
Economia / Bergamo Città
Martedì 29 Luglio 2025
Ricuperati: dazi per noi problema rilevante. Pinetti: ma ora fatta chiarezza sulle regole
LE REAZIONI IN BERGAMASCA. Gli Stati Uniti sono il terzo mercato per le esportazioni bergamasche con un valore di quasi 1,9 miliardi. Paolo Zanetti (Assolatte): diversificare non sarà facile, per i prodotti lattiero-caseari il mercato Usa è insostituibile.
L’intesa su dazi al 15% raggiunta da Donald Trump e Ursula von der Leyen mette fine a mesi di incertezza, ma non sarà indolore per le nostre imprese. L’aliquota vale per prodotti meccanici, macchinari industriali, moda, arredamento, prodotti alimentari (ma sul vino è ancora in corso un tentativo di esenzione) e farmaceutica. Passa dal 25 al 15% la tariffa sull’automotive, mentre su acciaio e alluminio resta un pesantissimo 50%. Tariffe zero, invece, per una serie di prodotti strategici, tra i quali aerei e relativi componenti, apparecchiature per semiconduttori, alcuni farmaci generici, risorse naturali e materie prime critiche.
Il terzo mercato per le esportazioni
Gli Stati Uniti rappresentano oggi il terzo mercato di destinazione per le esportazioni bergamasche, con un valore stimato in quasi 1,9 miliardi di euro nel 2024, pari al 9,2% del totale. A fronte di importazioni contenute (260 milioni), la bilancia commerciale con gli Usa vale 1,6 miliardi, poco meno del 4% del valore aggiunto provinciale. Numeri importanti, che fotografano un rapporto rafforzatosi nel tempo: dal 2010 al 2024 l’export manifatturiero verso gli Usa è cresciuto del 274%, con un tasso annuo medio del +9,9%, più del doppio rispetto alla media complessiva dell’export.

(Foto di Daniele Toresani)
Rispetto al dato medio (9,4%), l’esposizione settoriale presenta forti disomogeneità: il comparto delle bevande indirizza verso gli Stati Uniti il 45% del proprio export, seguito da altri mezzi di trasporto (23,1%) e metallurgia (12,4%), mentre macchinari (7,7%) e prodotti chimici (8,4%) risultano meno dipendenti dal mercato americano.
«Nonostante l’intesa raggiunta a livello europeo, le preoccupazioni restano - commenta Giovanna Ricuperati, presidente di Confindustria Bergamo -. Non possiamo dimenticare che i dazi, al di là delle percentuali che è possibile contrattare, sono un problema di enorme rilevanza per l’Italia e, ancor più, per una provincia esportatrice come la Bergamasca».
A complicare ulteriormente il quadro ci sono il rafforzamento dell’euro, che sta facendo perdere competitività ai produttori europei, e i «dazi interni europei - sottolinea Ricuperati -
ovvero regolamentazioni e standard nazionali eccessivi o divergenti, burocrazia e oneri amministrativi che pesano moltissimo e che richiedono una profonda revisione delle regole, così come indicato anche nel Rapporto Draghi». I dettagli dell’intesa sono ancora tutti da verificare e sarà anche «necessario attendere che si chiudano gli accordi Usa verso altri Paesi, per capire quale è la posizione relativa dell’Europa nello scacchiere globale», puntualizza Ricuperati, fiduciosa però «sull’elevata qualità media delle esportazioni bergamasche, che ne rende la domanda meno reattiva al prezzo, e sulla diversificazione e multi specializzazione della manifattura».
Le reazioni in Bergamasca
Anche il mondo dell’artigianato non esulta. «La tariffa al 15% è un’imposizione scorretta - dichiara Lorenzo Pinetti, presidente di Confartigianato Bergamo -. Almeno, però, è finito un periodo di incertezza che bloccava tante scelte. Ora sappiamo quali sono le regole del gioco».
Secondo dati Confartigianato, l’export delle micro e piccole imprese della provincia di Bergamo verso gli Usa nel 2025 (ultimi 12 mesi a marzo) si è attestato a 220 milioni di euro, pari all’1,2% del Pil, con un moderato livello di esposizione verso il mercato statunitense (0,5% del Pil), mostrando una crescita positiva nel primo trimestre di quest’anno (+4,8%).
La presa di posizione di Trump spingerà le imprese a cercare opportunità su altri mercati, in particolare «i Paesi del Mercosur» secondo Ricuperati, «Emirati Arabi e Arabia Saudita, realtà ad alto potenziale di crescita» secondo Pinetti. Ma per alcuni settori la diversificazione non sarà facile: «Per i prodotti lattiero-caseari il mercato americano è insostituibile - spiega Paolo Zanett i, presidente di Assolatte -. È apprezzabile aver evitato l’escalation della guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma resta da chiarire se quella del 15% sarà una tariffa flat oppure un dazio aggiuntivo che potrebbe avere conseguenze pesantissime per le nostre imprese».
In una nota anche il Pd bergamasco commenta l’accordo con Trump: «una resa senza condizioni dell’Europa» secondo il senatore Antonio Misiani, di fronte alla quale «il governo non può più far finta di nulla», aggiunge Vinicio Peluffo, vicepresidente della Commissione attività produttive alla Camera dei Deputati, mentre il segretario provinciale Gabriele Giudici sottolinea che «chi pagherà dazio saranno le imprese, che rischiano di perdere commesse e mercati, i lavoratori, che temono per il loro posto, famiglie e cittadini per un’economia che già annaspa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA