industria e -0,1% l’artigianato).

«I fattori esterni condizionano la performance delle imprese lombarde - specifica Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – ma la speranza è quella di poter ripartire nella giusta direzione: l’artigianato è ancora in positivo e questo è motivo di buona soddisfazione. Il flusso di nuovi ordinativi è il vero punto debole per il 2023: in particolare sulla Lombardia grava la fase critica che sta attraversando l’economia tedesca. Inoltre non dobbiamo dimenticare che la qualità dei nostri prodotti e la capacità delle imprese lombarde di muoversi su nuovi mercati possono fare la differenza».

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