«Moto, le vendite in calo in Italia ma la Bergamasca è in controtendenza»

Scenari La provincia orobica «tiene» rispetto alle immatricolazioni del 2021 Magri (Ancma): «Passione e mobilità, hanno originato una scelta virtuosa».

Le incertezze legate alla situazione internazionale e le difficoltà che subiscono la catena di approvvigionamento e la logistica rallentano ancora il mercato dei motocicli. Sebbene il primo quadrimestre 2022 registri a livello nazionale un calo leggero rispetto all’anno scorso (-2,6%), le immatricolazioni di ciclomotori, scooter e moto di aprile fanno invece segnare una flessione dell’8,9%. Ma non a Bergamo, che nei primi 4 mesi chiude in pari rispetto al 2021.

Paolo Magri, bergamasco, è presidente di Ancma Confindustria (l’associazione di categoria ciclo e motociclo) e a. d. di Eicma (l’ente fieristico del mondo delle due ruote), con un passato di pilota di regolarità e, più di recente, di manager di Brembo Motorcycle Business Unit. Il 2021 è stato un buon anno per il mercato dei motocicli, mentre il 2022 è invece partito in frenata. Quali le motivazioni? «Veniamo da un 2021 che ha chiuso con un +21% sul 2020, affermando un nuovo protagonismo delle due ruote nella mobilità individuale accanto all’asset della passione, che è sempre molto significativo in Italia e soprattutto in realtà locali come quella di Bergamo. Dopo mesi di crescita, assistiamo ora a livello nazionale a una lieve flessione del 2,6%, ma più che a un calo della domanda, riteniamo che le cause siano da ricercare in un mix di fattori riconducibili alle incertezze della situazione internazionale e alle difficoltà che subiscono globalmente la catena di approvvigionamento e la logistica. Bergamo però fa eccezione a questi numeri, restando in pratica sui livelli 2021».

Anche gli scooter tengono di più rispetto al calo nazionale: probabilmente i due elementi che contraddistinguono il mercato, passione ed esigenze di mobilità, trovano nella nostra provincia una sintesi virtuosa»

«Scelta vincente per la circolazione cittadina»

Se gli scooter sono in calo, sono invece aumentate le immatricolazioni delle moto. «Per fruibilità, velocità negli spostamenti e sostenibilità questi veicoli - sostiene Magri - rimangono una scelta vincente per la circolazione cittadina, ma ci sono più fattori da considerare. Da una parte, la mancanza di prodotto, che in questa fase ha penalizzato maggiormente gli scooter piuttosto che le moto. Poi c’è il perdurare in alcuni casi dello smart working, che ha ridotto gli spostamenti urbani».

Bergamo, anziché flettere, chiude quindi il primo quadrimestre 2022 quasi in pari rispetto al 2021, con una crescita del segmento elettrico. Magri spiega che «quella di Bergamo è, dopo Milano, la provincia più importante in termini di numeri assoluti all’interno di una regione, dove solo nel 2021 sono stati immessi sul mercato 50 mila veicoli. Perdendo solo pochi pezzi rispetto all’anno scorso, la Bergamasca dimostra una grande attenzione verso le due ruote, confermandosi un territorio dove il cuore per le moto batte ancora forte. Anche gli scooter tengono di più rispetto al calo nazionale: probabilmente i due elementi che contraddistinguono il mercato, passione ed esigenze di mobilità, trovano nella nostra provincia una sintesi virtuosa».

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