Passaggio di testimone alla Fim: Benaglia lascia, arriva Uliano

ALLA GUIDA. È il terzo bergamasco in 25 anni dopo Caprioli e l’attuale segretario generale. Il 19 marzo si terrà l’elezione. «Ha capacità contrattuali e dirigenziali di assoluto livello».

La «girandola sindacale» di Roberto Benaglia - 43 anni in Cisl, in 11 diverse strutture - si interrompe qui. Perché, spiega l’attuale segretario generale della Fim, «abbiamo davanti una lunga stagione contrattuale», dato che Fim, Fiom e Uilm hanno da poco presentato la piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. In più, l’anno prossimo, si terrà «il congresso confederale della Cisl». E Benaglia, che compie 63 anni, dopo una lunga e variegata militanza sindacale, ha scelto la strada del pensionamento.

A raccogliere il testimone sarà un altro bergamasco (Benaglia, di origini brianzole, lo è d’adozione): Ferdinando Uliano, in segreteria nazionale dal 2012. Il suo nome sarà proposto al consiglio generale del 19 marzo, con l’intento di «favorire il cambio in Fim, nel segno della continuità». Non un ricambio generazionale, perché Uliano ha 57 anni, sei in meno di Benaglia, che però fa notare che, sindacalmente parlando, «sei anni equivalgono alla firma di due contratti nazionali».

La consultazione con i segretari regionali della Fim, che si è tenuta nelle scorse settimane, si è chiusa formalmente una decina di giorni fa e «ha riconosciuto il valore importante di questa proposta», sottolinea Benaglia. «Ferdinando ha un importantissimo pedigree metalmeccanico, nel senso che è stato prima delegato sindacale, poi operatore, componente di segreteria, segretario generale della Fim di Bergamo e da 12 anni è in segreteria nazionale. Ha capacità contrattuali, sindacali e dirigenziali di assoluto livello e consistenza». «Se questa scelta sarà confermata dal consiglio generale - aggiunge Benaglia - salgono a tre i bergamaschi diventati segretari generali della Fim tra gli ultimi cinque». Giorgio Caprioli ha ricoperto il ruolo dal 1999 al 2008, Benaglia dal 2020 a oggi e, appunto, il segretario generale in pectore Uliano. Questo significa che «a Bergamo c’è una scuola sindacale fortemente capace di generare dirigenti».

Sarebbe ingiusto non ricordare Marco Bentivogli, il predecessore di Benaglia, che a giugno del 2020 rassegnò le dimissioni, in rotta con la Cisl. E in questi quasi quattro anni Benaglia ha tessuto un lavoro di ricucitura tra «due anime» della Fim, anche se lui non usa questa espressione. «Io sono arrivato improvvisamente dalla segreteria della Fai e Bentivogli e Annamaria Furlan (che guidava la Cisl, ndr) mi hanno candidato come soluzione dopo una serie di vicende e ho lavorato per tenere il più possibile unita la Fim e ricostruire un clima di confronto, anche di discussione dialettica, ma di coesione e fiducia».

«Sono stati anni in cui siamo stati capaci tutti di fare un lavoro collettivo, di puntare sulla squadra e non sul singolo e soprattutto di rifocalizzare la Fim sull’innovazione contrattuale e sulla nuova sindacalizzazione - afferma Benaglia -. La Fim è un sindacato molto pragmatico, ma che cerca innovazione e visione».

Per sua stessa ammissione, non si lascia alle spalle né rimpianti né rimorsi: «Lascio in sospeso il salvataggio dell’Ilva e di altre aziende con crisi storiche, che sono questioni su cui spero che il gruppo dirigente riuscirà a ottenere risultati migliori, perché il superamento delle crisi, per il sindacalista, è sempre una questione che ha particolarmente a cuore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA