Olmo, macchinario da imballaggio per avere il poliuretano sottovuoto

IMPRESE. L’azienda di Comun Nuovo, leader nella produzione di schiume poliuretane flessibili, investe sulla tecnologia.

Innovazione, qualità e affidabilità. Sono gli ingredienti che, assieme alla sostenibilità, compongono la ricetta che da oltre 80 anni caratterizza la Olmo Giuseppe Spa. Anche nell’ultimo periodo l’azienda di Comun Nuovo, 150 dipendenti, leader nella produzione di schiume poliuretane flessibili, ha messo in campo ingenti investimenti tecnologici per essere sempre più competitiva: in particolare è stato stanziato un milione di euro per la dotazione di macchinari in grado di imballare sottovuoto il prodotto e di ridurre la sua mole praticando al contempo un significativo abbattimento delle spese legate al trasporto.

«Per la ricerca e l’innovazione - spiega Filippo Olmo, consigliere della società-, destiniamo circa il 3% del fatturato (che oggi si aggira attorno ai 150 milioni di euro l’anno, ndr) in quanto gran parte del lavoro la fanno, in questo senso, i nostri fornitori di materie prime». Sono all’incirca 200 i prodotti contenuti nel catalogo Olmo che per via della sua enorme capacità di stoccaggio, sono sempre disponibili vengono ideati e testati all’interno di quello che è il cuore dell’azienda: il laboratorio diretto da Marcella Toninelli e dal suo staff. «Siamo, praticamente, un supermercato del poliuretano - aggiunge Olmo -, e la nostra particolarità è proprio quella di lavorare in funzione del magazzino e non, quindi, del cliente a cui forniamo un servizio di “just in time” che nessun’altra realtà può garantire. Significa che chi si rifornisce da noi può non riempire il suo magazzino evitando, quindi, le rimanenze e, magari, destinare alla produzione lo spazio che avrebbe adibito a deposito: si tratta, quindi, di un vantaggio unico che, inevitabilmente, incide sul prezzo finale». Vista da fuori può sembrare un’azienda come tante, ma varcata la soglia, si ha la sensazione di trovarsi in una «città nella città» dove viene persino difficile contare i capannoni che sorgono nei 275mila metri quadrati (di cui 85mila al coperto) di superficie su cui si estende l’impianto. Fondata verso la fine degli anni Cinquanta, l’azienda, da Milano, trasloca nell’attuale sede bergamasca nel 1969 a seguito del boom delle schiume poliuretaniche flessibili: ossia quel materiale dalla consistenza spugnosa che si trova in cuscini e materassi ma anche all’interno dei sedili delle auto o, persino in scarpe da ginnastica e cinture. I macchinari imponenti, lavorano a pieno regime e su due linee denominate «qfm» e «ubt».

28mila tonnellate prodotte

Questo perché la produzione di questo materiale, che sfiora le 28mila tonnellate annue, ha tempistiche rigide da rispettare: dalla combinazione degli ingredienti fino allo stoccaggio del prodotto finito, che avviene all’interno di vastissimi magazzini. Oltre alla ricetta, segretissima, è proprio la tecnologia a giocare un ruolo fondamentale. Il gruppo Olmo, che complessivamente fattura circa 350 milioni di euro annui, nasce nel 1939 per volontà del ciclista Giuseppe Olmo e oggi, più di ottant’anni dopo, è ancora sinonimo di leadership nei vari settori che vanno dal poliuretano espanso flessibile fino all’automotive passando, anche, per il turismo. Le società sono distribuite lungo tutto lo Stivale: dalla Olmo Giuseppe alla Toscana Gomma, a Gestind, da Acs, a Commer Tgs, da Accoppiatura Vigevanese, a Norditalia Resine. E ancora Sud Italia Poliuretani, Itb Spa e Tenuta di Artimino.

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