Rincari e paure, in calo del 3,2% il tesoretto in banca dei bergamaschi

Bankitalia Dopo 3 anni positivi a gennaio depositi totali per 37 miliardi, contro i 38,2 del dicembre 2021. Pesano i timori per la guerra e gli aumenti delle bollette. La Bce: le famiglie attingono dai loro risparmi per attutire l’impatto dei prezzi sui consumi.

Un futuro ancora troppo incerto e i rincari dei beni di consumo ed energetici. La curva dei depositi bancari del secondo semestre 2021 segna plasticamente come cittadini e imprese siano alle prese con queste spinte contrapposte: da una parte la tentazione di continuare ad accumulare risparmio sui conti correnti dall’altra la necessità di far fronte agli aumenti inflazionistici dei prodotti.

Andamento altalenante

I dati forniti da Bankitalia sulla raccolta bancaria indicano per le province lombarde che, dopo un primo periodo dell’anno sempre contrassegnato dal segno più, seppur spesso con incrementi quasi pari a zero, da agosto 2021 l’andamento è divenuto più altalenante. Tra le tre maggiori province lombarde, Bergamo ha segnato il più marcato «stop and go». Si è osservata una diminuzione dei depositi bancari a settembre, novembre e poi la più pesante (- 3,12%) a gennaio 2022 (il totale depositi è calato a 37 miliardi di euro), in parte controbilanciata da una crescita importante realizzata a dicembre (+4,3%). Anche Brescia segna decrementi nei mesi di novembre e gennaio (depositi per 45 miliardi di euro) ma di minore entità (circa il 2%) con aumenti a ottobre e novembre di pari peso. Si tratta di un andamento perfettamente in linea con quanto registrato in media dalle province lombarde, seppur con scostamenti inferiori.

Un 2021 a due velocità

Milano mantiene per tutto l’anno 2021 un segno positivo nella raccolta del risparmio depositato (a gennaio 2022 il totale era pari a 248 miliardi) eccetto che nei mesi estivi con una perdita di quasi due punti percentuali tra giugno e agosto. Il 2021 partito come l’anno della ripresa economica ha presentato negli ultimi mesi criticità con le quali si devono confrontare non solo le imprese ma anche i consumatori. La campagna vaccinale è stata un successo, indispensabile per superare la pandemia, il Recovery Fund, trasferito nel Pnrr, stimola riforme che si aspettavano da anni e garantisce coperture finanziarie ai nuovi progetti, ma la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e i forti rincari dei prezzi, in particolare delle fonti energetiche, rischiano di mettere di nuovo in ginocchio la nostra economia. E i cittadini, di conseguenza, si rifugiano nei depositi bancari, che seppur non danno interessi almeno «sono al sicuro».

Per il triennio 2019-21 un importante picco di crescita nel 2020 di quasi 10 punti percentuali. La guerra Russia-Ucraina riporta in vita spettri che si pensavano superati per sempre

Le variazioni annuali dei depositi bancari lombardi per il triennio 2019-21 mostrano un importante picco di crescita nel 2020 di quasi 10 punti percentuali. Tra le tre maggiori province lombarde Brescia ha registrato un + 14,16% (depositi pari a 43 miliardi), Bergamo + 12,49% (36 miliardi) e più moderati gli incrementi milanesi + 7,51% che hanno invece raggiunto quasi il 9% nel 2021 (251 miliardi a fine anno), superiori alla media lombarda (+7,81%) e nettamente superiori all’incremento dei depositi bergamaschi (+4,89%). Il risparmio custodito sui conti correnti in questi anni è stato considerato sicuro. Finora almeno, poiché la guerra Russia-Ucraina riporta in vita spettri che si pensavano superati per sempre, prova ne sia il fiorire di articoli sulla stampa specializzata, e non, che parlano dei rischi dei depositi bancari in tempo di guerra.

Il ruolo dell’inflazione

Anche la ripresa dell’inflazione e il rincaro delle bollette minano la tendenza dei risparmiatori a lasciare il denaro parcheggiato in banca. La BCE nel bollettino economico che pubblica periodicamente evidenzia: «Le famiglie attingono dai loro risparmi per attutire l’impatto che i prezzi più elevati dell’energia hanno sui consumi». Tra i risparmiatori lombardi, Lodi ha anticipato questa tendenza: tra gennaio 2021/22 la raccolta è crollata dell’8% (depositi per 6 miliardi di euro). Lo slancio dei risparmiatori incomincia a venir meno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA