L’Intelligenza artificiale è già qui:«Pronti ad aiutare le aziende»

INNOVAZIONE . Mazzoleni (Camera di commercio): non è più un’opzione, ma una necessità. Solo il 7,7% delle imprese già la usa in modo consapevole, il 15% dice di volervi investire.

Gli economisti di Goldman Sachs Global Investment Research l’hanno paragonata a due invenzioni che hanno rivoluzionato la storia dell’umanità: il motore elettrico nel 1890 e il personal computer nel 1981. Che l’intelligenza artificiale generativa sia ormai un’onda inarrestabile è evidente dai numeri di ChatGpt: in soli cinque giorni dal suo lancio, il 30 novembre 2022, il chatbot sviluppato da OpenAI ha superato un milione di utenti, oggi diventati oltre 180 milioni. Ma questa è solo la punta dell’iceberg.

Le imprese hanno capito che l’intelligenza artificiale è uno strumento imprescindibile per la competitività, ma quelle che si sono già attrezzate sono ancora poche. Ecco perché la Camera di commercio di Bergamo ha voluto organizzare un Consiglio camerale tematico aperto al pubblico, in collaborazione con il consorzio per l’innovazione tecnologica Dintec.

«L’intelligenza artificiale è già presente nelle nostre vite da diversi anni - spiega Antonio Romeo, direttore generale di Dintec -. La usiamo nei sistemi di riconoscimento sonoro, come sugli smartphone o in auto, nell’analisi predittiva, nel riconoscimento visivo, ma quella più dirompente è l’intelligenza generativa, il cui mercato è destinato a crescere del 37,3% da qui al 2027, con ricadute importanti sul mondo del lavoro e delle imprese».

Le potenzialità sono enormi, ma anche i rischi

L’Unione europea ha messo le mani avanti approvando a larghissima maggioranza, il 13 marzo scorso, il primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale. I primi divieti scatteranno già tra sei mesi: saranno proibiti i sistemi di categorizzazione biometrica, l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da Internet o dalle registrazioni da telecamere per creare banche dati, i sistemi automatizzati di social scoring, quelli per il riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, le pratiche di polizia predittiva ed i sistemi di manipolazione del comportamento umano.

«Sicuramente stabilire delle regole è fondamentale, soprattutto in un settore che presenta implicazioni di etica e di privacy - sottolinea il presidente della Camera di commercio di Bergamo, Carlo Mazzoleni - ma l’Unione europea deve anche mettere in campo risorse per investimenti significativi e ricerca se non vogliamo restare al palo rispetto a Stati Uniti e Cina, che sono i principali players di questa partita».

Per Mazzoleni è importante non trascurare «la sostenibilità economica delle scelte normative, altrimenti perderemo ulteriormente competitività». Ben venga, quindi, il miliardo di euro messo in campo da Cassa depositi e prestiti Venture, che dovrebbe generare un effetto di attrazione sul mercato di altri 2 miliardi.

Il 7,7% delle imprese usa già l’OpenAI

Secondo un’indagine di Unioncamere solo il 7,7% delle imprese già usa in modo consapevole applicazioni di intelligenza artificiale, il 15% dice di volervi investire nei prossimi anni, ma le micro e le piccole sono ancora indietro. E la percezione che ne hanno i lavoratori è ambigua: il 60% ha paura di perdere il lavoro con l’avvento dell’intelligenza artificiale, mentre il 63% di chi già la usa sostiene che abbia migliorato il suo modo di lavorare. Sta di fatto che i profili più difficili da reperire quando sono richieste alte competenze digitali sono proprio ingegneri dell’informazione, ingegneri elettrotecnici, tecnici gestori di reti e di sistemi telematici, tecnici elettronici, progettisti e amministratori di sistemi, analisti e progettisti di software, programmatori, esperti in applicazioni.

Il sistema camerale sta aiutando le imprese con attività di informazione e formazione attraverso i Punti impresa digitale (Pid), come quello gestito da Bergamo Sviluppo. «Non solo i Pid usano i chatbot - fa presente Romeo - ma da oltre un anno è attivo il motore di ricerca Way to solution, che grazie all’intelligenza artificiale permette di recuperare informazioni sui brevetti europei».

«Le potenzialità dell’intelligenza artificiale sono incalcolabili, ma attenzione a come la alleniamo - conclude Gualtiero Fantoni, esperto del consorzio Dintec e professore associato dell’Università di Pisa -. Ci sono ombre e rischi di un utilizzo poco consapevole. L’idea è che l’intelligenza artificiale sia al servizio dell’intelligenza umana e non della sua pigrizia».

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